La battaglia liberale, democratica e moralista dell'occidente prosegue a vele spiegate.
Là giù trovammo una gente dipinta
che giva intorno assai con lenti passi,
piangendo e nel sembiante stanca e vinta.
Elli avean cappe con cappucci bassi
dinanzi a li occhi, fatte de la taglia
che in Clugnì per li monaci fassi.
Di fuor dorate son, sì ch’elli abbaglia;
ma dentro tutte piombo, e gravi tanto,
che Federigo le mettea di paglia.
Così Dante descrive la legge del contrappasso (camminare lentissimamente sotto il peso dell’oro delle vesti) degli ipocriti nel canto XXIII dell’Inferno. Una pseudo-etimologia medievale del termine “ipocrita” fa risalire infatti la parola all’unione (dal greco) di ypo + crisis, «colui che sotto un’apparenza dorata cela tutt’altro». Sembra quasi di scorgere, dietro la descrizione dantesca, le ombre di Infantino e compagnia.
La notizia: l’Iran – ancora una volta – avrebbe vietato alle donne l’ingresso allo stadio (contro il Libano a Mashhad). La conseguenza: la FIFA, che già aveva ammonito (sic!) la federazione iraniana sui possibili rischi derivanti da azioni simili, starebbe pensando di squalificare hic et nunc l’Iran dai prossimi mondiali in Qatar. Sportivamente parlando, l’Iran merita la partecipazione ai mondiali. Ma la violazione dei diritti umani, per la FIFA, è l’unica cosa sulla quale davvero non si può scherzare.
Ah, l’occidente! Raffigurazione plastica del fariseo che pulisce “l’esterno del bicchiere e del piatto”, ma all’interno è “pieno di avidità e d’intemperanza” (Mt 23,25). Perbacco, la FIFA! Organizzazione sempre in prima linea quando si tratta di lanciare hashtag e finto-impegnate battaglie sociali, salvo poi assistere indifferente alla morte di migliaia di operai per la costruzione degli impianti che ospiteranno il Mondiale da lei organizzato. Ah, la trasparenza di Infantino! Che ammonisce l’Iran su (sacrosante) questioni politiche e sociali, dimenticandosi di come vengono considerati gli omosessuali in Qatar.
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