Lo sci nordico sta vedendo nascere la sua nuova stella: ha 21 anni ed è già il favorito. Per vincere tutto.
Ogni uomo ha bisogno di una guida, un punto di riferimento, un persona che gli stia accanto in tutti i momenti della vita, sia in quelli difficili che in quelli più gioiosi. A volte, per chi ha la fortuna di possederne uno, tale figura è incarnata dal proprio nonno o nonna. Per un giovane sportivo, se il proprio nonno è anche la figura dell’allenatore si può innescare una reazione virtuosa, difficile da descrivere perché basata su un affetto più che filiale. Kåre Høsflot è un vivace pensionato che ha dedicato tutta la sua vita allo sport, facendo il professore di ginnastica e l’allenatore di sci di fondo nella sua Trondheim. Da quando ne ha avuto la grazia, coccola insieme a sua moglie tre nipoti a cui fin da subito ha cercato di trasmettere la sua immensa passione per l’attività fisica, facendo sempre nel giorno del secondo compleanno un regalo molto speciale: un paio di sci.
Anche Johannes il 22 Ottobre 1998 ha ricevuto il suo primo paio di sci dal nonno con i quali sgambettava per tutta la casa, inciampando nell’attesa – neanche troppo lunga vista la stagione – di poter provare quegli strani attrezzi sulla neve. Nonostante gli sforzi del nonno di indirizzarlo verso le discipline invernali, il piccolo Høsflot, spinto dal clamoroso record del Rosenborg Ballklub (squadra della città che tra il 1992 e il 2005 vinse 13 campionati consecutivi, in tutto sono venticinque sui cinquantuno disputati in Norvegia) decise di approcciarsi al calcio, disciplina che porterà avanti fino all’età di 15 anni. Anche lì Klæbo, come negli sport nordici, si rivela un vero talento: partecipa ai primi ritiri con la nazionale giovanile norvegese dove veste anche la fascia di capitano.
I due Klæbo, Johannes a sinistra e Kåre a destra.
Nel Febbraio del 2011, a Holmenkollen, la collina vicino Oslo sacra agli sport invernali norvegesi, si sono disputati i Campionati Mondiali di Sci Nordico. In questa occasione il grande Peter Northug, secondo fondista di tutti i tempi per vittorie, conquistò in tutto tre ori e due argenti. L’euforia lasciata da queste grandissime prestazioni fa cambiare idea al piccolo Høsflot che nel mito di quel campione inizia a praticare lo sci di fondo a livello agonistico “ingaggiando” come allenatore nonno Kåre. In pochi anni arrivano i primi risultati a livello junior, in particolare due bronzi (sprint individuale e staffetta) nei Mondiali di Almaty nel 2015. Un anno dopo nella rassegna iridata junior in Romania a Râșnov fu autentico dominatore con tre ori (sprint, 10km e staffetta) dimostrando di essere già pronto per il salto di qualità.
L’esordio in Coppa del Mondo non si fa attendere, anche se sarà solo un assaggio di ciò che lo attenderà. È il mese di novembre 2016 quando alle prime gare norvegesi ci si inizia veramente a preoccupare per l’imminente arrivo del fenomeno: batte tutti i più grandi del momento (tra cui Iversen, Krogh, Northug) all’apertura della stagione nordica a Beinstolen nella sprint, risultato che impone alla Federazione Norvegese di affidargli un posto fisso in squadra per la Coppa del Mondo. Anche qui i risultati non tardano ad arrivare, e nelle sprint dimostra da subito di poter lottare con i migliori: podi e belle prestazioni che danno subito un’idea del potenziale, davvero alto, di Jhoannes. Il giorno perfetto è il 18 Febbraio 2017 ad Otepää, in Estonia, va in scena l’ultima tappa prima dei mondiali di Lathi. Klæbo fa segnare il primo tempo in qualificazione e nella finale della sprint a tecnica libera tiene le redini della corsa dall’inizio alla fine staccando, nella parte più dura, campioni come Ustiugov e Pellegrino, portandosi anche in testa alla Coppa del Mondo sprint (che poi a fine stagione porterà a casa, legittimata dalla vittoria nelle finali in Canada). La grande impresa, però, non si ripete la settimana seguente in Finlandia dove chiude terzo e portando comunque a casa una medaglia di bronzo, la prima del suo palmares pronto ad essere più che folto.
La prima vittoria in Coppa del Mondo a Otepää, nel 2017.
Nella tecnica di sciata si può sicuramente vedere qualche sprazzo delle caratteristiche del suo idolo Peter Northug, soprattutto per quel che riguarda la potenza e quel ciondolare la testa a destra e sinistra senza la fascetta per i capelli. Il piccolo Høsflot sembra aver forgiato uno sviluppo dello sci di fondo: è infatti molto esplosivo, caratteristica particolarmente visibile soprattutto nelle sprint in tecnica classica, dove con uno stile molto discutibile supera le salite di ogni tracciato quasi fosse una corsa, senza cioè far scivolare gli sci sul terreno ma spingendo: tecnica sulla carta più faticosa e anche poco redditizia, ma che in realtà sta regalando tantissime gioie al campioncino. Infatti, nelle sprint in tecnica classica in questa stagione è imbattuto, campionati nazionali compresi, ma non solo: nella stagione in corso è stato capace di vincere anche quattro prove distance dimostrando ancora una volta a tutti di essere un fondista completo, adatto ad ogni genere di gara proprio come il suo amico e idolo Peter o come da sempre aveva sognato nonno Kåre.
Il campioncino norvegese, grazie anche alla sua presenza estetica (è già considerato dalle ragazze norvegesi un sexsymbol). si è riuscito a creare una immagine social e mediatica anche fuori da quella che è la quotidianità di fondista. Su Instagram ad esempio è seguitissimo ed inoltre ha attivo un canale Youtube con video di cadenza settimanale in cui mostra la sua quotidianità – anche delle partite di calcetto che non ha mai smesso di giocare – sotto un punto di vista giocoso e scherzoso, con il nonno e le altre persone che gli sono vicine.
In una stagione – quella corrente – in cui ha scioccato tutti sin dall’inizio potrà cominciare davvero ad allargare la sua bacheca di importanti titoli olimpici: si presenta da assoluto favorito nella sprint, dove è appunto imbattuto, ma anche con forti credenziali in gare come la 15km a tecnica libera, o anche in staffetta visto che i norge sono i super favoriti per la staffetta maschile. Le aspettative su questo ragazzo sono tantissime, e di certo le sue prestazioni non hanno contribuito ad abbassare l’aspettativa: vedremo dunque come sopporterà la pressione mediatica e mentale a cui un atleta di questa caratura è sottoposto in una occasione così complessa e particolare come lo sono i Giochi Olimpici.
In copertina foto di Laurent Salino/Agence Zoom/Getty Images