Calcio
17 Novembre 2021

L'ultimo ballo di Cruyff

La notte in cui Johan abbandonerà le competizioni europee.

Ritrovarsi e dirsi subito addio. Il ritorno di Johan Cruyff in Coppa dei Campioni, il 29 settembre 1982, si trasformò in una fugace apparizione, conclusasi già al primo turno, con l’Ajax eliminato dagli scozzesi del Celtic Glasgow che vissero una vera e propria serata di gloria. La precedente presenza del fuoriclasse di Betondorp nella coppa dalle grandi orecchie risaliva al 23 aprile ’75, giorno della semifinale di ritorno tra Barcellona e Leeds, con un pareggio (1-1) che qualificò la squadra inglese a spese dei catalani guidati da Rinus Michels, favoriti della vigilia. Gli inglesi, nelle cui file militava anche Joe Jordan, futuro squalo milanista, negarono a Cruyff la quinta finale di Coppa dei Campioni, impedendo anche il faccia a faccia con Franz Beckenbauer un anno dopo l’atto conclusivo del Mondiale tedesco.

Otto anni e mezzo di lontanzanza, periodo trascorso da Cruyff tra la Spagna e gli Stati Uniti prima del rientro in patria per condurre, subito, l’Ajax al titolo nazionale centrato il 16 maggio ‘82.

In quella stagione i lancieri, guidati in panchina dal tedesco Kurt Linder, ex Young Boys, lanciarono i giovani John van’t Schip e, soprattutto, Marco van Basten, con Wim Kieft miglior marcatore a livello continentale, insignito della Scarpa d’Oro. Il ritorno di Cruyff nel 1981, quasi a fine carriera, era stato salutato con forti dosi di scetticismo in Olanda e non solo. Scettici smentiti dall’ottima stagione dell’Ajax che ottenne il suo ventesimo titolo in Eredivisie, staccando il Psv di cinque punti. Nell’estate ’82, il giovane Aad de Mos venne promosso allenatore lasciando il ruolo di vice. Dalla rosa uscì il veterano Wim Jansen, tra i nuovi arrivi si registrò quello del centrocampista danese “under 20” Jan Molby.  

Cruyff e compagni dopo la conquista del titolo nel maggio ’82

Il sorteggio del primo turno di Coppa dei Campioni (sedicesimi di finale) oppose gli olandesi al Celtic Glasgow, ostica compagine scozzese che un anno prima aveva costretto la Juventus di Trapattoni a sudare le proverbiali sette camicie per ottenere la qualificazione. Il 15 settembre ’82, il Celtic Park si presentò gremito: quasi 57 mila presenti. Partita pregna di emozioni ed arricchita da quattro gol. In apertura, l’ala sinistra danese Jesper Olsen portò in vantaggio i lancieri dopo una serpentina conclusa sul primo palo. Dieci minuti dopo, Charlie Nicholas pareggiò su rigore, decretato per fallo di Cruyff, autore di un maldestro tackle in area. Il raddoppio olandese fu di un altro danese, il capitano aiacide Lerby, finalizzatore di una splendida azione avviata da Olsen e rifinita da Cruyff. L’ultimo giro nella giostra del gol lo completò McGarvey, autore del 2-2 poco prima della mezz’ora, complice una disattenzione della retroguardia olandese.

Nella ripresa, l’arbitro sventolò il cartellino giallo in faccia a Cruyff. Il risultato non cambiò.

Due settimane dopo, per scelta dell’Ajax, la partita si giocò nel più capiente stadio Olimpico che registrò il pienone come non accadeva dal 1974. Da Glasgow arrivarono 3 mila tifosi. L’Uefa designò l’arbitro italiano Luigi Agnolin. Tra i pali dei padroni di casa tornò Schrijvers, in panchina all’andata. Lerby agiva da centrocampista con compiti offensivi, Olsen e Vanenburg sulle fasce, Cruyff in cabina di regia e Kieft punta centrale. Sulla panchina scozzese sedeva Billy McNeill, capitano del Celtic campione d’Europa nel ’67. Una bandiera biancoverde con 790 presenze, collezionate tra il 1957 e il ’75. Verrà omaggiato dal suo club, il 19 dicembre 2015, quattro anni prima del suo decesso, di una statua in suo onore all’esterno dello stadio Celtic Park. Da allenatore del Celtic, McNeill aveva conquistato tre scudetti nelle ultime quattro stagioni. 

La statua fuori Celtic Park (Foto Twitter)

Tra i pali della squadra biancoverde stazionava l’irlandese Pat Bonner, estremo difensore degli Hoops dal 1978, una sicurezza. A Graeme Sinclair venne affidata la marcatura di Johan Cruyff. Il terzino, 25 anni, alla sua prima annata con il Celtic che l’aveva prelevato dal Dumbarton, uno dei club scozzesi più antichi, disputò la migliore prestazione della sua carriera, limitando notevolmente la leggenda calcistica olandese. Dal suo arrivo a Glasgow erano passate appena sei settimane. Il giocatore venne spostato a centrocampo per un’asfissiante marcatura su Cruyff. Una scelta azzeccata da McNeill che fece tesoro della partita d’andata.

Il versatile Sinclair aveva una reputazione di formidabile marcatore: per il tecnico del Celtic era l’elemento giusto per disinnescare la principale minaccia avversaria. Compito molto arduo che imponeva estrema determinazione e un’elevata dose di buona sorte.

Prima della partita, McNeill catechizzò così il suo giocatore: «Anche se Cruyff va verso il suo portiere voglio solo che tu cammini al suo fianco, persino se esce dal campo per andare in bagno».

Sinclair comprese la delicatezza della missione affidatagli. L’inizio di partita confortò il difensore del Celtic, autore di un paio di buoni interventi sull’illustre avversario, giocando in anticipo. McGrain si mostrò sicuro in marcatura su Olsen, quasi devitalizzato rispetto all’andata. Poco dopo la mezz’ora, calò il gelo ad Amsterdam dopo la giocata di Nicholas: la sua conclusione a girare superava Schrijvers, portando il Celtic in vantaggio. Un colpo a sorpresa da pochi considerato nella sceneggiatura del match e con Sinclair addirittura coinvolto nella costruzione dell’azione sfociata nella rete dello 0-1. A metà ripresa, l’Ajax ristabilì la parità con un tiro d’esterno destro di Vanenburg. Una conclusione con poche pretese ma che finì per ingannare Bonner per il resto autore di una prova impeccabile. 


Al Celtic serviva un altro gol, l’1-1 avrebbe qualificato i lancieri. Sinclair, intanto, continuava a non dare tregua né spazi a Cruyff, quasi mai entrato nel vivo della manovra olandese. Poco prima della mezz’ora giunse il cambio decisivo per gli ospiti: dentro George McCluskey al posto di Provan. I biancoverdi provarono il tutto per tutto, non avendo più nulla da perdere e giocando gli ultimi dieci minuti di partita con il massimo della determinazione. All’87’, De Mos richiamò in panchina Cruyff, sostituito da Molenaar e salutato da un lungo applauso di tutto lo stadio. Pochi secondi dopo la svolta decisiva.

Limite dell’area olandese: dopo un tiro di Frank McGarvey, la palla arrivò proprio a McCluskey lesto a piazzare un diagonale a pelo d’erba nell’angolo più lontano, imparabile per Schrijvers. Ajax ko, Celtic qualificato. L’impresa degli scozzesi era servita. Al fischio finale di Agnolin, autore di un’ottima direzione di gara, Sinclair venne abbracciato dal suo allenatore.

«Non credevamo di poter vincere. – ricorderà anni dopo il giocatore che bloccò Cruyff nel settembre ’82 – Il modo in cui abbiamo vinto è stato incredibile. Mister McNeill andò nel settore dei nostri tifosi in preda alla gioia: non ho mai più sperimentato nulla di simile nel prosieguo della mia vita calcistica». 

La seconda marcatura fu una coproduzione tra Danny McGrain, Murdo MacLeod, Frank McGarvey e Charlie Nicholas. Il giornalista scozzese Alan Davidson parlò di “magnificent gol”. L’autore del raddoppio ricordò così l’istante decisivo: «Ho calciato la palla come fosse un dado». Negli spogliatoi, McCluskey cercò di scambiare la sua maglia con quella di un avversario. «Sono andato nel loro spogliatoio dopo la partita ma i giocatori dell’Ajax stavano a testa bassa. Tutti dissero di no, invitandomi ad uscire. Ad un tratto Cruyff, sdraiato sul tavolo del massaggiatore, mi fece un cenno per scambiare la maglia, dicendomi che avevo segnato un gran gol. Uscii dallo spogliatoio con la maglia del giocatore migliore e fu la ciliegina sulla torta in una serata memorabile».



Cruyff elogiò poi gli scozzesi. «Possono far bene in questa stagione di Coppa Campioni. – affermò la Dutch superstar – Sono rimasto impressionato dal loro gioco espresso soprattutto nel primo tempo». Tra i migliori del Celtic, Cruyff indicò Nicholas (piazzatosi terzo nella Scarpa d’Oro stagionale) e il non ancora diciottenne Paul McStay. 

I giocatori e i tifosi scozzesi festeggiarono ad Amsterdam fino a notte fonda. Fu la serata perfetta anche per Aberdeen e Rangers, vittoriose contro Dinamo Tirana e Borussia Dortmund, mentre il Dundee United eliminò il Psv Eindhoven. Un poker da favola per il calcio scozzese. Il 29 settembre 1982 rimarrà negli annali del football non soltanto per l’ultima presenza in Coppa dei Campioni di Cruyff (il suo debutto risaliva al 28 settembre ’66, Ajax-Besiktas 2-0) ma anche per una delle più belle imprese del Celtic nel trofeo europeo più prestigioso – malgrado il cammino della squadra di McNeill si fermò al turno successivo contro i baschi della Real Sociedad.

Johan Cruyff avrà il tempo di vincere un altro titolo olandese con il Feyenoord e subito dopo appenderà le scarpette al chiodo. Nel suo libro autobiografico ha ricordato così l’epilogo della sua carriera calcistica: «Lasciai al vertice, con prestazioni e momenti di cui i tifosi di Ajax e di Feyenoord parlano ancora oggi. E con parecchi trofei, in tre anni tre campionati e due coppe nazionali. Difficile fare di meglio. Potevo dire di essermi divertito abbastanza». 


IL TABELLINO DELLA PARTITA 

29 settembre 1982, Stadio Olimpico di Amsterdam: AJAX-CELTIC 1-2 

Reti: 33’ Nicholas, 65’ Vanenburg, 88’ McCluskey

Ajax: Schrijvers, Monenaar, Van Veen, Molby, Boeve, Shoenaker, Vanenburg, Cruyff (Molenaar), Lerby, Olsen, Kieft;
Celtic: Bonner, McGrain, Aitken, McAdam, Reid, Provan (McCluskey 72), Sinclair, McStay (Moyes 78), MacLeod, McGarvey, Nicholas;
Arbitro: Agnolin
Spettatori: 52.326


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