Dallo strappo con la Cina (Huawei) al ritorno all'Atletico (Wanda Metropolitano).
Citando l’intramontabile Gianni Mura: “In una battaglia, di civiltà e culturale, si possono arruolare solo volontari consapevoli e motivati, altrimenti è un’operazione di facciata.” Nel dicembre del 2020, Antoine Griezmann ha pubblicamente attaccato, con sorprendente veemenza, il governo della Repubblica Popolare Cinese. Dopo un anno, caratterizzato da stravolgimenti geopolitici internazionali di complessa lettura, la presa di posizione dell’attaccante originario di Mâcon ha incendiato ulteriormente il dibattito tra Stati Uniti d’America e Cina. Una specie di velenosa ‘ciliegina sulla torta’ con la quale Griezmann ha sancito la sua decisione di rompere il contratto che lo vedeva legato al gigante della telecomunicazione Huawei.
“A seguito dei forti sospetti che Huawei abbia contribuito allo sviluppo di un sistema alerte ouïghour utilizzando un software di riconoscimento facciale, annuncio che metto immediatamente fine alla mia partnership con questa società”.
Antoine Griezmann dal proprio profilo Instagram
Le critiche e le accuse di Griezmann, che, dopo la replica stizzita di Huawei, si è limitato a sollecitare la società cinese a “battersi per contribuire all’uguaglianza tra uomo e donna”, per quanto comprensibili, scatenano interrogativi di diversa natura. La pluriabusata e persino logora citazione di José Mourinho: “Chi sa solo di calcio, non sa niente di calcio”, non giustifica però l’esposizione politica, più o meno involontaria, da parte di atleti in grado di veicolare, con una facilità disarmante, messaggi ad un pubblico di massa.
Può sembrare decisamente controproducente vedere gli sportivi come una massa di indifferenti, privi di coscienza politica ed interessi al di fuori del rettangolo di gioco, ma altrettanto deleterio è contribuire alla creazione di una Repubblica di atleti professionisti politicamente impegnati, sempre in linea con il buonismo della stampa mainstream, sempre ovviamente dalla parte della ragione, a prescindere. Griezmann, nell’ultima sessione di calciomercato, dopo solo 2 stagioni con la maglia blaugrana, è tornato all’Atletico Madrid. Grizou tornerà al Wanda Metropolitano – i namin rights dello stadio appartengono al gruppo cinese Wanda Group 万达集团 –, e riprenderà ad allenarsi nel centro sportivo di Alcalá de Henares – rivoluzionato grazie agli ingenti investimenti di Wang Jianlin 王建林, fondatore del conglomerato di Dalian.
Contraddizione non da poco, evidentemente. Difficile dire se il buon Antoine sia consapevole di come gli investimenti del Wanda Group, storicamente connesso al governo di Pechino, abbiano contribuito, almeno quanto le sue reti, alla creazione di un top club in grado di raggiungere il dominio interno di Real e Barça. Inoltre, il progetto di una soccer city nell’area intorno allo stadio Wanda Metropolitano, costo stimato intorno ai 60 milioni di euro, fortemente voluto dal lider maximo Wang Jianlin, sta facendo passi avanti dal punto di vista burocratico, e potrebbe vedere la luce entro il 2024. Tutto ciò, sotto la luce del sole. Ma non ditelo a Grizou: potrebbe svegliarsi.