La competizione di cui proprio non avevamo bisogno.
L’ultima Europa League vinta dal Villarreal era iniziata il 18 agosto 2020 ed era terminata il 26 maggio 2021 a Danzica, Polonia, per un totale di nove mesi. Un record che la Conference League, questo strano mostro partorito dalle menti diaboliche dell’UEFA, supera ampiamente. Iniziata lo scorso 6 luglio (sic!) con il primo turno di qualificazione, la Conference League terminerà il 25 maggio 2022 a Tirana. Inizio luglio, fine maggio. Totale: undici mesi.
Secondo Čeferin «il nuovo torneo rende le competizioni UEFA più inclusive che mai. Ci saranno più partite per più squadre, con più federazioni rappresentate nella fase a gironi».
Più, più, più. Un’anafora martellante e sinistra, che spiega però molto bene l’obiettivo della Conference League: mungere ulteriormente una mucca priva di latte. Perché di questo si tratta, e di nient’altro. La stessa scelta di far giocare la finale a Tirana, crediamo, è indicativa. La National Arena (Arena Kombëtare), sorta grazie ai finanziamenti del progetto UEFA HatTrick, è stata inaugurata nel 2019. Lo stadio ha una capienza a dir poco patetica per una finale di un torneo tanto importante (poco più di 20.000 posti), ma la scelta dell’UEFA è chiaramente simbolica.
Scegliere Tirana per la finale di un torneo nato in risposta alla Superlega non è infatti casuale. In assenza di fondi, con piccoli e grandi club sull’orlo del fallimento, attaccarsi come sanguisughe sulle membra dolenti del calcio europeo – anche e soprattutto quelle periferiche – è l’unico modo per rimanere in vita. Disputare la finale in un quartiere sconosciuto ma riqualificato dall’UEFA (Tirana) è un messaggio molto forte a Perez, Agnelli e compagnia cantante. La UEFA tende la mano alle realtà minori, o almeno è questo quel che vorrebbe comunicare.
Eppure, tra la comunicazione e la sostanza c’è un abisso. Diamo una rapida occhiata ad alcuni numeri. Dall’inizio alla fine del torneo, le squadre partecipanti saranno in tutto 184 – almeno una per ogni federazione UEFA. Di queste 184 squadre, 46 (il 25%) scenderanno in Conference dalla Champions e dall’Europa League. Probabilmente l’UEFA si è ispirata a Dante (capovolto). Per giungere alla fase a gironi – che inizia a metà settembre – alcune squadre devono passare da tre turni di qualificazione e un turno di spareggio. La Roma, per sua “fortuna”, dovrà affrontare unicamente lo spareggio col Trabzonspor per passare alla fase a gironi. Detto in soldoni: tutte le squadre, nessuna esclusa, devono passare da un preliminare prima di ambire alla conquista del trofeo. We care about football. And about money, of course.
Il quadro, a settembre, sarà dunque così composto: 22 squadre provenienti dal circuito interno della Conference (tra turni di qualificazione e spareggi) e 10 squadre eliminate agli spareggi di UEFA Europa League. Doppia umiliazione, doppi guadagni (sempre per l’UEFA). Ma non è finita qui. Si qualificano direttamente agli ottavi solo le prime classificate di ciascun girone (otto squadre). Per stabilire le rimanenti otto, si giocherà dunque un ulteriore spareggio tra le seconde di ogni girone di Conference e le terze classificate di ogni girone di Europa League. El sueño de la razón del dinero produce monstruos (Goya, riadattato).
Ma la parte forse più triste è quella riguardante la vittoria finale. Si legge infatti dal sito ufficiale della competizione che «la vincitrice conquisterà un posto nella fase a gironi della UEFA Europa League successiva se non si è già qualificata in UEFA Champions League tramite il campionato». Che culo! Per chi ha visto Il Bucodi Galder Gaztelu-Urrutia, la Conference League non può stupire più di tanto. In fondo il mondo è un posto semplice. Chi detiene il potere ha un unico compito: far credere a chi non ne ha di averne. E vissero tutti felici e contenti.