State attenti a cosa dite, sempre, anche nello scherzo.
Ha fatto il giro dei quotidiani italiani, con conseguente “bufera social”, lo scambio di battute tra Matteo Bobbi e Davide Valsecchi durante la diretta Sky del post GP di Barcellona. I due sono stati accusati di sessismo nei confronti di due ragazze presenti in quel momento nel paddock, visibili in diretta TV alle spalle di Federica Masolin (come al solito conduttrice del programma assieme a Valsecchi) mentre Bobbi commentava dal suo ormai celebre “stanzino” la Tech Room. In pochi secondi, è andata in scena l’ennesima puntata della serie “non si può dire”, che ha portato i due a scusarsi subito via Instagram e ad essere sospesi dal ruolo per il prossimo Gran Premio del Canada.
Da premettere un tema: oggettivamente la Formula 1 dal punto di vista sportivo ha poco da raccontare in questo momento, Red Bull con Max Verstappen domina la griglia di partenza da inizio stagione e Ferrari si trova addirittura un passo indietro – in termini di performance e morale – rispetto all’anno scorso, dopo aver tagliato la testa di Binotto col favore del pubblico a fine 2022. Alla vigilia del Gran Premio del Montmelò, però, il tema era il tanto atteso arrivo dei pacchetti di aggiornamento Ferrari, clamorosamente bocciati da Charles Leclerc già dalle qualifiche.
E mentre le analisi tecniche si concludono qui, è l’episodio extra sportivo che fa discutere: “volevo dire a Davide che dietro di lui c’è un bel pacchetto di aggiornamenti, se si gira” – provoca Bobbi indicando le ragazze – “già li conosco, purtroppo mi hanno detto che non si può testarli, io alzo le mani!” – risponde Valsecchi. Federica Masolin cerca di chiudere la questione prendendo le redini del discorso chiedendo ironicamente asilo politico, per poi leggere un messaggio di uno spettatore:
“li rivedremo sani e salvi al prossimo Gran Premio dopo questo siparietto apprezzato soprattutto dalle loro consorti?”.
Al di là del giudizio sullo stile, Bobbi e Valsecchi sono due piloti, prima di tutto, molto preparati e competenti, nella loro carriera professionistica hanno vinto campionati FIA GT e GP2 e proprio per questo sono lì, per interpretare e analizzare uno sport complesso e stratificato come quello della Formula 1 senza strafalcioni, sono gli esperti del mestiere, e portano questo valore aggiunto indispensabile all’interno della squadra motori di Sky. I cosiddetti talent sono lì proprio perchè hanno quel fuoco sacro che i commentatori non hanno, mostrano di cos’è fatto lo sport nelle viscere, quali sono le dinamiche anche più nascoste.
Ora si ritrovano sospesi e costretti alle scuse per uno scambio di battute nient’altro che provocante e ironico, senza alcuna volgarità o provocazione sessista. Battute maschili, molto semplicemente, una sfumatura e una differenza rispetto al maschilismo che sempre meno viene concessa nelle interpretazioni pubbliche e mediatiche, sbilanciate dalla cultura woke che cerca e vuole trovare lo stupro a tutti i costi e il maschio nemico in quanto tale.
Ahinoi siamo alla anestetizzazione della Formula 1, un ambiente in cui prima tutto era concesso (fin troppo) e in cui oggi tutto dev’essere palliativo, innocente, divertente ma corretto politicamente. Un’impalcatura insostenibile perchè il motorsport non è questo, che piaccia o meno, non è innocente, è tutt’altro. Il motorsport è rischio, ragione e incoscienza, coraggio e paura, eros e thanatos. Una delle caratteristiche che ha reso il motorsport glorioso è l’umana troppo umana sfida alla morte, la pulsione erotica che permette di usare il cuore come un tamburo verso l’abisso di una curva a 300km/h.
Pulsione erotica che non può non esprimersi anche nel rapporto con il sesso femminile. Anche di questo, soprattutto di questo elemento è fatta la composizione chimica dei piloti quelli che ci esaltano, quelli capaci di gesti straordinari al volante di un’auto da corsa. Sono fatti di passioni dominanti, alla costante ricerca di limiti, sono estroversi, eccessivi, constrastanti, smodati. Da questo episodio nasce un brutto precedente, che rappresenta uno spirito del tempo di castrazione del pensiero prima ancora dell’azione. E di scintilla fulminea tra pensiero e azione, tra volontà e coscienza, sono fatte le corse, non di schizofrenia moralista. Un’ultima domanda: ma le dirette interessate, si sono offese?