Partiamo dal titolo, Mosca. L’ultimo paese che può venire in mente ad un italiano di visitare quest’estate è sicuramente la Russia. Non c’è neanche bisogno di ricordarne il motivo. Più il Mondiale si avvicina, più il dolore aumenta di intensità.
Visto che il livello del nostro calcio è, risultati alla mano, non sufficiente per prendere parte alla competizione più importante di questo sport, c’è comunque un altro ottimo motivo per andare a godersi la nazione più grande al mondo, ovvero la sua capitale. La miglior guida che si possa utilizzare è senz’altro “Mosca Football Guide”, scritta da ben quattro autori: Alberto Facchinetti, Georgy Kudinov, Enzo Palladini e Jvan Sica, edita “Edizioni inContropiede”.
Questa su Mosca è la quarta Football City Guide, dopo quelle su Zagabria, Lisbona e Napoli, collana che porta avanti il bellissimo progetto di descrivere le città tramite il calcio.
Nel manifesto ufficiale del mondiale 2018, un’opera dell’artista Igor Gurovich che si rifà al Costruttivismo sovietico degli anni venti, è ritratto un calciatore in una fase di gioco. È la prima volta dal 1930 che accade ciò, mai prima nei manifesti mondiali ne era stato messo uno realmente esistito. Non sorprende però che il primato, l’ennesimo di una carriera
incredibile, sia di Lev (a proposito, la parola “lev” in cirillico vuol dire leone) Yashin.
Che la Russia non sia una protagonista principale del mondo del calcio è cosa risaputa e lo si può facilmente intuire tramite il livello della Nazionale, per la quale un eventuale passaggio agli ottavi di finale potrà essere considerato un successo. I quattro autori smentiscono però un pregiudizio: questo sport ha infatti ricoperto in Russia un ruolo non indifferente. Se il calcio non rappresenta in Russia lo sport di primo piano, lo si deve al ruolo che qui rivestono discipline come l’hockey e l’atletica leggera.
Un libro che permette di scoprire una città, un paese e una cultura attraverso il calcio. Oltre a rappresentare un’interessante novità letteraria, Mosca Football Guide offre uno dei migliori esempi odierni del tentativo di cambiamento che il racconto dello sport sta cercando di attuare. Non se ne può più di sola tattica e di solinumeri. Dietro ad ogni personaggio e ad ogni gara si nascondono storie di un passato originario. Conoscerle permette a chi legge di comprendere con maggiore profondità quel mondo che ad uno sguardo esterno pare così fatato e lontano.
L’URSS ha sempre considerato lo sport un agente sociale fondamentale, che serviva sia come inquadramento al cittadino, sia come punto di forza per l’orgoglio nazionale da mostrare al mondo.
Se prima di aprire il libro si sa poco della materia in questione, al termine della lettura si diventa esperti. La guida permette di avere una vista a 360° sul filo rosso che collega la capitale al calcio. Si parla delle vicende degli atleti più importanti, uno su tutti naturalmente il grande Lev Yashin. A seguire gli stadi che ospiteranno i Mondiali e i posti più importanti da visitare come il Viale della Gloria, il cimitero Vagankovo e la Piazza Rossa.
Non manca neanche la cucina, con una lista dei migliori ristoranti nostrani e un elenco dei piatti tipici russi, per chi volesse avventurarsi nel provare le specialità del posto. Come ciliegina sulla torta, le interviste a personaggi del calibro di Fabio Capello, Nevio Scala, Massimo Carrera e altri nomi meno noti. Gente che ha vissuto e vive tuttora la Mosca del calcio.
Un’opera che contiene al suo interno tutto ciò che un amante del pallone vuole conoscere. Capace allo stesso tempo di fungere da vera e propria mappa turistica della città, grazie a indirizzi e consigli utili su come muoversi nel traffico di una metropoli che, considerando tutta la regione, conta 20 milioni di abitanti.
Non resta che inserire Mosca tra le città da visitare, senza dimenticare di portare al proprio seguito la miglior guida possibile per un calciofilo.