In un Paese civile il calciomercato si sarebbe dovuto chiudere già da tempo.
Finalmente è terminata l’agonia del mercato, cosa che in un Paese normale sarebbe dovuta accadere già prima dell’inizio del campionato, come in Inghilterra. Invece siamo andati avanti per altre due settimane con squadre incomplete, trasferimenti in sospeso, colpi dell’ultim’ora in entrata e in uscita: il calciomercato è diventato un mostro che ci ha schiavizzato tutti in un modo o nell’altro, nevrotici come siamo sui siti di news a cercare gli aggiornamenti delle trattative delle nostre squadre. Il tutto mentre la Serie A aveva già preso il via, e in linea di principio due giornate con il mercato aperto potrebbero anche incidere pesantemente sulla classifica finale.
D’altronde in Italia la politica del gambero, o almeno quella di chi fa un passo avanti e due indietro, è un po’ un vizio storico. Ecco allora che la stagione passata si erano adottati due accorgimenti che venissero incontro alle esigenze dei tifosi, o quantomeno che arginassero lo strapotere di tutto un “sistema”: la chiusura del mercato anticipata a metà agosto e l’introduzione del Boxing day. Quest’anno, ovviamente, sono state abolite entrambe.
Il Boxing day non si sa bene per quale motivo (anche se lo si potrà immaginare dalle storie instagram dei calciatori sul finire di Dicembre), lo slittamento del calciomercato invece per “adeguarci alle altre federazioni” – solo quelle europee però, fosse mai che in Inghilterra siano troppi seri. L’accordo è necessariamente sempre verso il basso, per la peggiore delle ipotesi: le nostre mamme ci avvertivano fin da piccoli, quando ci lamentavamo di avere qualcosa in meno degli altri: “e se gli altri si buttano dal ponte, tu che fai?”, beh, a quanto pare ci buttiamo pure noi.
Comunque adesso è acqua passata, finalmente ci diamo un taglio con Gianluca Di Marzio, quel traffichino da prima repubblica con quaranta telefoni, con “la squadra mercato”, con questi giovinetti figli unici, derisi sfruttati e malpagati, eterni precari, costretti ad andare nelle sedi di mercato a pedinare il DS del Brescia o del Parma. Quella del calciomercato è diventata una telenovela folle, mandata avanti da noi e dal nostro desiderio bulimico di sapere sempre tutto: forse è anche l’ultima forma di sogno rimasta, d’altronde prima che la nostra squadra inizi a fare schifo in campionato durante il mercato possiamo almeno sognare. Il calcio estivo è bello proprio per questo, perché irreale, perché ad Agosto si possono passare ore in spiaggia con la Gazzetta a parlare di pallone, senza l’amara smentita della realtà.
Chiudiamo in ogni caso con un auspicio: dall’anno prossimo, riconquistiamo almeno questo traguardo di civiltà e riportiamo la chiusura del mercato a metà Agosto. Vedrete ne beneficeremo tutti, anche noi nevrotici, sognatori a ribasso, maniaci di fantacalcio. Non è questo il calcio che ci dovrebbe appassionare, fatto di interviste a procuratori, sedi del mercato, indiscrezioni, conferme e smentite. Terminiamo quest’agonia prima che si inizi con il calcio giocato, e già che siamo mandiamo in disocuppazione tutti quei personaggetti in cerca di gloria con le “raffiche”, abituati ormai a modalità di stalking da codice penale.