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15 Marzo 2024

Kylian Mbappé, la banlieue e l'Eliseo

Chi è, da dove viene e cosa rappresenta il fenomeno francese.

Era l’estate 2022 quando l’uomo più influente di Francia, Emmanuel Macron, Presidente della Repubblica dal 2017 e grande tifoso dell’Olympique Marsiglia, iniziava a chiamare con insistenza il calciatore più influente di Francia (e probabilmente del mondo), Kylian Mbappé Lottin, simbolo e stella del PSG, per convincerlo a rimanere a Parigi. In seguito lo avrebbe rifatto, con ancora più convinzione: «sono state poche chiamate – dirà Mbappé con il suo solito sorriso di spensierata e leggera superiorità – dicembre, gennaio, febbraio, marzo…». E ancora: «Macron mi ha chiamato e ha detto: “So che vuoi andartene. Voglio dirti che sei importante per la Francia. Non voglio che te ne vada. Hai l’opportunità di scrivere la storia qui. Tutti ti amano”. L’ho apprezzato, ma è davvero pazzesco. Il presidente ti chiama e vuole che tu rimanga».

Da parte sua, Macron confermerà ai cronisti quei colloqui: «Credo sia mia responsabilità, come Presidente, difendere il paese».

E in effetti Mbappé diventa una vera e propria questione di Stato, anzi di Stati, se come svela a The Athletic Jean-Baptiste Guegan, giornalista, esperto di geopolitica francese e autore del libro ‘Revolution Mbappé’, «nel 2022 il Qatar ha detto no alla cessione e ha mobilitato denaro, reti e attori chiave, fino a Sarkozy e Macron, che hanno consigliato a Mbappé di rimanere». Destini incrociati insomma, quelli del Qatar e della Francia, legati dal numero 7 parigino, che recentemente era a cena all’Eliseo proprio con Macron, il presidente del PSG Al-Khelaïfi e l’emiro del Qatar Al-Thani – il tutto, assicurano, non per un possibile rinnovo, essendo Kylian già promesso al Real Madrid.

In molti si sono chiesti perché un calciatore sia finito a sedersi in un tavolo del genere. Guegan ha provato a rispondere, chiarendo innanzitutto che «Mbappé è una figura nazionale in grado di aumentare il rumore intorno al vertice Francia-Qatar, e aggiungere glamour e dinamismo a una cena di stato formale. E poi Mbappé è un marcatore e un attore nel rapporto Francia-Qatar. Lui lo sa e lo sanno gli altri attori. Come ogni buon politico, risponde all’invito».

Il punto sta proprio qui, perché ormai da tempo Mbappé ha trasceso lo status di calciatore, di grande calciatore, anche di calciatore migliore d’Europa o del mondo, per acquisire un profilo pubblico, sociale, politico in senso lato. «Affascinato dalla politica, dal potere e dal mondo», per continuare a citare Guegan, il capitano e superstella del PSG è ben consapevole di essere “popolare e unificante”, e di incarnare «il francese che vorremmo vedere: il francese del 21° secolo, il francese che ha successo». Una storia che parte da Bondy, luogo simbolico, e che inizia nel 1998: un anno tutt’altro che casuale.

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