Salutato come rivoluzionario, l’accordo tra Lega Calcio e Dazn sui diritti tv della Serie A sta già pericolosamente vacillando. Giuseppe Pastore, su Twitter, ha scritto: «il servizio è migliorabile? Sì. Dovevano farsi trovare più pronti? Sì. Il calcio in streaming è il futuro? Ovvio che sì, in Italia e altrove. La storia insegna che col tempo le cose miglioreranno, com’è del resto avvenuto da sabato a domenica. Tutto il resto è cagnara da social». Non solo. La Lega Calcio ha infatti riunito un tavolo tecnico, trasformando le lamentele dei tifosi – trattati come poveri rimbambiti – in una sorta di caso giudiziario.
«Non ho nulla contro lo streaming. Il punto è uno solo: siamo pronti ad un passaggio tecnologico del genere? No, non siamo pronti».
La pensano così, probabilmente, anche i presidenti di Serie A, colti alla sprovvista e improvvisamente vicini alle lamentele dei tifosi. Quando mai, è molto più semplice di così: se il segnale va giù, va giù anche il mercato degli sponsor. Il buffering di Dazn – a dir poco allarmante durante Inter vs Genoa – non fa semplicemente imprecare gli appassionati, ma preoccupare i padroni del nostro calcio. E pure qualche politico. «Se soldi e interessi prevalgono su sport e passione, è giusto che i tifosi vengano rimborsati e spengano tutto», ha detto Matteo Salvini. Che poi ha anche dichiarato che non avrebbe visto Sampdoria vs Milan. Furbo come al solito, perché la partita era anche su Sky Sport.
A proposito, i disservizi di Dazn – a quanto pare causati dal malfunzionamento di un server di Amazon – si sono verificati nelle partite trasmesse in esclusiva. Quelle “condivise” su Sky Sport non hanno registrato gli stessi problemi. Magari è un caso, probabilmente non lo è. Certo fa sorridere come sia bastata una distanza di appena 90 milioni tra l’offerta di Sky e quella di Dazn per compiere una tale rivoluzione.
I «problemi di Inter-Genoa sono stati risolti in pochi minuti», ha frettolosamente comunicato Dazn attraverso i propri canali ufficiali in seguito alle svariate proteste degli utenti – la famosa cagnara social. Ma la gravità del fatto non può né deve essere sottovalutata. Paradossalmente, l’idea di rendere il calcio spezzatino una poltiglia (con 10 orari diversi per 10 partite a giornata), nata per dare più risalto agli sponsor e maggior visibilità ad ogni club di Serie A, potrebbe ritorcersi contro Dazn (e la Lega stessa). Trasmettere più partite in contemporanea, infatti, eviterebbe un sovraccarico di utenti che i potentissimi mezzi tecnologici presenti nel nostro paese sembrano non poter sopportare. In questo senso l’introduzione dalla terza giornata del programma Zona Gol – la diretta gol della piattaforma streaming britannica – potrebbe risultare decisiva.
Nel frattempo, mentre spopola su Twitter l’hashtag #daznout, una voce fuori dal coro è quella del presidente biancoceleste Claudio Lotito: «È un problema di carenza delle infrastrutture. Il calcio mostra che sono obsolete e che bisogna cambiarle. L’importante è che si tratti di problemi superabili». Parole molto simili a quelle del presidente della Samp Ferrero, che già qui avevamo definito profetiche: «Non ho niente contro DAZN, ma non penso sia pronta. […] La fibra ancora non c’è come dovrebbe. Non svendiamoci».
Codacons, dal canto suo, è già passata all’attacco con un durissimo comunicato nei confronti di Dazn: “In un esposto all’Antitrust del 2018 avevamo già denunciato ‘le interruzioni continue ed improvvise, i ritardi nella connessione, la mancata disponibilità dell’app per alcuni dispositivi e il ritardo nella trasmissione in tempo reale della partita dovuto allo streaming rallentato’. Ora siamo costretti a dare seguito a quell’impegno, visto il reiterarsi della situazione. Perciò chiediamo immediati rimborsi in favore di tutti gli abbonati per l’impossibilità di fruire del servizio acquistato. Chi, infatti, è in possesso di pacchetti DAZN e non è riuscito ad assistere in tv alla partita, o ha subito continue interruzioni del segnale, ha diritto, in base al Codice civile, ad ottenere il rimborso di quanto pagato, proporzionalmente al disagio subito”.
Parole che probabilmente cadranno nel vuoto. Al momento l’offerta DAZN è oscura e imprevedibile, e difficilmente uscirà dal “tavolo tecnico” convocato dalla Lega Calcio in settimana una qualche rivoluzionaria indicazione per il futuro. L’accordo è stato stipulato, i club hanno fatto la loro scelta, anche se non sono da escludere alcune sorprese. Ad esempio la revisione dell’accordo con Sky Sport, che al momento condivide con Dazn la visione di tre partite a giornata (visibili però anche sulla piattaforma streaming, che detiene l’esclusiva). Che lo streaming sia il futuro è abbastanza chiaro. Che lo streaming sia il futuro nel nostro paese lo è molto meno. Chi può, comunque, vada allo stadio. Lì, garantiamo noi, il buffering non esiste.