Calcio
14 Giugno 2017

Il Cagliari alla conquista degli States

Il torneo USA e l'estate d'oltreoceano alla testa di Manlio Scopigno.

In questi giorni di 50 anni fa il Cagliari partecipò a un surreale torneo in terra statunitense sotto l’egida dell’USA, l’United Soccer Association, lega professionistica riconosciuta dalla FIFA che riuscì a organizzare il suo primo e unico campionato di Prima Divisione nordamericana proprio in quella lontana primavera del 1967.

 

Un consorzio intraprendente

Nata l’anno prima per iniziativa di un consorzio di imprenditori, l’United Soccer Association aveva deciso di organizzare un regolare campionato nordamericano ma si trovò a dover affrontare la concorrenza di un gruppo rivale riunito nel consorzio NASL, che era riuscito a strappare un ricco contratto televisivo con la rete CBS. La prospettiva di maggiori guadagni provocò un improvviso esodo di calciatori indigeni dall’USA al gruppo rivale NASL e, a quel punto, vista la malaparata, l’United Soccer Association dovette correre ai ripari e, lavorando di fantasia, gli intraprendenti promotori ebbero l’idea di organizzare un torneo scegliendo alcune squadre, soprattutto europee ma non solo, per poi abbinarle ad alcune metropoli degli States. La classica “americanata“, disse qualcuno.

La lotteria degli abbinamenti

Inizialmente i promotori bussarono alla porta dei club più europei più prestigiosi, poi, visti i cortesi ma decisi rifiuti, optarono per club di livello inferiore. Ecco allora arrivare le adesioni delle squadre scozzesi dell’Aberdeen, dell’Hibernians, del Dundee United e del Glentoran, abbinate rispettivamente a Washington, Toronto, Dallas e Detroit; dissero di sì gli olandesi dell’Ado Deen Haag, che rappresentarono San Francisco; poi le squadre inglesi dello Stoke City per Cleveland, del Sunderland per Vancouver e del Walverhampton per Los Angeles. E ancora i brasiliani del Bangu per Houston, gli irlandesi del Shamrock Rovers per Boston, gli uruguaiani del Cerro Porteno per New York e, infine, il nostro Cagliari, che rappresentò Chicago e si ribattezzo’ Chicago Mustangs. In totale dodici squadre divise in due gironi: la Eastern Division e la Western Division. In un clima surreale, con viaggi avventurosi e partite disputate in stadi vuoti o semivuoti, il Cagliari Chicago Mustangs, con un’improbabile maglietta di colore azzurrino, nonostante le numerose reti del bomber Boninsegna, non riuscì a qualificarsi per i play-off. Per quella trasferta americana gli isolani avevano dovuto rinunciare al loro giocatore più rappresentativo, Gigi Riva – in quei giorni dato per partente destinazione Napoli – che era rimasto in Italia per curare i postumi di un infortunio.

Il Wolverhampton campione dell'USA '67.
Il Wolverhampton (Los Angeles) campione dell’USA ’67.

Le avventure tragicomiche dell’allenatore filosofo

Ma la trasferta americana del Cagliari rimase famosa soprattutto per un esilarante episodio che coinvolse l’eccentrico allenatore Manlio Scopigno. Durante il ricevimento ufficiale della squadra cagliaritana, nell’imbarazzo generale, il buon Scopigno, “leggermente” alticcio, venne immortalato da alcuni giornalisti mentre, con eccessiva disinvoltura, svuotava la vescica nel giardino dell’ambasciata italiana a Washington. Il gesto suscitò l’immaginabile vespaio e si rischiò l’incidente diplomatico. Al suo rientro in Italia Scopigno fu licenziato in tronco dal presidente Enrico Rocca, ma l’allenatore si consolò grazie ad Angelo Moratti, che lo stipendiò per un intero anno come allenatore fantasma, pronto a sostituire in qualsiasi momento Helenio Herrera, di cui il presidente dell’Inter temeva le bizze. Nella stagione 1968/69 Scopigno si riprese il Cagliari finendo al secondo posto dopo aver a lungo insidiato lo scudetto alla Fiorentina e, l’anno seguente, riuscì a condurre gli isolani verso un clamoroso e meritatissimo scudetto. In quel biennio raggiunse l’apice la cosiddetta “meridionalizzazione” del nostro calcio, frutto della riforma di qualche anno prima dell’ex commissario della F.I.G.C. Bruno Zauli. In quell’annata 68/69 la XXI Coppa Italia fu vinta dalla Roma seguita da Cagliari e Foggia, mentre il campionato di serie B vide protagoniste la Lazio e il Bari. In quel periodo sembrò che l’asse del calcio si spostasse da nord a sud – la classifica di serie A vedeva quattro squadre del centro-sud (Fiorentina, Cagliari, Napoli e Roma) fra le prime otto – ma fu un fuoco di paglia e ben presto la maggiore organizzazione e le maggiori risorse economiche riportarono ai vertici le tradizionali forze calcistiche di Torino e di Milano. Manlio Scopigno, chiamato l’allenatore filosofo, fu uno dei personaggi più bizzarri di quell’epoca: dissacrante, caustico, con le sue battute e i suoi comportamenti stravaganti e anticonformisti sapeva farsi amare dai suoi giocatori e, nello stesso tempo, spiazzare giornalisti e avversari. Celebri alcuni aneddoti che lo riguardano, come quella volta che sorprese Riva, Albertosi, Gori e Poli a fumare in una camera d’albergo mentre giocavano a poker alla vigilia di una sfida importante. Con assoluta nonchalance, Scopigno entrò e disse: “Almeno invitate gli amici quando si fa festa“. Poi, vedendo tutto quel fumo si sedette sul letto e chiese: “Disturbo se fumo?“. O come quando, in occasione dei Mondiali di Messico ’70, affermò: “Tutto mi sarei aspettato dalla vita, tranne che vedere Niccolai in mondovisione“.

La locandina della finale: Wolves (Los Angeles) contro Cerro (New York)
La locandina della partita tra Washington (Aberdeen) e Cerro (New York)

Meteore

Il mini campionato nordamericano durò quasi due mesi e venne vinto dal Wolverhampton-Los Angeles che sconfisse nella finale disputata il 14 luglio al Coliseum di Los Angeles l’Aberdeen-Washington ai calci di rigore. Ma queste poche righe, oltre a ricordare una delle più stravaganti tournée estere di una nostra compagine calcistica, vogliono anche omaggiare alcuni giocatori della squadra sarda che presero parte alle iniziali partite del torneo, prima di essere raggiunti dai titolari nei primi giorni di giugno, alla fine del campionato di serie A. Il torneo americano era infatti iniziato a fine maggio, e il Cagliari-Chicago Mustangs aveva schierato nelle prime partite una formazione di ragazzi sardi presi dai settori giovanili e rafforzati dall’inglese Gerry Hitchens, dall’oriundo argentino Oscar Massei e dall’esperto Mario Tiddia, finito in quella stagione fra le riserve. E allora, in omaggio a quegli semi-sconosciuti giocatori, ecco la formazione con la quale il Cagliari-Chicago Mustangs pareggio’ 1-1 il match contro lo Stoke City-Cleveland disputato a Cleveland il 31 Maggio 1967: Pianta, Masetto, Tiddia, Murri, Moro, Massei, Marongiu, Hellies, Hitchens, Solla, Visentin.

Gruppo MAGOG

Maurizio Fierro

24 articoli
La rivoluzione di Michels e Cruijff
Cultura
Maurizio Fierro
09 Febbraio 2024

La rivoluzione di Michels e Cruijff

Alle origini anarchiche e ribelli del calcio totale.
Primo Carnera, l’eroe buono d’Italia
Ritratti
Maurizio Fierro
26 Ottobre 2023

Primo Carnera, l’eroe buono d’Italia

Alla scoperta dell'uomo più forte del mondo.
L’ultimo dribbling
Calcio
Maurizio Fierro
15 Ottobre 2022

L’ultimo dribbling

La sfortunata storia di Gigi Meroni, il calciatore beat.

Promozioni

Con almeno due libri acquistati, un manifesto in omaggio

Spedizione gratuita per ordini superiori a 50€

Ti potrebbe interessare

Di padre in figlio
Altri Sport
Andrea Catalano
21 Febbraio 2020

Di padre in figlio

L'eredità sportiva è un peso o una risorsa?
Sport USA e getta
Calcio
Luca Giorgi
06 Febbraio 2017

Sport USA e getta

Dobbiamo essere chiari, per come intendiamo noi lo sport gli Stati Uniti non hanno una cultura sportiva.
Giampiero Galeazzi
Ritratti
Nicola Ventura
06 Febbraio 2019

Giampiero Galeazzi

Bisteccone e la sua genuinità, una storia da raccontare.
A nessuno frega più niente della nazionale
Papelitos
Gianluca Palamidessi
12 Novembre 2021

A nessuno frega più niente della nazionale

E forse a nessuno gliene è mai importato davvero.
Sandro Ciotti, l’inconfondibile voce
Ritratti
Matteo Mancin
09 Novembre 2018

Sandro Ciotti, l’inconfondibile voce

L'uomo, l'artista, il professionista.