Tifo
02 Novembre 2021

Avete mai giocato a PES con Andy Warhol?

Chi non salta, una mostra artistica tra calcio, cultura e identità.

È stata prorogata fino al 28 novembre la mostraChi non salta. Calcio. Cultura. Identità” (Museo di Fotografia Contemporanea Mufoco, Cinisello Balsamo), una mostra in cui le diverse opere/operazioni artistiche raccontano l’influenza sociale e culturale del gioco più bello del mondo.

Il rapporto tra calcio e arte è ormai rodato. Sono talmente tante le forme in cui questi mondi si sono incontrati che sarebbe superfluo ricordare come i soprannomi che l’avvocato Agnelli diede a due giocatori come Zidane e Del Piero, rispettivamente De La Croix e Pinturicchio (cosa che in Italia ha fatto scoprire gli affreschi del maestro umbro), derivavano dai manuali di storia dell’arte.

Anzi, come direbbe la “voce” di Altafini in un vecchio PES, “pagina 49 del manuale dell’arte”. La giocata del fuoriclasse veniva premiata nel gusto aristocratico ed elitario di Giovanni Agnelli, dall’equiparazione al capolavoro artistico inteso come simbolo e superamento, al tempo stesso, del suo contorno storico e sociale. L’arte è universale come un goal in rovesciata al 90esimo. Una punizione del resto, come le telecronache insegnano, non è altro che un pennellata.

Quello che stupisce della mostra non è l’aver analizzato il calcio attraverso l’arte ma aver usato l’arte per spiegare come il calcio sia un fattore sociale e identitario fortissimo. Soprattutto, è grazie alla capacità analitica del suo curatore – il milanistissimo Matteo Balduzzi – che per la prima volta possiamo vedere quanto l’attenzione artistica verso il calcio abbia assunto diversi linguaggi, forme e modelli.

La mostra nel suo spazio espositivo viene introdotta da una serie di citazioni di Pasolini: “Il calcio è l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo anche se è evasione. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro”. Le citazioni sono accompagnate dalle foto – collezione Mufoco – che ritraggono l’anti-intellettuale giocare a calcio nei campetti polverosi di Centocelle (foto di Federico Garolla, 1960).

Sartre, Camus, Benni e Buzzati, sono diversi gli scrittori e i poeti che hanno vissuto la fascinazione del calcio, eppure una figura continua a rimanere fuori da questa cerchia: Luciano Bianciardi. Lo scrittore grossetano trovò il tempo, tra la descrizione del difficile passaggio italiano dalla società rurale a quella industriale (Vita Agra, 1962) e la ripresa altrettanto difficile della storia risorgimentale italiana (Da Quarto a Torino. Breve storia della spedizione dei Mille, 1960) di scrivere sul Guerin Sportivo una rubrica a dir poco spiazzante.


Nella sua composizione la mostra si divide in due sezioni principali: nella sala al primo piano, il calcio guardato, inteso come tifo e rappresentazione di un’identità collettiva; al secondo piano il calcio giocato, inteso come pratica, momento di incontro e formazione. Il progetto espositivo è poi completato da una mostra all’aperto dedicata al calcio nella città di Cinisello Balsamo, risultato di un progetto speciale prodotto per l’occasione e da un’attività di ricerca specifica e partecipata svolta sul territorio.

chi non salta mostra
Uno spazio della mostra

Il Mufoco è del resto un gioiello di partecipazione sociale e lavoro sul territorio e come tale diventa la sede naturale per spiegare e visualizzare quello che è a tutti gli effetti – sia nel suo essere tifato che nel suo essere giocato – una pratica territoriale. In questa mostra il Mufoco pertanto si presta ad essere tanto una curva quanto una panchina e i linguaggi visivi con i quali gli artisti raccontano il calcio si sviluppano in maniere inaspettate. È difficile, tuttavia, in una mostra così densa, analizzare il lavoro di ogni singolo artista senza trasformare un articolo in un saggio critico, soprattutto è impossibile analizzare il lavoro di ognuno dei 34 artisti/gruppi presenti. Pertanto, come un allenatore in preda all’abbondanza di rosa, faremo delle scelte dettate dal gusto personale che speriamo possano rendere al meglio lo spirito della mostra e incuriosire il lettore.


The Cool Couple

Emozioni Mondiali, 2018 – in corso


L’operazione dei The Cool Couple è quella che all’interno del gergo della critica artistica viene chiamata institutional critique, ovvero quella critica che da dentro il sistema ne sottolinea storture e problematicità. In questo caso poi il sistema è doppio, arte e calcio. L’operazione dei TCC consiste nella ricostruzione del mondo della storia dell’arte all’interno di PES. Attraverso l’espansione della versione del noto videogioco, nella sua edizione 2018, i due artisti hanno creato un mondiale dove a sfidarsi sono i maggiori movimenti artistici del ‘900, quelli che per l’appunto hanno definito il sistema della storia dell’arte occidentale per come lo conosciamo e studiamo oggi.

Tra le squadre coinvolte nella competizione troviamo Rinascimento, Baroque, Futuristi 1909, DADA, S.F. Surrealiste, Abstract Expressionism, Land Art e Arte Povera. I TCC non solo hanno creato le squadre ma hanno scelto i moduli di gioco in base alle rispettive poetiche di ogni movimento. Hanno poi customizzato le sembianze dei giocatori e ovviamente le divise e i gli scudetti di ogni squadre grazie ad un lavoro di 3 mesi con degli studenti dell’Accademia di  Belle Arti di Siracusa (Made).

Quella futurista è ispirata alla tele fluo di Depero mentre quell’Arte Povera come sponsor ha il Museo del 900. I parallelismi tra i due mondi sono molteplici, ma i comuni denominatori si possono trovare nei concetti di competizione e valore. Oggi l’arte contemporanea è un mondo estremamente competitivo, come direbbe Malesani “una giungla”, e l’idea di palesarne questa estreme rivalità attraverso il calcio serve a rendere evidente questo meccanismo, soprattutto, rende evidente la mancanza di collaborazione e cooperazione. Sul concetto di valore i TCC hanno stabilito un’ulteriore similitudine tra i due mondi. Il metro di giudizio con il quale sono stati creati i diversi parametri degli artisti-giocatori, infatti, non potendo basarsi sulla prestazioni sportive, è stato individuato nel mercato.

the cool couple picasso
Picasso, niente di meno (The Cool Couple, Emozioni Mondiali)

La stella del gioco è pertanto Andy Warhol. Il padre della pop-art ha poi di contro il parametro più alto per quello che riguarda la possibilità di infortuni (Warhol era molto cagionevole e, nonostante fosse sopravvissuto ad un agguato armato, è morto per le complicanze di calcoli renali). Questa segna, tra l’altro, un parallelismo perfetto con Neymar. Oltre a valore e competizione, un concetto critico che i TCC fanno emergere è l’impossibilità di creare giocatrici. Questo non significa tanto una mancanza verso il calcio femminile da parte di PES, quanto una mancanza dell’arte contemporanea nel sostenere, promuovere e ricordare il lavoro di tante artiste. Se prendete un compendio di storia dell’arte del ‘900 vi accorgerete immediatamente di questo sbilanciamento. Detto questo, far segnare una tripletta a Boccioni è stato fantastico.


AS Velasca

Sayenza Lento, 2019


Davanti alle fotografie di Pasolini, quasi in un contrappunto di polveri tra le periferie romane e le township sudafricane, viene presentato il lavoro dell’AS Velasca dal titolo Sayenza Lento. L’AS Velasca che deriva nome e simbolo dalla famosa Torre Velasca di Milano progettata negli anni ‘50 dallo studio BBPR, è a tutti gli effetti un’opera in campo. Ovvero, è un’associazione sportiva fondata tra Parigi e Milano nel 2015 dall’artista Wolfgang Natlacen, Marco De Girolamo, Karim Khideur, Moris Mandelli e Clément Tournus.

L’AS Velasca è iscritta regolarmente al CONI e gioca in Terza Categoria. L’AS Velasca è anche un’opera di design totale in quanto dalle magliette – sponsorizzate Le Coq Sportif – alla fascia da capitano passando per i biglietti delle partite; tutto è personalizzato secondo il gusto del direttivo artistico-sportivo. La Terza Categoria non ha mai visto così tanta estetica. L’opera portata in mostra è la documentazione di un viaggio intrapreso dalla squadra – che nel corso degli anni ha costruito ponti con altre culture e realtà calcistiche – in Sud Africa per giocare un’amichevole nella township di Soweto contro il Soweto Stars F.C. Appese al muro del museo si possono vedere le magliette ancora sporche di terra rossa. Le due squadre sono gemellate e la divisa per la stagione 2020/2021 è stata disegnata dal famosissimo artista afrikaner Kendell Geers.

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La divisa per la stagione 20/21, ideata da Kendell Geers

Giovanni Ambrosio e Sébastien Louis

Gioventù Ultras, 2016-2021


A dispetto di un’immediata interpretazione del titolo, il lavoro riflette non tanto sui giovani ultras quanto sul mondo ultras come potere destituente governato da una fortissima spinta vitale. Un’irriducibile giovinezza anti sistemica in cui il performativo, inteso come utilizzo teatrale del corpo e della voce in uno spazio dato (la curva) è l’elemento predominante. Il progetto del duo Ambrosio-Louis oltre ad essere estremamente completo – in quanto unisce la ricerca visuale/estetica della fotografia (Ambrosio) e la ricerca sociologica sul campo (Louis) – dimostra di aver colpito nel cuore del mondo ultras dal momento che non c’è tifoseria che non abbia aperto i propri archivi e che non abbia messo a disposizione materiale.

Giovanni Ambrosio, Gioventù Ultras

Con questo lavoro si entra dentro quella che Ambrosio definisce “intertestualità ultras” ovvero una complessa ramificazione di significati costruiti nel tempo attraverso l’uso e l’appropriazione di diversi materiali. Oltre alle nascenti culture ultras del Nord Africa il progetto ci porta, infatti, dentro al mondo degli archivi ultras. Questi archivi sono composti da immagini vernacolari, cimeli e reliquie che non hanno funzione sacra quanto ordinaria. Sono prassi ordinarie storicizzate e questo lo si può vedere dal fatto che gli stessi gruppi ultras non si rendono contro di quanto siano stati fondamentali a scrivere la storia parallela delle loro città.

Il loro vissuto, anche se archiviato, rimane estremamente fisico. In mostra si possono vedere, così, una serie di materiali come le cartoline “porno-ultras”, ovvero,  collage di immagini porno sullo sfondo di curve con sciarpate e fumogeni. Questi proto-saggi visuali descrivono la vitalità di un movimento, in particolare nel suo momento iniziale, che ha fatto dell’uso dei materiali poveri uno dei suoi marchi di fabbrica. Striscioni, sciarpe, pezze e adesivi. Un esempio esposto in mostra è lo zaino Invicta anni ’90 del capo ultrà del Monopoli (Bad Boys). Su quello zaino, attraverso le stratificazione dell’Uniposca nero, si può leggere il manifesto dell’irrazionalità ultras e dell’irriducibilità ad essere un qualcosa di predefinito.

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Giovanni Ambrosio, Gioventù Ultras

Celtiche, Vasco Rossi e una bandiera della Gran Bretagna simbolo del punk convivono perché la curva non è un laboratorio politico tradizionale. La sua politica, che si attua anche nella gestione dello spazio della polis, risiede proprio nell’affermazione – a volte ostentata ai limiti dell’adolescenziale – di non voler essere irreggimentati, addomesticati all’interno di una serie di valori morali aprioristici. In poche parole gli ultras devono rompere il ca**o altrimenti non sono.

Tutto questo rappresenta una spinta vitale fortissima che si vede correre nei corpi vibranti e tesi di ragazzi e ragazze ad ogni latitudine del mondo, da Casablanca a Monopoli. Questo del resto è testimoniato proprio dalla fotografia che è diventata la locandina della mostra. Nella foto si vede un ragazzo con la maglia del Barcellona mentre cerca di rimanere in equilibrio su di uno sgabello alquanto rudimentale. Quel ragazzo è il lancia cori degli Ultras Khalele di Hebron durante una partita a Betlemme nel 2016. Lì nel luogo dove la battaglia palestinese è un concetto culturale incarnato, la curva offre uno spazio di collettività ulteriore. Tutto questo è il mondo ultras, un mondo in uno spicchio di stadio come fosse cielo in una stanza.


Gli artisti presenti in mostra sono Andrea Abati, Giampietro Agostini, Giovanni Ambrosio e Sébastien Louis, Autopalo/Gli Impresari, Davide Baldrati, Olivo Barbieri, Gabriele Basilico, Walter Battistessa, Ruth Beraha, Gianni Berengo Gardin, Mario Cattaneo, Giovanni Chiaramonte, Cesare Colombo, The Cool Couple, Mario Cresci, Matteo de Mayda, Emilio Deodato, Paola Di Bello, Vittore Fossati, Federico Garolla, Carlo Garzia, Ando Gilardi, Giulia Iacolutti, Giuseppe Iannello, Mimmo Jodice, Martino Marangoni, Paola Pagliuca, Piero Pozzi, Marco Previdi, Daniele Segre, Hans van der Meer, AS Velasca, Fulvio Ventura, Manfred Willmann


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