Una crisi che parte dalla punta (distaccata) della piramide.
Sembrano passati pochi giorni da settembre 2022, periodo in cui una Ferrari potenziale vincitrice del titolo – a inizio stagione – era sprofondata nella solita, cronica, crisi sportiva tecnica di risultati. Oggi come ieri siamo al punto di partenza e, rispetto a una Ferrari lontanissima in classifica, restano in evidenza due aspetti: i problemi dirigenziali del Cavallino Rampante nella mancanza di un leader forte e credibile e la narrazione mediatica che con la sua umoralità, a tratti noiosa a tratti fastidiosa, non aiuta il pubblico a capire il momento delle Rosse.
Se ci fossimo addormentati un anno fa e risvegliati oggi, non noteremmo che il tempo è passato. La recente vittoria di Sainz a Singapore è stata spazzata via dal dominio di Max Verstappen a Suzuka, classica, iconica, pista giapponese. Un campionato sportivamente peggiore dell’anno scorso ma, nel 2023, i #tifosi con l’hashtag davanti da incendiari sono diventati ragionatori, la stampa è molto più permissiva con la Scuderia e come sempre il padrone non si tocca (e critica, soprattutto).
I problemi, invece, dipendono proprio dalla solita situazione del Cavallino Rampante: una piramide aziendale gigantesca con la punta distaccata, quasi estranea alla pista, alla Formula 1 e alle corse, ma con altre priorità.
John Elkann fa la sua propaganda, soffre di annuncite a tratti stucchevole e spesso non dice altro che parole di circostanza: “abbiamo una squadra che va in un’unica direzione”(…), “la macchina migliora ad ogni gara”, “l’umore dei piloti è buono”. La firma della sua dirigenza – Ferrari ma in generale Stellantis – è sostanzialmente questa, essere distaccato non solo dalla pista ma dai comuni mortali, mentre decide dall’alto verso il basso le politiche industriali dei marchi che rappresenta.
D’altronde Ferrari è tra i brand più “powerful” e influenti del mondo secondo ‘Brand Finance Global’ e questo è ciò che interessa alla gente che comanda, al giorno d’oggi. La macchine che corrono in pista sono poco più che giochini da intrattenimento per bambini e adulti, i soldi si fanno altrove e gli umori dei tifosi si creano e si distruggono in laboratorio. Mentre gli appassionati, e del motorsport sono ancora numerosissimi, virano la loro attenzione sul WEC e le gare endurance o GT.
A Elkann fa da controfigura l’a.d. Vigna, evanescente soprattutto per quanto riguarda il paddock, e anche lui non molto convincente per teorie e valori sull’automobile sportiva in generale. «L’obiettivo di Ferrari è raggiungere la neutralità carbonica entro la fine del decennio», ha dichiarato all’ACEA (European Automobile Manufacturers Association). Fin qui tutto legittimo, a parte la complessità e la mancanza di risposte razionali e strategie concrete su come raggiungere un traguardo così ambizioso in così poco tempo. Ma il CEO si è esposto anche su un altro fronte, con l’Unione Europea che spinge per rendere obbligatorio il nuovo standard sulle emissioni Euro 7 già dal 2025, e non si è trattenuto dal sottolineare le criticità di questa direttiva:
“procedere con l’Euro 7 come attualmente concepito distrarrebbe l’attenzione del nostro team e dei nostri fornitori. Il nostro suggerimento è di accelerare sull’elettrificazione. Non abbiamo tempo per distrazioni”.
Full speed sull’elettrico, dunque. Il che non entusiasma nè il mercato – che non esiste peraltro – delle sportive elettriche, nè gli appassionati, quel popolo di ferraristi, di consumatori di gadget, che con l’elettrificazione non vuole avere niente a che fare. Chissà, magari a colpi di #essereFerrari si convinceranno anche loro.
Come successo l’anno scorso, dunque, anche quest’anno si percepisce un’aurea di intoccabilità dei vertici educatamente rispettata dai media generalisti, i quali si permettono di analizzare i problemi sempre fino a certe altitudini. E visto che Vasseur ha sostituito Binotto solo 10 mesi fa, anche il team principal è difficilmente criticabile, sta lavorando e legittimamente (ci mancherebbe) bisogna dargli tempo. Più in su nell’organigramma non si osa.
Allora, visto che di qualcosa bisogna pur parlare e scrivere, ci si inventa questioni ferrariste più che secondarie: da Sainz (bravissimo) che vince una gara e diventa un pilota più forte di Leclerc, un po’ azzardata e tifosesca per non dire superficiale come analisi, alla direttiva tecnica FIA TD18 che affossa la Red Bull (questa è stata davvero bella), oppure argomenti di pista affrontati con un sentimentalismo da Netflix. Niente di più sgradevole, giornalisticamente e sportivamente parlando.
In realtà, come scrive il sempre lucido e competente Mario Donnini, la «vittoria (di Sainz a Singapore, ndr) nell’ottica del campionato non conterà un bel cavolo di niente. Anche perché che alla fine la Ferrari giunga seconda o sfighesima nel mondiale costruttori interessa soprattutto a Vasseur, alla zia di Vasseur e al contabile della Rossa, che così incassa più valsente. Ma per il resto non frega nulla a nessuno». E ancora:
«La faccenda che sposta è un’altra. Enzo Ferrari ci indirebbe seduta stante una conferenza stampa di quelle memorabili», rincara Donnini.
«A tono pacatamente fiammeggiante, con sapienti e teatrali pause e riprese. Coi silenzi più gloriosi degli acuti per dire e ribadire al mondo una cosina semplice semplice ma unica: grazie al successo di Singapore la Ferrari ora è l’unica Casa del pianeta Terra ad aver vinto nel giro di tre mesi e mezzo in F.1, a Le Mans, ossia nel Wec, e nella 24 Ore del Nurburgring, la maratona più gloriosa e importante tra le GT».
L’incapacità di trasmettere passione da parte dell’ultimo successore del Drake invece, e degli algidi componenti dei piani più alti della Ferrari, resta un problema tutt’altro che risolto. E ciò influisce direttamente nell’organizzazione aziendale, nella gestione della Scuderia e, infine, nei risultati. E man mano sta raffreddando il sogno del Cavallino Rampante. Come scriveva quest’estate Stefano Olivari su Indiscreto: «John Elkann è il colpevole del fallimento di questa Ferrari? Non abbiamo la risposta, ma è curioso che non ci sia nemmeno la domanda».
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