Altri Sport
14 Maggio 2024

L'ultimo bacio del marchese de Portago

Il 12 maggio del 1957 moriva uno straordinario pilota e con lui la Mille Miglia.

Sfreccia fra le curve il marchese de Portago a bordo della sua Ferrari quel 12 maggio del 1957. È un primo pomeriggio domenicale e il timido sole di maggio batte sulle strade della Mille Miglia. Il nobile pilota spagnolo sta percorrendo il lungo rettilineo che collega Cerlongo a Guidizzolo, in provincia di Mantova, fra i verdi campi arati della pianura padana. La corsa sta per volgere al termine e Brescia, il traguardo finale, è a circa una ventina di minuti. Per le rosse è una cavalcata trionfale. Guidano le due 315S di Piero Taruffi e Wolfgang von Trips, segue a pochi minuti Olivier Gendebien con la Ferrari 250 GT e de Portago con la 335S, un dominio per la scuderia di Maranello e un ottimo risultato per lo spagnolo, alla prima partecipazione alla Mille Miglia.

E pensare che il marchese a quella corsa neanche voleva partecipare, prediligeva la pista alle gare su strada, ma una malattia all’ultimo minuto di Luigi Musso costrinse Enzo Ferrari a schierarlo sulla griglia di partenza.

Pensare poi che aveva iniziato a correre in auto solo quattro anni prima, grazie al suo amico Ed Nelson, anche lui una vita da romanzo: pugile, giornalista, surfista ascensorista del Plaza di New York, sottufficiale della US Air Force e copilota della Ferrari di de Portago in quella Mille Miglia. Il giovane Alfonso lo accompagnò nel 1953 ad una corsa di Midget in Francia, delle gare su ovali di auto molto piccole dall’elevata potenza, gli disse “Fon, prova un po’ uno di questi affari!”. Fon non se lo fece ripetere due volte, salì sull’affare e vinse la corsa.

Una passione per il rischio e la velocità che lo ha accompagnato da sempre, a 17 anni ha già il brevetto di volo e si lancia in imprese spericolate. Una scommessa con un amico lo porta a volare radente sul Tamigi sotto uno dei ponti di Londra, la scommessa la vince ma la paga con il ritiro della licenza. A 20 anni poi è già uno dei migliori fantini dell’epoca, e disputa nel solo 1951 oltre cento corse vincendone trenta. Ma i cavalli non gli danno più l’adrenalina che desidera e il nuovo che avanza, i motori, lo seducono e lo rapiscono.



Alfonso Antonio Vicente Eduardo Blàs Francisco de Borja Cabeza de Vaca y Leighton, XVII Marchese de Portago, Marchese di Moratalla, XII Conte della Mejorada, Conte di Pernia, Duca di Alagon, Grande di Spagna e settimo successore in ordine gerarchico al trono del re, per gli amici Fon.

Con Ed Nelson nel 1957

Giovane rampollo annoiato dell’aristocrazia spagnola in cerca di emozioni forti, è uno dei tanti nobili esuli dopo la Rivoluzione spagnola. Cresce fra Londra e la Francia figlio di Olga Leighton, irlandese, e Antonio Cabeza de Vaca, ministro dell’istruzione, sindaco di Madrid e padrino di battesimo del figlio del re Alfonso XIII, che muore durante una partita a polo quando il figlio aveva solo 13 anni. Il destino di una stirpe tragica e avventurosa fin dal capostipiteAlvar Núñez, conquistador critico con la corona, primo europeo a raggiungere le cascate dell’Iguazù e scrittore.

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