Alla scoperta di una rivalità culturale ancor prima che sportiva.
Ci sono derby e derby in Italia ma nessuno in cui i colori stessi delle squadre, quelli delle loro storie e identità, si costruiscono proprio a partire dalla rivalità stessa, dalla necessità di schierarsi l’una contro l’altra e così sottolineare la propria differenza. Quest’anno, nel campionato di Serie C girone C, è tornato uno dei derby più affascinanti del meridione: quello tra Avellino e Benevento. Da una parte una squadra, quella biancoverde, famosa per i 10 anni di Serie A e per aver scritto, negli anni ‘80, pagine importanti del calcio italiano. Dall’altro un club, quello giallorosso, con una tradizione nel grande calcio più recente, fatta di due apparizioni nel massimo campionato ma anche di una caduta libera dalla Serie A alla Lega Pro in appena due anni.
La posta in palio sarà importante, con le due formazioni che si contendono il secondo posto in classifica per sperare in una partenza sprint nella lotteria dei playoff. Già l’andata, disputata allo stadio Vigorito di Benevento e conclusa con la vittoria degli irpini per 1-0 grazie al gol di Cosimo Patierno, è stata una partita particolare, balzata agli onori della cronaca nazionale per il gigantesco qr code mostrato dai tifosi dell’Avellino (e costato una multa e la chiusura della Curva Sud per un turno) il quale, una volta scannerizzato, mostrava uno sfottò tanto innovativo quanto offensivo nei confronti dei tifosi rivali.
Una rivalità antica, quella tra Avellino e Benevento, che affonda le sue radici a inizio Novecento, quando le due formazioni appena fondate si affrontavano nei vari campionati di competenza. La prima gara, seppure in un torneo regionale, risale al 13 aprile del 1924: una domenica delle palme, solitamente dedicata alla pace e al perdono e che invece, quel giorno, scatena una vera e propria guerra. Il Benevento passa infatti in vantaggio con Ambrosini, scatenando un parapiglia tra i giocatori delle due squadre. Fino a che un calciatore del Benevento, seduto in panchina, estrae addirittura dalla tasca una rivoltella e punta il portiere dell’Avellino Serafino Galasso. La situazione tuttavia non degenera in quanto il capitano dell’esercito Umberto Penna, presente all’incontro, blocca il giocatore per arrestarlo. La partita, ça va sans dire, viene sospesa dall’arbitro Manlio Cadini. . .
Dopo sette anni lanciamo la nostra sfida. E chiediamo il vostro sostegno per farlo. Contrasti ULTRA, il piano
di abbonamenti della rivista, è lo sbocco naturale di un progetto che vuole svincolarsi dalle logiche dei
trend topic e del clickbaiting, delle pubblicità invasive e degli investitori invadenti. Un progetto che
vuole costruirsi un futuro solido e indipendente.
L'abbonamento darà accesso ai migliori articoli del sito e ad una newsletter settimanale di lotta, di
visione e di governo. Il vostro sostegno, in questo grande passo, sarà decisivo: per continuare a rifiutare
i compromessi, e percorrere fino alla fine questa strada - lunga, tortuosa, solitaria - che ci siamo scelti.
Ora e sempre, il cuore resterà il nostro tamburo. Grazie.