Il ducatista trionfa a Misano nel giorno del saluto al Dottore.
È nata una stella. Forse due, perché oltre a Francesco Bagnaia anche Enea Bastianini si è preso la scena. A casa nostra, nella splendida Misano Adriatico, circuito che porta il nome di Marco Simoncelli. L’Italia che vince, talento motoristico in sella ad un’altra Italia di qualità che si chiama Ducati. Rossa quella di Bagnaia, blu con tinte verde fluo quella di Bastianini (che guida una vecchia Desmosedici del 2019). C’è gloria per tutti.
Pecco ha conquistato il suo secondo successo in MotoGP concedendo il bis di Aragon di settimana scorsa. Condotta magistrale per il torinese, che scatta bene dalla pole, gestisce le gomme e resiste al ritorno di Fabio Quartararo, ancora leader del mondiale a +48 sullo stesso Bagnaia. Ma sul podio di Misano c’è anche Bastianini. A sorpresa, perché la prestazione del riminese (cresciuto tra i rettilinei e le staccate di Misano) è magistrale: il rookie della Ducati Avintia parte dalla dodicesima casella, rimonta infilando Marquez e Miller e chiude sul terzo gradino del podio.
È un tricolore vivo quello che sventola sotto il cielo del Marco Simoncelli. Bagnaia, che a quattro gare dal termine può ancora inseguire il sogno mondiale, si è scrollato di dosso la ruggine della fase centrale del campionato con una doppietta che ne certifica il talento e consolida i gradi di prima guida Ducati.
Ad Aragon ha sgomitato con quel cagnaccio di Marquez mentre a Misano ha gestito da campione. Pecco è un pilota completo in grado di interpretare diversi spartiti, centauro di lotta e di fuga. Con il bolide di Borgo Panigale il feeling è invidiabile, eccetto i problemi di usura delle gomme che ne hanno limitato il rendimento nell’arco del campionato. Pecco doveva soltanto sbloccarsi e i primi due successi in MotoGP lo iscrivono tra i big della classe regina di qui agli anni a venire.
Del resto Bagnaia ha saputo battere tutti i rivali più forti: Marquez, Quartararo, il compagno di squadra Miller ma anche Morbidelli e il rookie terribile Jorge Martin. Il trionfo davanti al pubblico romagnolo (polverizzati i 25 mila biglietti disponibili alla faccia del flop di Monza in F1) arriva nel primo dei due gran premi di congedo di Valentino Rossi dai tifosi italiani. Vien da sé allora una domanda: è Pecco l’erede del Dottore? L’investitura è arrivata dallo stesso Valentino:
“L’Italia in MotoGP è in una buona situazione, anche senza di me e questo è positivo – ha detto dopo la gara di Misano e il saluto del suo popolo giallo – Pecco si batterà per il mondiale il prossimo anno e lo sta facendo anche in questo. Poi nel 2022 della partita sarà anche Morbidelli”.
La pista sembra confermare le sensazioni del paddock: Bagnaia è pronto a raccogliere lo scettro di Vale e dare l’assalto a un mondiale che all’Italia manca da dodici anni.
Ma Pecco non è solo. Morbidelli, vicecampione del mondo in carica, è tornato in pista a Misano a tre mesi dall’operazione al ginocchio che lo ha costretto a saltare gran parte della stagione. Per lui è arrivata la meritata promozione nel team ufficiale di Yamaha, con il rientrante Andrea Dovizioso spedito nel team satellite Petronas. Morbido (18esimo) ha pagato lo scotto dell’inattività così come Dovi (21esimo e ultimo) ma l’orizzonte è già puntato alla prossima stagione.
L’Italia c’è, dunque. Valentino non ha fatto terra bruciata intorno a sé, anzi. La VR46 Academy ha lanciato Bagnaia e Morbidelli e si coccola Marini e Bezzecchi. I due potrebbero ritrovarsi in sella alla Ducati del VR46 Team, al debutto in MotoGP dalla prossima stagione. Il progetto di Valentino ha ridato slancio a un movimento che pareva soffocato dal peso del nove volte campione del mondo. Il Dottore lascia in eredità un nutrito gruppo di giovani talentuosi che sognano di emulare le gesta del 46.
A proposito. A Misano la festa è totale: in Moto3 ha trionfato il promettente Dennis Foggia davanti a Niccolò Antonelli e Andrea Migno. 70 anni in tre. C’è vita oltre Valentino. Il Dottore può prendersi una meritata vacanza. E godersi lo spettacolo. Con l’Italia su una motocicletta, quello non manca mai.