Critica
21 Ottobre 2022

La Bobo TV in Rai pugnala alle spalle il giornalismo sportivo

Se il servizio pubblico diventa un affronto alla nostra intelligenza.

La Rai che ha scelto di ingaggiare i quattro moschettieri della Bobo TV per commentare – a caldo, pure quando sarà a freddo – le partite mondiali di Qatar 2022 ci ricorda la puntata dei Simpson dove Burns finge di essere uno studente per convincere Skinner a cedere il suo pozzo di petrolio alla centrale nucleare. Iniziamo questo papelito con una battuta perché discutere seriamente la scelta della Rai per noi è davvero complicato. Per noi che siamo cresciuti con il mito di Novantesimo minuto, ma anche – non ce ne voglia la generazione Z – della Domenica sportiva, leggere questa notizia ci ha scioccato.

Eppure, ci ha anche fatto riflettere. Mamma Rai è sempre stata l’avanguardia della retroguardia, la tradizione che difende strenuamente i confini del giornalismo sportivo dagli assalti di una narrazione isterica e stomachevole. Ha spesso indicato la via e, più in generale, è sempre rimasta “a galla” nella terribile (in senso positivo) concorrenza di Sky Sport e Mediaset. Il mondiale, sopra ogni altra cosa, è sempre stato un affare della Rai. Ma evidentemente il più antico servizio pubblico televisivo non vive di mezze misure. Mutatis mutandis, già il passaggio da Lundini a Cattelan ci aveva avvertito sui pericoli che il 2022 avrebbe recato con sé in Rai: ora però, con l’inserimento della Bobo TV sul palinsesto sportivo, la direzione presa ci appare definitiva – e definitivamente tragica.

“Faremo 22 pillole di 4/5 minuti, io e Nicola Ventola saremo a Milano, mentre Antonio Cassano sarà a Genova e Adani in Qatar. Parleremo di calcio, parleremo dei campioni. L’unico problema sarà che dovremo tenere Antonio calmo. Saranno 22 pillole (?, ndr), saremo con voi tutto il Mondiale con pillole divertenti per vivere il torneo con leggerezza. Sarà un bel Mondiale”.

Bobo Vieri alla presentazione dei palinsesti Rai per la prossima Coppa del Mondo

Non è certo la prima volta che la Rai fa un esperimento di questo tipo. Era già capitato, se ricordate, con la Gialappa’s Band, trio comico reso celebre dalle colonne digitali di Mai Dire Gol. Ma in quel caso, perlomeno, si trattava di rendere più leggero il calcio attraverso l’arte – dichiarata – di tre comici, o intrattenitori se volete. Ma la Bobo TV, esattamente, che scopo ha? Vieri parla di “leggerezza” (eufemismo), ma in che senso? E come, se a comporne il quadretto sono un giullare (Cassano), un comico involontario (Vieri), Nicola Ventola (sic!) e Lele Adani, un mitomane ormai vittima del proprio personaggio?



La Rai è servizio pubblico, quindi la questione non può ridursi banalmente alla “scelta editoriale”. Qui c’è in gioco l’intelligenza di tanti – non tutti, visto il seguito che ha la Bobo TV – ma soprattutto il rispetto per molti – perché Cassano sono mesi che insulta e predica a destra e a manca in tutta libertà: lecita fino a un certo punto nei confini della Bobo TV in onda su Twitch, meno lecita se si tratta di andare in onda sul canale principale degli italiani che seguiranno il mondiale sulla televisione pubblica.

Senza allargare il discorso alla terribile epidemia che ha colpito il giornalismo sportivo in tv – quella cioè di far parlare solo e unicamente ex-calciatori, molti dei quali democristiani e tutto meno che critici (no, quella di Cassano non è critica: è stupidità sublimata a superbia) – qualcuno dovrebbe far notare a Mamma Rai, da sempre attenta al lato educativo e pedagogico della narrazione sportiva, che su quattro “opinionisti” non ce ne è uno alla Bobo TV che sappia parlare la lingua italiana. Ci aspettiamo gestualità d’orango, grida a vuoto e schiamazzi confusi. Tutto ci aspettiamo da questo strambo e inquietante esperimento Rai, meno che rispetto, deontologia e preparazione. Quel mestiere sul quale la Rai ha sputato senza ritegno è per noi un’arte sacra, inviolabile ed estremamente seria: l’arte del giornalismo sportivo. Ci scuserete, se ai bomber preferiamo i boomer. Ma il giornalismo è un’altra cosa.

SUPPORTA !

Ormai da anni rappresentiamo un’alternativa nella narrazione sportiva italiana: qualcosa che prima non c’era, e dopo di noi forse non ci sarà. In questo periodo abbiamo offerto contenuti accessibili a tutti non chiedendo nulla a nessuno, tantomeno ai lettori. Adesso però il nostro è diventato un lavoro quotidiano, dalla prima rassegna stampa della mattina all’ultima notizia della sera. Tutto ciò ha un costo. Perché la libertà, prima di tutto, ha un costo.

Se ritenete che Contrasti sia un modello virtuoso, un punto di riferimento o semplicemente un coro necessario nell'arena sportiva (anche quando non siete d’accordo), sosteneteci: una piccola donazione per noi significa molto, innanzitutto il riconoscimento del lavoro di una redazione che di compromessi, nella vita, ne vuole fare il meno possibile. Ora e sempre, il cuore resterà il nostro tamburo.

Sostieni

Gruppo MAGOG

La partita del secolo
Papelitos
Gianluca Palamidessi
19 Dicembre 2022

La partita del secolo

Argentina-Francia è stata una metafora dell'esistenza.
La colpa degli argentini? Essere bianchi!
Critica
Gianluca Palamidessi
11 Dicembre 2022

La colpa degli argentini? Essere bianchi!

La domanda è: quando, il Washington Post, parlerà dello stesso problema per la Croazia?
È tornato il calcio degli stregoni
Critica
Gianluca Palamidessi
10 Dicembre 2022

È tornato il calcio degli stregoni

I Mondiali come essenza del calcio.

Promozioni

Con almeno due libri acquistati, un manifesto in omaggio

Spedizione gratuita per ordini superiori a 50€

Ti potrebbe interessare

Pierluigi Spagnolo, una voce fuori dal coro
Interviste
La Redazione
06 Novembre 2020

Pierluigi Spagnolo, una voce fuori dal coro

Intervista all' autore de' I ribelli degli Stadi e Contro il calcio moderno.
Lo sport
Altro
La Redazione
05 Luglio 2019

Lo sport

Maestri, Episodio X: Ennio Flaiano.
Così è (se vi pare)
Altri Sport
Davide Bernardini
07 Aprile 2018

Così è (se vi pare)

Intervista a Marco Ballestracci, narratore di vita e di sport.
Il rigore più lungo del mondo
Altro
La Redazione
14 Giugno 2019

Il rigore più lungo del mondo

Maestri, Episodio VIII: Osvaldo Soriano.
La filosofia sègheliana di Mario Sconcerti
Critica
Pippo Russo
21 Febbraio 2018

La filosofia sègheliana di Mario Sconcerti

Da Antonio Giordano a Mario Sconcerti, il giornalismo sportivo italiano sta in gran forma.