Tifo
11 Marzo 2023

La battaglia dei tifosi dell'Eintracht è anche la nostra

O meglio: dovrebbe esserlo.

Quando una battaglia è sacrosanta, le divergenze di opinione si restringono, il brusio indistinto della moltitudine si fa eco lontana e la Verità infine viene fuori da sé. Finché erano stati i tifosi del Bayern Monaco a sostenere i conterranei dell’Eintracht Francoforte – dopo il divieto di trasferta a Napoli emanato dal ministro dell’Interno Piantedosi – l’occhio pigro e indolente del popolo social aveva nella migliore delle ipotesi ridotto la cosa ad una rispettabile ma in fondo banale questione ultras. Tutt’altro: ne è nato un caso diplomatico che dovrebbe allarmarci tutti – dal bimbo innocente al tifoso più accanito.

Philipp Reschke, membro del consiglio di amministrazione dell’Eintracht, ha detto che «il divieto del Napoli di vendere biglietti per il nostro settore è senza precedenti nel calcio internazionale», aggiungendo poi che «la decisione non è comprensibile e falsa lo svolgimento del torneo».

Sulla Gazzetta dello Sport Elmar Bergonzini ha giustamente ricordato i precedenti episodi di violenza che hanno coinvolto in campo europeo i tifosi dell’Eintracht – anche in Italia, ad esempio in occasione di Lazio vs Eintracht nel 2018 –, una delle più calde nel panorama del tifo europeo – pensate soltanto all’esodo al Camp Nou dello scorso anno. Ma l’analisi a nostro avviso manca il vero bersaglio: le enormi lacune della gestione dell’ordine pubblico in Italia nascoste sotto la nube dei violenti e cattivi ultras.

All’andata infatti, in una partita da bollino rosso, le due tifoserie sono sì venute a contatto ma senza reali conseguenze (come sottolineato peraltro dagli stessi dirigenti dell’Eintracht). Soprattutto, i tifosi del Napoli hanno visto rispettato il proprio sacro diritto di seguire la squadra in trasferta – lo stesso diritto che, mutatis mutandis, è stato loro tolto sempre in Italia al pari dei tifosi della Roma qualche settimana fa.



L’episodio crea dunque un inquietante precedente. È già accaduto altre volte, certo, che ci fosse il divieto di trasferta per la tifoseria ospite. Ma la cosa era reciproca, e decisa a monte. Non in corso d’opera, e non dopo aver già disputato la partita di andata. Lo scorso anno ad esempio, dopo il sorteggio del girone di Europa League con Lazio, Olympique Marsiglia e Galatasaray, venne immediatamente sancito il divieto di trasferta nei diversi incroci tra tutte e tre le tifoserie (non senza qualche polemica).

«Il fatto che la partita fosse stata classificata come ad alto rischio, rappresentando una sfida anche per gli agenti di sicurezza in loco, non è una scoperta dall’oggi al domani, ma era chiaro dal giorno del sorteggio. All’andata c’è stato un andamento in linea con le aspettative e nel complesso ben al di sotto dei timori».

Philipp Reschke

Ma la commedia fantozziana non è finita qui. Infatti poco prima che l’Eintracht aprisse un’azione legale ufficiale contro l’ordinanza imposta ai propri tifosi, l’Atalanta (prossima avversaria del Napoli in campionato) pubblicava sul proprio sito ufficiale un comunicato (per certi versi sorprendente) sullo stesso tema: «Atalanta BC comunica che ieri ha impugnato al Tar Campania il decreto del Prefetto di Napoli che vieta di vendere ai residenti in Provincia di Bergamo i biglietti per la gara Napoli-Atalanta di sabato 11 marzo. Il Presidente del Tar Campania ha oggi respinto la richiesta di sospensione d’urgenza del divieto definendolo misura idonea vista la rivalità tra i sostenitori dei due Club. Atalanta BC prende ovviamente atto della decisione e si rammarica per quella che essa giudica un’evidente penalizzazione a danno della tifoseria bergamasca».

atalanta eintracht
Il gemellaggio Eintracht-Atalanta in una bella immagine di qualche anno fa da Tutto Curve (Facebook)

Ironia della sorte, i tifosi dell’Atalanta (già presenti a Francoforte all’andata) sono i gemellati numeri uno con quelli dell’Eintracht. I cui dirigenti, ricorda sempre Reschke, si stanno «preparando a una procedura amministrativa lunga e difficile, che però ha già funzionato una volta». Quello che il club di Francoforte ritiene «inaccettabile e difficile da credere» non è tanto il provvedimento in sé, dunque, ma le ragioni dello stesso.

Chiaramente, anche se può sembrare assurdo dai nostri lidi colti e aristocratici, il club di Francoforte ha preso tanto a cuore la delusione dei propri tifosi per il divieto di trasferta a Napoli da chiudere qualsiasi rapporto col club partenopeo, annullando anche il pranzo dirigenziale previsto per il giorno della partita. I tifosi dell’Eintracht hanno invece espresso la loro delusione pubblicando sul sito ufficiale della tifoseria un lungo e romantico comunicato, ennesima triste fonte documentaria di un calcio che ha dimenticato il proprio nucleo fondante: i tifosi appunto.

«Sarebbe stato un sogno. L’elenco delle gare in cui siamo stati bloccati per una serie di motivi è lungo. Che si tratti di covid o di divieti Uefa, ora è un’altra ragione assurda a fermarci in uno dei più grandi match della storia recente del nostro club e della nostra tifoseria». Il comunicato, poi, ribadisce quanto scrivevamo in apertura, aprendo il dibattito sul mondo ultras in generale: «Questa decisione è un attacco frontale alla cultura dei fan liberi in Europa e può avere gravi conseguenze per tutte le scene di fan attivi. Di conseguenza, dovrebbe essere combattuta a tutti i livelli». Dubitiamo fortemente che sarà fatto. Di certo non in Italia, comunque. Dove le istituzioni hanno abbandonato i tifosi, e i tifosi la propria essenza ribelle.

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