La Formula 1 vive anche di mito (e di miti).
Per un pilota l’attrazione più fatale di tutte ha un nome: Ferrari. Un sogno, l’automobile da corsa per eccellenza, i colori più affascinanti, il mito. Nemmeno Lewis Hamilton, pilota più vincente della storia della Formula 1 e da sempre nemico giurato dei ferraristi e dei #tifosi, ha saputo resistere al richiamo della leggenda, dello scudetto più affascinante, della squadra più prestigiosa, e dal 2025 vestirà la tuta color rosso Maranello. Un’attrazione reciproca, forse, visto che anche Ferrari è stata attratta dal pilota più pop e influente della storia recente.
Una notizia esplosiva, un’operazione di marketing clamorosa, una storia sportiva romanticissima, un fatto che ha dell’incredibile. “La notizia del millennio”, per citare Leo Turrini. Ci sono tutti gli ingredienti per un coup de theatre degno di un film da Oscar, degno di questa Formula 1-show. Da indiscrezione utopistica si è trasformata in fatto concreto, in un annuncio storico per la Formula 1, e il tutto in poche ore. La si può leggere come si vuole, si possono porre tutti i dubbi del caso sul pilota e la sua età, sull’operazione, sulla coesistenza con Leclerc, ma un fatto resta oggettivo: oggi si scrive una pagina di storia della F1, quella che si legge sui libri, non quella che si guarda su Netflix.
Dal punto di vista del Cavallino, è un’operazione di marketing “alla Elkann-Agnelli” che può ricordare quella di Cristiano Ronaldo alla Juventus (come ha dichiarato Carlo Vanzini a Sky, anche se il paragone è un po’ tirato) e che aveva già portato con le sole indiscrezioni un +9% al titolo in borsa; ovviamente, si spera che l’operazione più successi e prestigio sportivo di quanto visto a Torino sponda bianconera. Il numero 44 porterà molte informazioni tecniche raccolte in anni di vittorie con Mercedes, oltre che la propria infinita esperienza e capacità alla guida, e andrà ad affiancare quella che ad oggi è la prima guida Ferrari, ovvero Charles Leclerc – pilota su cui Fred Vasseur punta molto, visto anche il recente rinnovo di contratto.
Anche qui: Hamilton “seconda guida” è impossibile, e vedremo che equilibrio riusciranno a trovare. Lewis è un animale da competizione, e per Leclerc potrebbe rappresentare sia un fattore destabilizzante di competizione, sia un enorme stimolo.
Dal punto di vista del pilota, però, è una mossa di cuore e di testa. Tanto irrazionale quanto lucida, se dismettiamo per un attimo le categorie del calcolo in Formula 1 e adottiamo quelle del mito, metafisiche più che fisiche, laddove la Ferrari rappresenta nonostante tutto LA scuderia. Pare tra l’altro che Mercedes sia stata presa alla sprovvista e, in un meeting durato 10 minuti e nella persona di Toto Wolff, abbia espresso tutta la sua rabbia per i modi, per i tempi ma soprattutto per il fatto in sè. Un tradimento sportivo clamoroso e suggestivo. Un reciproco innamoramento tra enormi ambizioni, così lo ha definito Paolo Marcacci su radioradio.it.
Sarà che la pista è avara di emozioni e adrenalina negli ultimi anni, colpa e merito di Red Bull e Max Verstappen, ma questa operazione non può essere vista solo con gli occhi freddi della razionalità e dei calcoli. Dietro a questa operazione di marketing c’è quello che più di tutto muove e tiene vivo il motorsport: l’istinto e l’irrazionalità dei campioni, la ricerca della gloria e dell’immortalità sportiva. Un mondiale con la Ferrari, Hamilton lo sa, varrebbe più di tutti gli altri titoli vinti altrove. E il solo indossare il Cavallino Rampante può completare la carriera di uno sportivo eccezionale, di un personaggio planetario, di un rivoluzionario a 360 gradi dell’automobilismo che però resta prima di tutto un Pilota. Un pilota leggendario che deve entrare nella leggenda: in una parola, in Ferrari.