La FIBA sulla scia dell'NBA rompe con la propria tradizione.
La regola dei passi in partenza rimaneva una delle ultime barriere “culturali” che dividevano NBA e basket europeo/FIBA. Rimossa questa differenza, a partire dal 1° di ottobre per tutte le competizioni sotto la giurisdizione FIBA – ovvero campionati Europei, Mondiali, Giochi Olimpici, Campionati Nazionali e coppe varie – si vedrà un’uniformità di regolamento e di sviluppo del gioco. Le reazioni sono state molteplici e variegate, come le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Per meglio comprendere di cosa si tratta è opportuno considerare gli attuali regolamenti delle due Federazioni. Per la FIBA (Federazione Internazionale di Basket) fino a questo momento la regola recitava: “Il piede perno (ossia il primo appoggio da quando viene fermato il palleggio) deve essere determinato nel momento in cui il giocatore raccoglie il palleggio, mettendo la mano sotto il pallone o trattenendolo su una o entrambe le mani”. Essa veniva interpretata dagli arbitri come un divieto assoluto di muovere alcun passo con il piede perno prima di aver effettuato un palleggio con la palla.
Arbitri FIBA a rapporto
Fino ad ora questa interpretazione era un dogma intoccabile all’interno del basket europeo, una delle differenze più marcate e quasi ostentate nel paragone coi cugini statunitensi, tanto che spesso ad inizio stagione si era soliti assistere a scene pietose in cui giocatori di scuola USA perdevano moltissimi palloni ancora prima che l’azione iniziasse proprio per colpa di quest’infrazione.
Infatti, la regola NBA recita che: “Un giocatore può fare due passi legali dopo la raccolta del pallone, che avviene quando prende la sfera con due mani o ne mette una sotto la stessa”. Una norma così concepita, che fa storcere il naso a chiunque sostenga un’applicazione più ferrea delle regole come nel basket europeo, permette tuttavia una notevole libertà di manovra prima di palleggiare e così favorisce lo spettacolo, poiché avvantaggia gli atleti fisicamente più dotati, in grado di esprimere una grande esplosività in poco spazio e quindi compiere movimenti più ampi, a discapito della finezza tecnica o del posizionamento tattico.
Lebron James non è mai stato rispettoso del regolamento stretto
Questa difformità non è un male fintanto che i due emisferi cestistici si incontrano solo durante Olimpiadi e Mondiali, ove comunque è applicato il regolamento FIBA. E qui, infatti, cominciano le divergenze: come fanno i giocatori NBA ad adattarsi ad un regolamento che a loro non è mai stato applicato? Semplicemente, c’è sempre stato da parte del collegio arbitrale un maggiore lassismo nel giudicare le partenze in palleggio dei team Americani, rispecchiando il metro di giudizio applicato nei tornei di oltreoceano, in cui sono clamorose le infrazioni di passi in partenza che sistematicamente non vengo sanzionate, tantoché ormai neanche gli stessi giocatori o allenatori si lamentano più, consci della necessità di questo “male” in cambio dello spettacolo offerto da un gioco più dinamico. In Europa invece, la regola è sempre stata applicata alla lettera e condizionava il flusso del gioco, favorendo la tecnica e costringendo gli attori in campo ad avere una maggiore attenzione alla tattica ed agli spazi, per potersi sempre far trovare disponibili al passaggio.
Con questo cambiamento la FIBA intende sterzare verso la velocità e il dinamismo, anche se molte voci sostengono che abbia adottato questa posizione normativa anche in virtù del peso istituzionale/politico della potentissima NBA, così come accadde quando si volle spostare la linea da 3 punti da 6,25 m a 6,75m: le malelingue infatti attribuirono questo cambiamento alle batoste subite dal team USA ad Atene 2004 ed ai Mondiali 2002 e 2006.
Questa innovazione non solo avrà delle conseguenze sullo stile del gioco, ma contribuirà a diminuire le responsabilità in capo al collegio arbitrale, limitando le discussioni su una delle infrazioni più controverse da accertare.
Preso atto di questo cambiamento, bisognerà aspettare l’inizio della stagione per capire l’effettiva implementazione della regola ed i suoi effetti: con buona pace dei puristi europei, una – si spera – iniezione di spettacolo, qualche polemica in meno e (forse) una nuova era per il basket.