Papelitos
07 Febbraio 2018

La condanna di Spalletti

Luciano Spalletti è solo, in guerra contro la stampa e il mondo moderno.

Essere allenatori vuol dire essere soli. Chiedere a Luciano Spalletti per credere, che per giunta si è andato a scegliere le due piazze più maledette del calcio europeo: Roma e Inter. Il punto è che bisogna essere assai forti per sopportare la solitudine, pronti e preparati alle ingiurie e al tradimento, al paradiso prima e all’inferno subito dopo, mentre Spalletti è un toscano a cui è sempre piaciuto essere amato (motivo per cui non ha mai dimenticato Roma, la sua grande e vera prima volta con amore reciproco). Già per questo potrebbe incassare la nostra pasoliniana solidarietà, ma non basta. Pochi infatti negli ultimi anni hanno subito un tale accanimento da parte della stampa come il tecnico dell’Inter: a Roma è stato letteralmente crocifisso per la questione Totti, fino a che è impazzito anche lui senza appello. Ma mettetevi nei suoi panni: gestire il ritiro (o giù di lì) del calciatore icona e sangue di Roma, con una squadra e uno spogliatoio da dover gestire e una proprietà di yankee affaristi che lo ha mandato avanti, affidandogli il lavoro sporco e la più ingarbugliata delle matasse. Quindi Luciano è passato all’Inter e Suning ha improvvisamente chiuso i rubinetti, per cui si è ritrovato con tante promesse disattese e, ai primi risultati negativi, ancora una volta solo (o al massimo in compagnia di quel disperato di Sabatini, un altro gigante dell’extra-campo trattato come un appestato nella capitale).

 

COMO, ITALY - JANUARY 16: Head coach FC Internazionale Luciano Spalletti looks on during the FC Internazionale training session at Suning Training Center at Appiano Gentile on January 16, 2018 in Como, Italy. (Photo by Claudio Villa - Inter/Inter via Getty Images)
In solidarietà a Lucianone, che sia di buon augurio

 

Pensate poi a un umano sfogo notturno – sempre che sia avvenuto in quei termini – con dei tifosi della Roma lontano dalle telecamere: ecco, passa qualche giorno e te lo ritrovi niente meno che sul Corriere della Sera. In primis Spalletti ha detto solo la verità, ovvero che Totti non correva, che Pallotta avrebbe venduto i migliori, che l’ambiente sia nella Milano nerazzurra che nella capitale giallorossa rasenta la follia e che, senza cacciare fuori il grano, con questa Juventus “non si vince una fava”. Ma soprattutto, parliamo di molti “giornalisti”: iene, approfittatori, agenti del caos e della (dis)informazione, sempre in cerca della “notizia” sulla pelle dei diretti interessati. Gli stessi che si vestono da cortigiani quando tutto va bene, e che invece quando la sorte si fa avversa impugnano la penna – anzi ormai imbracciano il pc – come fosse una spada; sarà una coincidenza che queste frasi vengono fuori proprio nel momento di maggior difficoltà dell’Inter e del tecnico toscano? La favola insegna allora che noi siamo umanamente vicini a Spalletti, e ci auguriamo che una gran parte del clero giornalistico, abituato a volare alto proprio come gli avvoltoi, finisca presto per schiantarsi al suolo.

Ti potrebbe interessare

Perché non è il ‘solito’ Napoli
Papelitos
Gianluca Palamidessi
05 Ottobre 2022

Perché non è il ‘solito’ Napoli

Prima o poi la squadra di Spalletti crollerà: o forse no.
Spalletti ha dato un’identità al Napoli
Calcio
Luca Pulsoni
18 Gennaio 2022

Spalletti ha dato un’identità al Napoli

Nonostante la sfortuna, questa stagione è ancora tutta nelle mani dei partenopei.
Intanto Spalletti ha allontanato il grottesco
Calcio
Jacopo Gozzi
21 Novembre 2023

Intanto Spalletti ha allontanato il grottesco

L'Italia è alla fase finale di Euro 2024.
Se non reggi la pressione, non puoi vincere
Papelitos
Gianluca Palamidessi
07 Marzo 2022

Se non reggi la pressione, non puoi vincere

Per ammissione dello stesso Spalletti.
C’è ancora Zaccagni
Calcio
Gianluca Palamidessi
25 Giugno 2024

C’è ancora Zaccagni

Un miracolo del numero 20 regala all'Italia di Spalletti una seconda chance.