Il tifo da stadio al centro della scena cinematografica.
4 marzo 1982, tranquillo “giovedì di paura”. Esce nelle sale italiane Eccezzziunale veramente. Oltre al lancio definitivo del comico Diego Abatantuono, la pellicola inaugurerà una sorta di sottogenere all’interno della commedia all’italiana: l’umorismo legato al tifo calcistico. Se I soliti ignoti ci avranno girato intorno con le cronache improvvisate di Vittorio Gassman, se Alberto Sordi avrà costruito intere gag intorno alle contrapposizioni calcistiche a Roma, il mondo della passione domenicale più sentita dagli italiani viene finalmente portato sul grande schermo. Un successo clamoroso per un film che 40 anni fa riempì i cinema fino all’inverosimile. Per la gioia del regista, del cast e dei gestori.
MILAN, INTER, JUVE: “AZIONE”
La formula è semplicissima, praticamente l’uovo di Colombo: Abatantuono interpreta tre personaggi improbabili ma non impossibili: Felice La Pezza detto Tirzan, camionista pugliese tifoso della Juventus; Donato Cavallo, scapestrato personaggio della periferia milanese, accanito rossonero soprannominato “Ras della Fossa”; Franco Alfano, perdigiorno da stadio e da sala di biliardo a scapito di moglie e odiata suocera. Fin qui, tutto nei limiti della tradizione narrativa. Tre luoghi comuni viventi nel campionario dell’italiano medio (ma anche medio-basso) di inizio anni ottanta. Per assistere alla partita dei bianconeri contro l’Anderlecht in Belgio, Tirzan scambia il camion con quello di un collega diretto a Parigi. Nella capitale francese però il mezzo gli viene rubato e da lì inizia una serie di disavventure in crescendo.
Donato è anch’egli un uomo di chiara origine meridionale che vive a Milano all’interno di una famiglia numerosa, e comanda un gruppo organizzato di tifosi del Milan.
In pratica, una specie di “Rocco e i suoi fratelli” in versione comica. L’alter ego nerazzurro è Sandrino il mazzulatore («squarto glacialo e occhio di velluto, ma stupido come una bestia», secondo la perfida e sgrammaticata descrizione di Donato). L’interista Franco invece viene raggirato da un gruppo di amici che gli fa credere di aver vinto al Totocalcio grazie a una schedina falsa. La vincita immaginaria, motivo di spese rivelatesi poi insostenibili, creerà una serie di peripezie a catena nella speranza di rientrare dei debiti contratti. Non ultimo sarà il tentativo di corrompere un arbitro di serie A dopo un avventuroso viaggio ad Avellino con gli amici medesimi, desiderosi di riparare al danno creato a Franco, che nel frattempo ha abbandonato moglie e suocera per andare a vivere in un residence che in realtà non può permettersi.
DIEGO E I SUOI FRATELLI
Gli elementi vincenti di Eccezzziunale veramente sono parecchi: innanzitutto la presenza in tripla copia di Diego Abatantuono, nella performance forse più esilarante in carriera. Abatantuono valorizza uno slang misto già utilizzato in altri film, parlato dal “terrunciello” Donato. Una parlata milanese-pugliese di raro effetto comico giocata su effetti sonori e doppi sensi (“Sarò breve e circonciso”. “Dal vangelo secondo…me”. “La mucca la schiaccio, la riduco in scatulette”. “Povera mammina, mangia il fileeetto”. “Che popolo queshti shlavi…”. “Avvucato ‘Gnello”) che renderanno il Ras della Fossa il vero traino del film.
Poi c’è il cast di Eccezzziunale veramente, perfetto per le tre situazioni: Teo Teocoli, Massimo Boldi, Guido Nicheli, una Stefania Sandrelli particolarmente sexy (ma mai fuori dalle righe), il caratterista Renato D’Amore (il mazzulatore in persona, al quale Donato soffierà la fidanzata in circostanze da non svelare per i pochissimi che dovessero non aver mai visto il film), Renzo Ozzano, nella parte del commissario francese (ce lo ricordiamo tutti nella parte di Jean-Louis Rossini in Febbre da cavallo) e Yorgo Voyagis, lo slavo con il quale Tirzan scambierà il camion “delle disgrazie”.
CIAK, SI TIFA
Ma il perno centrale è la passione calcistica, tema fino a quel momento trattato sullo sfondo di altre vicende, mai protagonista nel cinema italiano. Per la prima volta il tifo è mattatore tematico di un film. Alberto Sordi era stato il Presidente del Borgorosso Football Club, ma in una vicenda ambientata nella provincia italiana e incentrata più sulle chiacchiere da Bar dello Sport che sulle nevrosi della grande città legate al gioco del pallone. Altra protagonista essenziale è infatti la Milano dei primi anni ottanta, quella del berlusconismo “in itinere”, città luogo d’incontro dell’emigrazione interna. Laddove il calcio, pardon il tifo, svolge da sempre la funzione di integratore sociale a tutti gli effetti. In fondo cosa sogna il milanista Donato? Essere considerato da tutti, “settentriunale a cendo pe cendo”, ovvio. E tramite il tifo. Una dinamica che il nostro cinema aveva sempre guardato ma mai visto.
…E DIRE UN SUCCESSO
Con semplicità ed efficacia il regista Carlo Vanzina porta sullo schermo qualcosa che di fatto non c’era, in una fase storica – i primi anni ottanta – nella quale lo sport comincia a raccontare altro, anche su scala internazionale. Sono di quegli anni titoli come Fuga per la vittoria o Momenti di gloria. Film che prendono in prestito lo sport per raccontare l’identità etnico-religiosa o anche la resistenza al nazifascismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Vanzina abbassa notevolmente il tiro ed è inevitabile che sia così: in chiave grottesca e senza alcun intento sociologico Eccezzziunale veramente vuole fotografare a modo suo un momento storico particolare, in un anno diverso dagli altri. Per molti aspetti, il 1982 è fuori dagli anni settanta ma non è ancora significativo del decennio cui appartiene.
40 anni fa l’Italia esce timidamente fuori dai cosiddetti “anni di piombo” e stavolta vuole rappresentarsi esaltando uno dei tic collettivi più in uso: l’amore irrazionale e talvolta risibile per la squadra del cuore.
La sceneggiatura risulta tutt’altro che perfetta, il tema stesso e un super Diego copriranno ogni falla narrativa. Negli anni successivi, grazie a registi del calibro di Pupi Avati, Abatantuono dimostrerà che la sua arte non si ferma al “terrunciello” e che la sua vis comica sa andare molto oltre Eccezzziunale veramente. Tuttavia al film resterà un merito indelebile: aver sdoganato il tifo da stadio come tema cinematografico e il calcio come mezzo efficiente per raccontare la realtà. Poi si potrebbe aggiungere che in Italia il genere comico vira quasi sempre sul grottesco a scapito del brillante ma questo aprirebbe una trattazione lunga e fuori tema. 40 anni fa si “accontentarono” di un grandissimo successo ai botteghini.