L’ennesima sconfitta, l’ennesima umiliazione, l’ennesima beffa. Il Barcellona perde 2 a 0 contro l’Atletico Madrid al Wanda Metropolitano, ma non è tanto il risultato a far notizia (il Barça perde e non fa notizia, eccola la notizia), quanto il secondo gol dei Colchoneros, siglato dal grande (e rimpianto) ex Luis Suarez. Dopo aver congiunto le due mani quasi a chiedere scusa ai suoi ex tifosi, tornando verso il centro del campo il Pistolero mima una telefonata, la stessa con cui l’attuale (ma ancora per quanto?) allenatore dei blaugrana Ronald Koeman lo aveva scaricato la scorsa estate, ritenendolo un giocatore finito.
Inutile ricordare come è finita: il Pistolero è stato più che decisivo per la conquista della Liga da parte della banda Simeone, mentre il Barcellona con l’olandese in panchina, vittoria della Copa del Rey a parte, ha solo collezionato figuracce, sia in campionato che in Champions. Lo stesso Koeman (in tribuna perché squalificato) al gol dello “scaricato” uruguayano non ha potuto fare altro che mettersi la mano sul volto dalla disperazione. Comprensibile, alla luce del terrificante avvio di stagione del Barcellona. I blaugrana, che rischiano l’eliminazione al primo turno della Coppa dalle grandi orecchie (sei gol subiti e zero segnati nelle prime due partite), sembrano essere già tagliati fuori dalla corsa al titolo.
L’immagine della serata
Ormai in Spagna non si fa altro che parlare dell’esonero del mister olandese, con Xavi e Pirlo (sul serio?) favoriti per la sostituzione. Certamente Rambo ha le sue gravi colpe, in primis un modulo, il 3-5-2, che mal si amalgama con i giocatori in campo ed è pesantemente criticato da tifosi e giornalisti vicini all’ambiente catalano. Tuttavia è impossibile non notare le evidenti carenze di molti dei calciatori blaugrana, specie dei nuovi acquisti: Eric Garcìa e Sergino Dest sono giocatori che faticherebbero a trovare posto in una squadra di metà classifica, Depay è troppo discontinuo per essere il leader offensivo della squadra, Aguero passerà più tempo in infermeria che in campo, Luuk De Jong come sostituto di Suàrez è uno scherzo di cattivo gusto, Braithwaite è Braithwaite.
Questo Atlético ha un obiettivo e questo Barça no. Koeman è stato criticato per aver giocato con tre difensori e due laterali per coprirsi, ieri invece ha schierato una squadra con quattro dietro. Lo hanno accusato di non mettere i giovani e lui li ha messi. […] Un Barça senza gol deve proteggersi di più, ma ogni volta che Koeman lo propone, lo distruggono. Lo spogliatoio ha un buon clima secondo Piqué, ma l’allenatore è stato costantemente messo in discussione e questa settimana il club ha cercato dei sostituti.
Se i nuovi piangono, i veterani di certo non ridono: Piqué ormai pensa solo a fare l’imprenditore, Busquets purtroppo sta invecchiando, Jordi Alba e Ter Stegen sono quelli che più ci provano, ma anche loro sono ormai discontinui nel rendimento. Per chiudere il cerchio, non si può non citare sul banco degli imputati la disastrosa gestione societaria, con il suo miliardo e più di debiti (e il Covid non può essere usato come scusa, visto che il bilancio era già disastrato in precedenza), frutto di spese folli per giocatori che non hanno minimamente reso secondo le aspettative (più di 300 milioni per i flop Coutinho, Dembelè e Griezmann), e che hanno portato come conseguenza finale l’addio di Lionel Messi (non più tesserabile per le nuove regole sugli stipendi della Liga): la certificazione della nuova dimensione del Barcellona, da grandissima a piccola squadra.
Una speranza per evitare un futuro ancor più nefasto può essere forse la Cantera: i giovani cresciuti nella storica Masia (Pedri, Ansu Fati, Puig, per non citare che i migliori prospetti) sono già adesso l’anima del Barcellona e storicamente il Barça è sempre rinato puntando su di loro. Anche perché cacciare Koeman, come ha riportato AS negli scorsi giorni, costerebbe al club altri 13 milioni di euro.