Sono tornate le standing areas.
Fonte di ispirazione per mezza Europa, almeno dai favolosi ’70 fino alla fine degli anni ’80, i tifosi inglesi sono stati i primi a sperimentare l’entrata a gamba tesa della modernità su tutto ciò che significa comunità: quindi anche e soprattutto tifo, hooligans per la precisione. Una lieve ripresa del movimento soprattutto nelle serie minori – più come scimmiottamento di un certo stile italiano di fare tifo – aveva illuso sul reale ritorno del tifo d’Oltremanica, e la pandemia, come nel resto del mondo, sembrava aver messo la parola fine su alcune delle sottoculture più interessanti del Regno Unito.
Con orrore abbiamo assistito all’introduzione di folli misure repressive, l’obbligo di restare a sedere, cene a lume di candela in tribuna e peggio ancora spettatori silenziosi in giacca e cravatta. Nello stadio del Tottenham, per creare atmosfera sono arrivati i cori registrati e riprodotti dagli alto parlanti. Il motivo? Nessuno cantava più. All’Etihad Stadium di Manchester, le pezze dei gruppi organizzati – chiamiamoli ancora così va – sono state digitalizzate, e il bello è che Guardiola si è persino lamentato dell’atmosfera del suo pubblico tra le mura di casa.
Detto altrimenti, in Premier – sorta di Superlega nazionale – il tramonto della ritualità e dell’eredità hooligans ha avuto un’accelerata imponente negli ultimi anni. Almeno in teoria, perché mentre i potenti del calcio inglese creavano il loro calcio, i tifosi – dai più giovani ai più anziani – scendevano in campo per protestare contro il caro biglietti prima e contro l’idea di Superlega poi. Qualcosa in Inghilterra si è mosso. Con risultati clamorosi. Dopo 32 anni di scelte sbagliate – dalla tragedia di Hillsborough ad oggi – stanno tornando i posti in piedi. La Sports Grounds Safety Authority, agenzia governativa responsabile della sicurezza negli impianti sportivi, ha autorizzato, a partire dal primo gennaio, il ritorno alla tradizione sugli spalti in Premier League e Championship.
Sono diversi i club già organizzati. E chi non lo è ha tempo fino al 6 ottobre per presentare la domanda e dimostrare di tenere ancora un po’ ai propri supporter. Il Liverpool ha previsto 7.800 posti in piedi tra la Kop e la tribuna. Il Chelsea ha progettato tre standing areas. Anche le due squadre di Manchester si sono mosse. In estate il City ha preparato 5.620 posti nel livello inferiore della tribuna sud. Lo United, al momento, solo 1.500. Va dato merito però ai Red Devils di essere stati gli ideatori di questa proposta, slittata a causa di pandemia e assenza di pubblico. A questo punto resta una sola speranza. In barba alla giacca e alla cravatta allo stadio, alle cene a lume di candela in tribuna, ai cori registrati e alle pezze digitalizzate. Che questo sia solo un primo passo nei confronti di chi al football ci tiene davvero. Nessuno dovrà più sentirsi fuori luogo a casa sua.
foto di copertina: unsplash.com/@amadejtauses