Abbiamo imparato a conoscere per nostra (s)fortuna Antonio Giordano. Oggi parliamo anche di estetica del contemporaneo, tra “presenze femminili su sgabello” e seduttori che non t'aspetti.
Il Napoli prosegue la corsa di testa, e per me continua la festa. Chiarisco subito. Non è che io sia tifoso del Napoli, o che mi sia messo in testa di scimmiottare il poeta. È che, fino a quando la squadra di Maurizio Sarri starà lassù, farà godere al suo massimo il Vate del giornalismo sportivo italiano: Antonio Giordano del Corriere dello Sport-Stadio. Che già sarebbe capace di mobilitare le muse con la squadra azzurra a metà classifica, sicché figurarsi come si esprime se s’intravede la possibilità dello scudetto. È stato dimostrato ancora una volta dagli articoli pubblicati nell’edizione di lunedì 27 novembre, all’indomani della vittoria del Napoli a Udine. Per capire, leggete un po’ l’inizio del pezzo principale:
Testa e cuore: è come una monetina, lanciata nello spazio, lì in cima alla classifica, che da una parte ha stampato l’espressione intellettiva d’un Napoli ch’è diventato “grande” (e cioè adulto) e dall’altra mostra la natura alternativa di quella stessa squadra che, spogliato [errore nel testo, ndr] dal doppiopetto (strappatogli da dosso dall’Udinese) sa indossare pure la tuta.
Da oggi in poi sappiate che, quando si tratterà di lasciar decidere la sorte dal lancio della monetina, l’alternativa non sarà più “testa o croce”, ma “espressione intellettiva o natura alternativa”. E va’ a capire cosa dovranno raffigurare le due facce del conio. Meglio dedicarsi al frammento successivo, da leggersi entrando in apnea:
I “fuoriclasse operai” sanno come si va in Paradiso, come si fa a restarci, a dispetto della propria vocazione dell’intrigante ricerca di una Grande Bellezza che evapora per un pomeriggio, sacrificata attraverso letture cerebrali che testimoniano l’evoluzione assoluta di questa specie, capace di non forzare mai la giocata, di non esagerare nel ricamo, di abbassarsi dinnanzi alla propria trequarti – per dominare la fase passiva – e lasciando che poi, eventualmente, al resto pensino i tre tenori, nonostante si colga la loro sofferenza.
Tutto meraviglioso, con una punta di sublime: quel “dominare la fase passiva” che è da Sacre Tavole del Nonsense.
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Rispetto a un genio assoluto come Giordano, gli sforzi di Pierfrancesco Archetti fanno tenerezza. L’inviato della Gazzetta dello Sport ce la mette tutta per insidiare il primato del Vate. E la buona volontà è apprezzabile, ma purtroppo i risultati sono insipidi. L’edizione del 27 novembre riportava la sua cronaca su Juventus-Crotone, e l’attacco del pezzo era dedicato alla situazione del gruppo bianconero in vista della gara contro il Napoli di venerdì 1 dicembre:
Squalificati: nessuno. Infortunati: nessuno, a parte un naso sanguinante, ma è un naso tedesco, si sistemerà.
‘Sti tedeschi! Non li abbatti manco col bazooka. E comunque va detto che Archetti aveva proprio la fissa dei calciatori juventini come macchine umane. Lo si constata leggendo il seguito del frammento:
Riposati: parecchi. Khedira, Higuain; Pjanic per oltre un’ora, più quelli fuori con la carrozzeria ammaccata, ma riparabili a breve, tipo Chiellini, Cuadrado e Bernardeschi.
C’è da augurarsi che la Gazzetta non invii Archetti a seguire Napoli-Juventus. Il confronto con Antonio Giordano sarebbe impietoso.
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Davanti a certi show televisivi nasce il dilemma: sono sessisti certi commenti, o è sessista la realtà che li fa scaturire? E mi rendo conto che si entri in un terreno minato, col rischio che le Armate del Politcally Correct scatenino la reazione. Ma è il momento di dire certe verità. Per esempio, guardate i seguenti frammenti dalla puntata di Monday Night del 20 novembre, il giorno delle dimissioni di Carlo Tavecchio. Assieme al conduttore Michele Criscitiello e agli ospiti in studio c’era una “presenza femminile su sgabello”. Il suo nome era Silvia Caruso. E il duetto iniziale con Criscitiello, sul cui labbro pareva di veder brillare la goccia Gin, è da Manifesto del Post-femminismo.
https://www.youtube.com/watch?v=K5vCOUc07ZA
La speranza è l’ultima a morire
Michele Criscitiello – La tua Lazio ha perso il derbyyyy!
Silvia Caruso – Ahia giusto sì
MC – Ahi ahi ahi!
SC – Ahia
MC – Come mai?
SC – Forse non ho seguito abbastanza
MC – E quindi dove…
SC – Non ho gufato abbastanza
MC – No, e come?, dovevi… no, no, dovevi… tifare
(parte in sottofondo il verso del gufo)
SC – Eh, la Roma, proprio, cioè…
MC – Niente. La Roma ha vinto…
SC – La Roma ha vinto, purtroppo…Speriamo che ci rifacciamo…
MC – Sì?
SC – Speriamo
MC – Però il derby ormai è andato…
SC – La speranza è l’ultima a morire…
MC – SILVIA CARUSO! Ormai il derby è andato… Vedo che hai tante domande, hai seguito questa situazione di Tavecchio? Chi ti piacerebbe per il dopo Tavecchio?
SC – Mh nh, guarda non nn nn
MC – Non te ne frega proprio
SC – Dovrei dire un nome…
MC – Uno a caso
SC – No, mi dispiace che l’Italia non… non è entrata…
MC – Ai Mondiali…
SC – Ai Mondiali, insomma…
MC – E vabbe’…
SC – Triste per tutti…
MC – Sì. Ci sono problemi più seri, nella vita…
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E già, l’importante è la salute. Questo duetto d’altissimo spessore intellettuale è stato replicato un altro paio di volte nel corso della puntata. Con tocco di gran classe al momento dei saluti, mentre la regia dedicava alla sgabellata una panoramica degna del mitico cineasta Thomas Turbato.
https://www.youtube.com/watch?v=dQNHos1kIl8&feature=youtu.be
“Presenza femminile su sgabello”
MC – Adesso cosa fai, Silvia?
SC – Adesso? Dormo, vado a letto.
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Cosa non si sarebbe disposti a fare per ottenere un’erezione degli ascolti.
Del resto, a Sportitalia non si fanno problemi per raggiungere l’obiettivo. Per questo ospitano in trasmissione il Prescritto Luciano Moggi. Nella puntata del 21 novembre il conduttore Michele Criscitiello (goccia Gin doppia) ha sollecitato il Prescr sulla notizia fresca di giornata: l’accusa di molestie sessuali rivolta all’ex presidente federale Carlo Tavecchio. E a quel punto il Prescr ha preso a gigioneggiare, con la sua verve da più grande umorista dell’universo dopo Nosferatu.
https://www.youtube.com/watch?v=uZ2Gf6DJEBk&feature=youtu.be
Tratto dal “Diario del Seduttore” (Søren Kierkegaard,1843)
“Adesso devo difendere Tavecchio, anche perché eeeh, e non c’ha neppure il fisico per fare le molestie, poverino, quindi, il problema di fondo praticamente non esiste”.
Detto col piglio del grande esperto. Uno che conosce benissimo la differenza fra molestie sessuali e modestie sessuali.