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Ne avevamo parlato qualche tempo fa: la radio ha visto durante la pandemia (e dopo, fino ad oggi) una crescita esponenziale negli ascolti. D’altra parte come direbbe Celine, “il viaggio che ci è dato è interamente immaginario. Ecco la sua forza” (Viaggio al termine della notte) e niente come la radio, nell’epoca dell’immagine sempre e a tutti i costi, è tanto potente nella creazione delle immagini.
Con Riccardo Cucchi abbiamo parlato di tante cose, dal rispetto verso gli ascoltatori (questo sconosciuto) alle differenze sostanziali tra radio- e telecronisti, vittime della continua e forzata spettacolarizzazione degli eventi sportivi. Ma la radio morire non può mai. Essa stessa è il grande spettacolo.