Altri Sport
26 Febbraio 2017

I cardi tornano a pungere

La Scozia dopo tanti anni di oblio si è ripresa la scena del Six Nations.

La partita di cartello della terza giornata del Sei Nazioni è andata in scena a Murrayfield. La Scozia ha affrontato il Galles tra le sue mura amiche, dove nel primo turno di questa edizione del torneo aveva affondato i “giganti” Irlandesi. Entrambe le squadre avevano la necessità assoluta di vincere, per rendere credibile il prosieguo dei giochi, evitando di offrire un match point agli inglesi già nella prossima giornata, perché si sa, citando Francesco Volpe, che gli inglesi giocano a rugby perchè lo hanno creato. Gallesi, irlandesi e scozzesi perchè, legnando gli inglesi in qualsiasi altro modo, finirebbero in galera.”

Five Nations 1990: Gary Armstrong scarica il pallone fuori da un raggruppamento. Scozzesi e Gallesi si sfidano dalla notte dei tempi.
Five Nations 1990: Gary Armstrong scarica il pallone fuori da un raggruppamento. Scozzesi e gallesi si sfidano dalla notte dei tempi.

L’assenza di capitan Laidlaw si fa subito sentire per i padroni di casa soprattutto nelle situazioni di gestione del possesso; Ali Price non comanda come dovrebbe il punto d’incontro concedendo enorme libertà al dinamismo ed alla fantasia di Rhys Webb. Il numero 9 dei Dragoni è senza dubbio il giocatore che crea i maggiori pericoli, fino a trovare lo spunto per mandare in bandierina Liam Williams al 24′. Ci sono tutte le condizioni del caso per assistere ad un dominio gallese, sostenuto dalla famosa marea colorata che segue la nazionale in ogni sua trasferta. La risposta della Scozia però non si fa attendere; il logorante lavoro fisico fiacca le forze nemiche e comandati da un Russell in grande spolvero, in seguito nominato man on the match, i cuori impavidi accorciano il divario con un piazzato rientrando negli spogliatoi sotto di soli 4 punti. La ripresa è uno spettacolo assoluto: i cardi decidono di mettere il piede sull’acceleratore mandando in meta dopo appena 3 minuti Seymour e vincendo tutte le situazioni chiave che gli si presentano di fronte. La seconda frazione di gioco diventerà un vero e proprio incubo per Alu Wyn Jones e compagni. Incapaci di contenere le folate offensive dei “cavalloni normanni”, citando Vittorio Munari, tentano di salvare il salvabile utilizzando quasi sempre il piede. Al 66 arriva la svolta della partita: Russell apre e Hogg con un gioco di prestigio libera Visser, permettendogli di festeggiare la meta sotto una folla in delirio. Si inizia a sentire l’odore della vittoria all’ombra del castello di Edimburgo. Ci sarà poi spazio per un ulteriore calcio di punizione che congelerà il risultato sul 29-13 permettendo alla Scozia di tornare a trionfare sul Galles dopo ben 9 anni di astinenza e di mantenersi in corsa per la Triple Crown ed un’improbabile vittoria finale.

Visser corre in meta dopo lo splendido assist dell'insospettabile Hogg
Visser corre in meta dopo lo splendido assist dell’insospettabile Hogg

In casa Galles, orfano di Gatland, voluto a tutti i costi sulla panchina dei Lions, le riflessioni da fare sono tante: se la sconfitta casalinga con l’Inghilterra poteva essere tollerata, l’umiliazione subita a Murrayfield rischia di diventare un enorme vaso di pandora che potrebbe mettere in risalto i problemi della federazione, sempre mascherati dagli ottimi risultati della nazionale, incapace da anni di avere una franchigia veramente competitiva e quindi di trattenere i propri migliori giocatori all’interno dei confini nazionali. In attesa del risultato di oggi, dopo la solida vittoria irlandese contro la Francia, il sei nazioni appare quasi deciso, lasciando nelle mani degli enfant terribles scozzesi l’incredibile possibilità di strappare agli inglesi la loro imbattibilità, portandosi a casa lo scalpo più prestigioso della propria storia rugbistica. Le riserve di scotch dell’intera nazione saranno assalite da un popolo che da anni sognava queste vittorie. Noi amanti del gioco possiamo solo levarci il cappello di fronte allo spettacolo di partite del genere ricordandoci sempre che “Il rugby e` come un liquore molto forte: per assaporarne sia tutto il sapore che l`aroma va bevuto a piccoli sorsi e tra amici fidati. Dosi troppo forti, assorbite in cattiva compagnia, guasterebbero la festa.” aspettiamo quindi la prossima epica battaglia, ma senza troppa ansia.

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