In origine, fino al 2004, fu Championship Manager, in Italia meglio conosciuto come Scudetto. Poi nel 2005 arrivò il pubblisher videoludico SEGA, che decise di investire e pubblicare il primo episodio della saga Football Manager, il videogioco di calcio manageriale più conosciuto – e giocato – al mondo.
Nel corso degli anni (siamo quest’anno all’edizione numero diciassette), Electronic Arts ha provato a contrastare questo successo con Total Club Manager, successivamente rinominato Fifa Manager, ma l’esperimento si è dovuto fermare all’edizione 2014. Football Manager di SEGA regna tuttora incontrastato, e con il passare del tempo ha smesso di essere semplicemente un videogioco, diventando un qualcosa di molto più grande.
Football Manager, o del lavoro che intrattiene
Anno dopo anno, e successo dopo successo, il team di lavoro dietro alla saga si è ampliato, forte di una popolarità sempre maggiore e di un budget economico sempre più ricco. Il punto di svolta che ha permesso alla serie videoludica di fare il vero e proprio salto di qualità è arrivato con l’edizione 2009, quando gli sviluppatori hanno deciso di passare dal 2D al 3D per quanto riguarda la riproduzione dei match virtuali.
Ma quella del nuovo motore grafico è stata una novità che oltre a portare soddisfazione ai fan della serie, ha permesso di avvicinare il videogioco al mondo del calcio, quello reale. Con il passare delle edizioni infatti, Football Manager è diventato sempre più realistico, sia per quanto riguarda la rappresentazione delle partite, sia per quanto riguarda il lato manageriale nella figura dell’allenatore.
Gli sviluppatori (Sports Interactive) hanno infatti curato in maniera maniacale il proprio database, che raccoglie più di 51.000 calciatori, con statistiche e informazioni precise. Va da sé quindi che prima o poi qualcuno avrebbe pensato di utilizzare quelle informazioni anche nel calcio reale, ed è cosi che alcuni direttori sportivi e procuratori hanno iniziato a scovare talenti in giro per il mondo grazie al database messo a disposizione dal gioco.
Un chiaro esempio è quello di Alex McLeish, manager dei Rangers tra il 2001 e il 2005; il tecnico era alla ricerca di giovani talenti da aggregare alla propria squadra e suo figlio Jon, un appassionato di Football Manager, gli fece notare le incredibili prestazioni che un giovanissimo calciatore argentino stava ottenendo nel videogioco. Alex ovviamente non diede ascolto a suo figlio, e Lionel Messi esplose “in casa”, nel Barcellona.
Nel 2012 invece, Matt Neil, ragazzo classe 1993, è diventato match analyst del Plymouth Argyle, club di terza divisione inglese. Come sia arrivato Matt a diventare match analyst per il club della sua città, lo capite da soli. Grazie ad un documento Excel pieno di dati e statistiche sulla rosa del club, raccolti sia con uno studio sul campo sia con il database del suo gioco preferito, Football Manager, Matt ha trasformato la propria passione in un lavoro. A completare il suo curriculum è stata anche la lunga esperienza con il simulatore manageriale: oltre 700 ore di gioco annuali.
Il tentativo di corruzione
In occasione del lancio del nuovo capitolo della serie, “Football Manager 2021”, Miles Jacobson, creatore della serie, in un’intervista a The Athleticha rivelato di aver ricevuto nel corso degli anni alcuni tentativi di corruzione da parte di procuratori di alcuni calciatori per godere di statistiche migliori per i propri assistiti sul noto simulatore. Uno dei punti di forza del famigerato “database” del videogioco, alla cui compilazione partecipano molti volontari, riguarda proprio le statistiche dei calciatori. Per ognuno di essi infatti, a partire dalla Serie A fino alla terza categoria (per fare un esempio in Italia), sono presenti statistiche di ogni tipo; dalla capacità di dribbling palla al piede all’intelligenza tattica.
Se prima dunque il lavoro degli osservatori doveva e poteva svolgersi solo ed esclusivamente sul campo, con l’utilizzo di Football Manager si possono scovare dei nuovi Messi e Cristiano Ronaldo senza neanche muoversi dal centro sportivo. Senza dubbio una vera e propria comodità, soprattutto per i club con un budget limitato da destinare alle operazioni di scouting, che comportano ingenti costi di viaggio.
Ma cosa sarebbe successo se Miles Jacobson avesse accettato quei tentativi di corruzione, e “gonfiato” le statistiche di alcuni calciatori? Alcune società avrebbero investito su quei calciatori il cui reale valore sarebbe stato alterato, magari preferendoli a profili realmente meritevoli. Con l’esplosione dell’utilizzo del database di Football Manager per scopi di scouting sono successivamente nate alcune realtà dedicate come Wyscout e Instaat, che con la sottoscrizione di un abbonamento forniscono un dettagliato database di statistiche (simile a quello del famoso gioco di Sports Interactive) e dei video dettagliati di ogni singolo giocatore presente in archivio.
Il futuro del calcio, in ogni caso, sembra essere ormai segnato dall’approccio teorico e matematico. Alla faccia dei direttori sportivi “romantici” per cui «quello che vedono i tuoi occhi e quello che legge il tuo cuore nessuno lo metterà mai per iscritto» (prendendo a prestito le parole di Walter Sabatini).
Che poi per concludere, e uscendo dalle materie da addetti ai lavori, ci siamo noi, comuni mortali abituati al divertimento della Master League di PES: ecco, con l’avanzare della tecnologia la nostra grande paura è che anche il semplice divertissement possa trasformarsi in un atto reazionario.