Nella giornata di ieri, precisamente alle ore 13, Socios.com ha lanciato sul mercato globale i primi Inter Fan Token, vale a dire i “gettoni” virtuali che promettono di rivoluzionare il rapporto tra i tifosi di calcio e la loro squadra. Sebbene ne siano stati venduti un milione (a due euro l’uno), gran parte dei tifosi interisti italiani si è lamentata dei numerosi problemi tecnici riscontrati nell’app ufficiale, subissando di critiche e offese gli account social della piattaforma.
Tra i numerosi commenti, a spiccare è stato il parere dell’esperto imprenditore digitale Michele Attisani, Co-Founder di FACEIT, la principale piattaforma di eSport del mondo che conta globalmente oltre 20 milioni di utenti, e Angel Investor tra le altre della startup milanese Scalapay, che promette soluzioni di pagamento innovative per i commercianti di e-commerce. Il suo giudizio sulla gestione del lancio degli Inter Fan Token è stato tranchant:
“Troppi problemi tecnici, la gestione del lancio è stata veramente imbarazzante e irrispettosa verso tutti i fan”.
Un pessimo inizio dunque per una piattaforma il cui scopo, in teoria, sarebbe quello di far sentire più vicini i tifosi alla loro squadra, eppure abbiamo come l’impressione che l’imponente guadagno ricavato da questa prima tornata di vendite metterà a tacere ogni dubbio. Del resto i Fan Token offrono alle società di calcio una possibilità di guadagno pulita, non burocratizzata, che non fa corrispondere al contributo economico dei tifosi l’emissione di quote o altri strumenti finanziari che modificherebbero la struttura societaria (ciò che invece comporterebbe l’azionariato popolare, leggi Interspac). I Fan Token offrono ai tifosi, in cambio dei loro soldi, solo l’accesso ad alcuni speciali servizi, come biglietti gratuiti e sconti sul merchandising, e promettono loro la possibilità di influenzare la vita del club con sondaggi, per stabilire ad esempio la playlist musicale dello stadio (pensate!).
E dire che in un tempo non troppo lontano i tifosi influenzavano la propria squadra cantando a squarciagola allo stadio, innalzando vessilli e partecipando a quella cultura ultras oggi stigmatizzata ovunque. Ma i tempi cambiano, si sa, e al calcio degli expected goals corrisponde oggi il token tifoso. Ci chiediamo solo, sommessamente, se qualcuno glielo ha spiegato a quest’ultimo che tutti gli “omaggi” in realtà li sta pagando e pure con largo anticipo.