Parola di Novak Djokovic.
In attesa di conoscere il suo destino sportivo, e di sapere se potrà partecipare o meno agli Australian Open 2023, una questione che i suoi avvocati stanno gestendo con il governo australiano – «ci sono alcuni segnali positivi, ma non ufficialmente, spero di avere una risposta, qualunque essa sia, nelle prossime settimane» – Novak Djokovic è tornato a parlare dell’ultimo periodo in un’intervista esclusiva al portale serbo Sportal:
«Quello che è successo a inizio anno ha lasciato un segno nella mia psiche. Per le scelte che ho fatto, sapevo che ci sarebbero state delle conseguenze come non andare in America. Per l’Australia è stato un caso diverso, ma non ci torniamo. Rispetto il fatto che ognuno abbia le sue opinioni circa la mia situazione, ma non ho mai offeso nessuno o cercato di mancare di rispetto in alcun modo. Ho sempre cercato di dimostrare che è importante che tutti abbiano il diritto e la libertà di scelta».
Quindi il bilancio dell’ultimo anno, amaro ma lucido: «Descriverei il 2022 come molto interessante. Insolito. Tutto ciò che è successo in Australia e dopo – il modo in cui le persone mi hanno trattato, che non mi ha fatto stare bene ed è qualcosa che non avevo mai sperimentato prima – mi ha aiutato a imparare alcune lezioni preziose facendomi capire in che tipo di mondo vivo, a partire da quello del tennis.
Molte maschere sono cadute, diciamo così, ed è stato interessante osservare il modo in cui alcune persone si sono comportate».
Una consapevolezza che parte e si concentra sul suo mondo, quello del tennis, ma che ha un respiro assai più ampio. E che richiama la facilità con cui tante, troppe persone siano scivolate in una discriminazione spintasi fino alle più pesanti e feroci offese personali, all’autentica criminalizzazione dell’altro. Oggi il tutto pare essere superato, condonato, un lontano ricordo per quanto sia vicinissimo. Eppure, malgrado sia taciuta con un po’ di malcelato imbarazzo, la vicenda e soprattutto i toni della vicenda hanno lasciato segni e strascichi profondi: anche nella psiche, apparentemente così solida, del più forte tennista del pianeta.