E così anche Garnacho, l’ingenuo e latino, troppo latino Garnacho, ha subìto la scure implacabile del politically correct. Una scure che ha il volto e soprattutto la mano (pesante) della Football Association, l’organo di governo del calcio inglese, che aprirà un procedimento disciplinare nei confronti del giovane talento dello United per esprezzioni razziste. Il rischio è una pesante squalifica, oltre che una multa e una possibile rieducazione forzata. Il motivo, vi domanderete? Racism, obviously! Verso il suo compagno di squadra Onana.
Breve recap: nella partita di Champions contro il Copenhagen, la prima vinta dallo United nella competizione con il punteggio di 1-0, decisiva è stata la parata di Onana che al 97′ ha neutralizzato un rigore a Larsson – con il concorso dello stesso Garnacho che, in versione moderno Maspero, ha scavato una piccola zolla sul dischetto per complicare il tiro dagli undici metri all’avversario. Fatto sta che per festeggiare e congratularsi con Onana, dopo la partita, il 19enne argentino ha condiviso un post sul proprio Twitter. Lui e altri compagni abbracciati ad Onana condue emoji di un gorilla. Non l’avesse mai fatto.
Subito gli hanno fatto capire, gli utenti di X, che quel post avrebbe rischiato di costargli caro. E il buon Garnacho dopo pochi minuti, terrorizzato, ha prima eliminato i gorilla, poi direttamente cancellato il post. Nulla da fare però, ormai il danno era stato fatto (e gli screen pure). Così, malgrado la difesa pubblica di Onana – «La gente non può scegliere da cosa dovrei sentirmi offeso. So esattamente cosa intendeva [Garnacho]: potenza e forza. La questione non dovrebbe andare oltre» –, la FA utilizzerà certamente il pugno duro adottando una prolungata squalifica, anche perché ci sono già dei (quantomai idioti) precedenti.
Il primo, quello in cui Bernardo Silva pubblicò un’immagine in cui era ritratto il suo storico amico Mendy accanto al logo di una nota marca di cioccolatini. Mendy ci aveva riso su e poi aveva anche provato a ridimensionare la follia («Non posso nemmeno scherzare con un amico… Ragazzi…»), tanti altri pure si erano divertiti ma non la ‘associazione anti-razzista’ Kick it out, che aveva segnalato il post alla FA chiedendo un intervento. Intervento che ci fu, malgrado una commissione avesse accertato il contenuto non discriminatorio del post: un turno di qualifica e 50mila sterline di multa.
Per non parlare del caso Cavani, che qui aveva affrontato il nostro direttore. Per aver risposto ai complimenti di un amico d’infanzia chiamandolo ‘negrito’, («Gracias negrito!») espressione che si usa in senso giocoso in Sudamerica, il Matador si era beccato, udite udite, tre turni di squalifica, una multa di 100mila sterline e l’obbligo di frequenza a un corso di rieducazione. Una roba più simile al Mondo nuovo di Huxley che ad un trattamento di uno Stato democratico, per di più considerata l’innocenza del tutto e lo shock dell’amico di Cavani, che si era fatto una risata e non riusciva davvero a capire cosa stesse succedendo.
Insomma, signori, ora è toccato a Garnacho. 19enne, nato in Spagna ma argentino di passaporto, evidentemente però non ancora educato alla nuova religione d’Occidente, e alla nuova etica pubblica britannica. Laddove anche quando nessuno se la prende, anzi, non c’è intenzionalità né c’è una vittima, comunque qualcuno si sentirà offeso e ti dovrà punire, rieducare. In ogni caso, dopo questa leggerezza che gli costerà qualche partita e chissà che cos’altro, siamo sicuri che Alejandro imparerà la lezione. E la prossima volta, al posto dei gorilla, metterà due bei pugni neri: emoji simbolo e simbolo in emoji della sacra e santa protesta Black lives matter.