Dopo una tormentata estate passata tra sentenze, appelli e tribunali federali, ritorna finalmente il campionato cadetto.
L’estate che ha caratterizzato la serie cadetta è stata l’emblema dell’inefficienza di un sistema che ha palesato tutte le sue lacune, sul piano strutturale come in quello gestionale, evidenziando anche in questa occasione quel mancato cambiamento di rotta – professato in lungo ed in largo dalla gestione pre e post Tavecchio – che doveva necessariamente dare nuova verve al calcio italiano partendo proprio dalle serie minori. Invece, come di consueto negli ultimi anni, abbiamo assistito a due mesi ricchi d’incertezze e di tragedie sportive, come in un drammatico romanzo calcistico ambientato in aule di tribunali federali, dove i protagonisti combattono contro il tempo, destreggiandosi tra sentenze ed appelli. L’entusiasmo trasmessoci dai verdetti dello scorso campionato si è presto affievolito, sormontato dai campanelli d’allarme che rimbombavano nelle piazze di Cesena, Bari ed Avellino, un suono acuto che ha traghettato queste storiche piazze nei dilettanti.
Cambiamenti?
Il numero delle squadre. Dopo i problemi finanziari e tecnici che hanno decretato i fallimenti prima citati, è iniziato il vero iter decisionale che ha visto la contrapposizione tra chi era favorevole ai ripescaggi (Siena, Catania e Novara in primis) e chi invece intendeva optare per un format ridotto a 19 squadre invece che a 22. Nonostante le ingenti pressioni portate avanti da Damiano Tommasi, presidente dell’ AIC e portavoce degl’interessi dei calciatori delle squadre in lizza per il ripescaggio (che giurano tutt’ora il ricorso al Tribunale Federale Nazionale), il numero sembra essere confermato a 19 squadre, il che comporterebbe ad un calendario caratterizzato da una squadra “a riposo” per ogni giornata.
“La Serie B a 19 squadre è un bene per la sopravvivenza della Lega di B e per la tenuta del sistema “. Mauro Balata – Presidente Lega B
Per molti una scelta obbligata. Sono svariati anni che per diversi club è sempre più complicato rispettare i parametri finanziari imposti dalla Lega, restando comunque a galla attraverso una politica del ‘’salvare il salvabile’’ fatta di strascichi e punti di penalizzazione, motivo per cui la Lega B ha risposto attraverso una normativa economica per certi versi rigida, per altri necessaria, che ha come fine la perentoria diminuzione del distacco che caratterizza su diversi piani la Lega B con la serie A.
Ma l’arduo cammino che portato alla prima giornata di campionato ha visto, come se non bastasse, anche la secca posizione della Lega Serie C che, avvalorando le posizioni del proprio presidente Gravina, ha palesato l’intenzione di posticipare i sorteggi dei calendari, attendendo così il responso definitivo del Coni in merito all’odissea ripescaggi.
“Vogliamo essere propositivi: l’Assemblea mi ha dato mandato di chiedere sette promozioni in Serie B per il 2019-2020 al fine di ripristinare il format a 22 squadre. Sono comunque convinto che il 7 settembre il Collegio di Garanzia ripristinerà il rispetto delle norme’’ Gabriele Gravina – Presidente Lega Pro
In un panorama simile è evidente il contrasto che caratterizza i diversi livelli direttoriali del calcio Italiano. Non vi è una visione unitaria, tanto meno un intento comune. Ci chiediamo come si possa pretendere di raggiungere una svolta quando Lega C, Lega B, serie A, Figc e tutti i restanti organi dirigenziali intraprendono strade completamente diverse, perseguendo ognuno la propria utilità. Un problema che tocca la politica e si rispecchia successivamente anche nello sport, figlio di una cultura spicciola, clientelare e per certi versi provinciale, incapace di ogni sorta di programmazione.
Un altro cambiamento, poi, è quello dettato dalle esigenze televisive. Abbiamo già parlato del ‘’campionato spezzatino’’ , che purtroppo non riguarda esclusivamente la serie A. Anche la cadetteria, infatti, si è inginocchiata ai dettami imposti dalle Pay tv. Ad aggiudicarsene i diritti è stata l’onnipresente Dazn, piattaforma online entrata prepotentemente nel jet set sportivo che ha ammorbato la nostra estate inserendo il proprio marchio in ogni spazio utilizzabile, attraverso la monotona immagine della generosa Diletta Leotta che, fiutando una nuova opportunità lavorativa, ha pensato bene di cambiare casacca (nonostante a molti piaccia ricordarla senza – e concedeteci la battuta, su!, che con questo politically correct state esagerando).
Cosa aspettarci da questa stagione?
Accantonate le vicende tecniche e scomparsa la spada di Damocle che pendeva sull’inizio del campionato, ci apprestiamo ad analizzare questa stagione partendo da un’analisi sulle squadre che si daranno battaglia in un girone che, nonostante tutte le vicissitudini, sembra ancora il più rovente degli ultimi anni.
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Prima Fascia. Regine del mercato, in prima linea nella lotta alla promozione. Sono loro le corazzate del torneo. L’Hellas Verona, che parte per tutti come favorita. La squadra allenata da Fabio Grosso può contare su un parco attaccanti vasto e di categoria superiore, e sarà interessante capire come l’ex campione del mondo gestirà una rosa completa come quella attuale. Il Brescia, una delle squadre che più si sono mosse sul mercato, avviando un percorso di crescita di molti giovani, tra tutti Tonali e Bisoli, affiancati da due grandi acquisti come Tremolada ed il bomber Donnarumma, che lo scorso anno insieme a Ciccio Caputo ha traghettato l’Empoli in serie A.
Il Palermo, l’eterna promessa dello scorso anno, lasciatasi sfuggire la promozione in un rocambolesco play off, riparte dalla certezza Nestorovski e da due importanti acquisti, il fantasista Falletti ed il roccioso Puscas, in una squadra già rodata nello scorso anno. Una conferma. Infine gli stregoni del Benevento, caratterizzati da un mercato basato sull’esperienza, con gli acquisti di giocatori quali capitan Maggio, Nocerino, Roberto Insigne, con un trainante attaccante come Improta ed una difesa praticamente intatta dallo scorso anno. Ottimo il lavoro del ds Pasquale Foggia.
Seconda fascia
Sono tante le squadre ben attrezzate per rappresentare un pericolo alle ambizioni delle favorite, prova della bellezza e della difficoltà di un campionato ricco d’insidie – questo è il bello della seconda serie, soprattutto se confrontato con la A – : Crotone e Foggiain primis. I Pitagorici hanno in parte confermato l’organico dello scorso anno, e seppur hanno perso per strada pezzi importanti, l’allenatore Stroppa è stato capace di ricostruire un puzzle dove spiccano senza dubbio i volti del gigante Simy e del metronomo Benali.I Satanelli invece provano a scrollarsi sin da subito gli otto punti di penalizzazione con un mercato stellare, che pone di diritto i Foggiani nella lotta ai piani alti. Intrigante la coppia Mazzeo – Galano dietro al grande ritorno di Re Pietro Iemmello: ci sarà da divertirsi. In quel di Salerno invece si brinda per l’acquisto direttamente dalla Lazio di Di Gennaro: sarà lui a mettere ordine a centrocampo, in una squadra ricca di alternative in ogni reparto, con diversi innesti di qualità, uno tra tutti il velocissimo Jallow, che potrebbe essere la vera e propria sorpresa.
Spezia eCremonese con un mercato oculato sono riuscite poi a rafforzare le proprie rose. I liguri hanno piazzato in extremis un acquisto importantissimo come Galabinov, affiancato dalla velocità di Ricci. Ottimo il rientro in sede di Okereke, protagonista di un gran campionato in C con il Cosenza lo scorso anno. La Cremonese di mister Mandorlini approfitta invece della retrocessione della Ternana per rubare due pezzi pregiati come Carretta e Montalto. Tra tutti spicca anche l’acquisto di Castagnetti, vero gioiello per la categoria. Perugia infine su misura di mister Nesta: la squadra è totalmente rinnovata e lavora per garantire al giovane attacco formato da Han, Melchiorri e Vido un prolifico rullino di marcia.
Terza fascia
Nessun demerito per le restanti compagini, specie per le neopromosse Livorno, Padova, Cosenza e Lecce. Il quartetto, seppur mantenendo molti pezzi pregiati in rosa, è riuscito a rinnovare il proprio organico adattandolo alle impervie strade della categoria. Come già lo scorso anno ci ha insegnato, le neopromosse sanno far molto bene, specie quando nel mercato estivo si lavora per sopperire al divario tecnico. Tra le quattro meglio Cosenza e Lecce, che potrebbero togliersi diverse soddisfazioni; attenzione invece a Padova e Livorno, sarà più difficile per loro ambientarsi. Esce infine molto rinnovato da questa pausa estiva l’Ascoli: una vera e propria rivoluzione rispetto all’organico che lo scorso anno sfiorò la retrocessione. Spicca l’acquisto di Ardemagni in attacco, che si spera risulti essere più prolifico dello scorso anno ad Avellino.
Concludendo infine dobbiamo notare le tante cessioni perCittadella e Carpi. Un vero e proprio ricambio generazionale nel caso dei veneti, che tuttavia non sono nuovi a questo genere di scommesse. Per quanto riguarda i Carpigiani risultano molto più preoccupanti i mancati acquisti di qualità e l’assenza di valide alternative in panchina.
Pescara e Veneziaal contrario si basano sulle conferme. Il delfino regala qualche garanzia in più in difesa ai propri tifosi, ma il problema resta l’attacco; nota positiva il centrocampo con Brugman e Memushaj. I lagunari con l’arrivo di mister Vecchi cambiano poco, importante però l’arrivo di Citro che con Litteri potrebbe dare nuova verve ad un reparto offensivo talvolta troppo statico.
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