Sono giorni intensi in Argentina. Oggi si definiranno le elezioni politiche del Presidente più imprevedibili degli ultimi 40 anni di storia del paese. A La Casa Rosada puntano in un bipolarismo perfetto il peronista Sergio Massa e l’esponente di estrema destra Javier Milei. Nel paese si guarda finalmente a una svolta, dopo anni complicati, in cui l’Argentina ha dovuto affrontare una gravissima crisi economica e finanziaria che ha portato a tre default negli ultimi 20 anni. Ecco perché i programmi politici presentati sono ricchi e delicati.
Lo sport non rientra certamente tra le preoccupazioni primarie dei due candidati, ma Javier Milei si è esposto illustrando idee rivoluzionarie per l’equilibrio calcistico argentino. La proposta di quest’ultimo sarebbe quella di trasformare i club in società per azioni, argomento che come si può intuire ha infiammato il settore al punto che gli affiliati alla Federcalcio argentina (AFA) si sono schierati apertamente contro il candidato libertario. Nel caso dei giocatori, praticamente tutti hanno optato per il silenzio.
“Sebbene si tratti di una questione minore rispetto ai punti più dirompenti della campagna di Milei, come la negazione del terrorismo di Stato della dittatura, la regolamentazione del mercato delle armi e degli organi, la dollarizzazione dell’economia o la rottura con il Vaticano e il governo nelle economie cinese e brasiliana, l’annuncio di un drastico cambiamento nella struttura delle società di calcio professionistiche ha smosso gli animi”, scrive l’edizione argentina del País. Se oggi Milei diventerà presidente, ha anticipato che promuoverà l’arrivo delle società per azioni per le istituzioni sportive, un modello di capitale privato vietato dalla legge in Argentina, dove i club operano da più di 100 anni come società civili senza scopo di lucro e sono gestiti da leader eletti attraverso il voto dei loro membri.
“Mi piace il modello inglese, le società per azioni, i club quotati in borsa”, dichiarava Milei nell’ottobre del 2022, quando la sua forza politica, La Libertad Avanza, sembrava lontana dalla presidenza. “Il Boca potrebbe essere acquistato dal capitale arabo o il River dal capitale francese. Che diavolo te ne frega di chi possiede [il club] se batti il River 5-0 e sei campione del mondo? O preferisci continuare in questa miseria, in questo calcio di pessima qualità? Come facciamo ogni volta che lasciamo l’Argentina?”, affermava.
Milei ha insistito proprio questa settimana sul modello di privatizzazione. “Perché limitare la possibilità di avere club che siano società per azioni? E se qualcuno volesse che il proprio club fosse come il Manchester City? Qual è il problema? Che effetto avrà sulle altre istituzioni?”, ha continuato a ripetere il candidato libertario nelle ore precedenti il secondo turno. Ovviamente però, in sintonia con il tentativo di moderazione mostrato nelle ultime settimane a seguito della mobilitazione dell’ambiente nei confronti delle sue proposte più estreme, questa volta ha chiarito: “I club possono [anche] continuare come sono adesso, senza problemi. Ma deve esserci un solo schema di struttura societaria?”.