Poco tempo fa, il Bayern Monaco ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un’immagine raffigurante le dieci squadre con il maggior afflusso medio di tifosi allo stadio. Naturalmente i bavaresi sono i primi in questa particolare classifica, l’unica squadra al mondo capace di riempire tutti i seggiolini disponibili – 75mila quelli dell’Allianz Arena – ad ogni incontro. Un dato sensazionale, ma parlando di Germania e del Bayern in particolare, non c’è da sorprendersi. L’elemento curioso di questa classifica è che tra le prime dieci vi sono ben sette squadre inglesi e le altre due, oltre al Bayern, sono anch’esse tedesche.
Eppure sia in Germania che in Inghilterra, durante la passata stagione, si sono verificati frequenti episodi di contestazione riguardo il prezzo dei biglietti.
Proprio un anno fa, più o meno di questi tempi, la Premier League prendeva la decisione di porre a 30 sterline il tetto massimo del ticket da trasferta. Pochi mesi prima si erano fatti sentire i tifosi tedeschi. Anche la Germania del tifo ha avuto da ridire sul costo dei biglietti, nonostante il prezzo medio si aggirasse intorno ai 31 euro. La curva del Borussia Dortmund diede sostanza alla propria protesta lanciando palline da tennis in campo. Il malessere delle tifoserie di entrambi i paesi venne a contatto durante la gara di Champions League tra Arsenal e Bayern Monaco. All’Emirates Stadium i tifosi bavaresi si presentarono cinque minuti dopo l’inizio della gara, con uno striscione che recitava: “Sessantaquattro sterline a biglietto, ma senza tifosi il calcio non vale un penny”.
Continuando ad osservare la classifica sembra che in Inghilterra il cuore vada oltre al portafoglio, in quanto i primi due club in termini di maggiore affluenza di tifosi sono l’Arsenal, la squadra inglese che presenta il biglietto singolo massimo più costoso e il Chelsea, il club con il ticket singolo minimo più oneroso della Premier. A proposito dell’Arsenal, nonostante la deludente marcia degli uomini di Wenger in questa stagione, i biglietti per le partite contro il Tottenham (30 aprile) e il Manchester United (7 maggio) erano sold out già dai primi giorni di Aprile. La decisione presa dalla Premier ha placato gli animi, ma resta comunque un problema dover sborsare almeno 52 sterline per poter guardare il Chelsea di Conte.
All’inizio della stagione in corso la BBC ha effettuato uno studio completo sui prezzi sia dei biglietti che degli abbonamenti, evidenziando il meno e il più costoso. I campionati interessati sono stati tutti quelli britannici, mentre per quanto riguarda quelli europei la testata inglese ha messo a disposizione i dati di alcune delle squadre più importanti. Su queste basi è stato possibile creare una tabella, tramite la quale si è cercato di dare un’idea di quali siano i prezzi per le squadre elencate. Bisogna evidenziare che per ogni partita i costi variano, sia i minimi che i massimi.
Per fare un esempio, il prezzo di 12 euro per i match del Napoli in casa fa riferimento alla gara con l’Udinese. Tale cifra potrebbe triplicarsi nel caso in cui al San Paolo arrivasse la Juventus. Andando a Roma invece, si può notare come il biglietto massimo per una partita “qualsiasi” possa costare anche 120 euro, mentre se si tratta del derby (sia per la Roma che per la Lazio) il prezzo salirà fino a 200. Questo discorso vale per tutti i club.
Analizzando la tabella si può notare come i biglietti più accessibili siano quelli di Bayern Monaco e Borussia Dortmund; non a caso la Bundesliga è il campionato con la maggior affluenza di tifosi. Ciò che spaventa sono invece i prezzi massimi fuori dalla Germania: il costo per le partite di cartello del Barcellona arriva a toccare cifre astronomiche, ma neanche Milan e PSG possono dirsi virtuose (lo stesso vale per l’Atletico Madrid). In questo senso, abbiamo evidenziato – in grassetto – i casi più nobili, ovvero quelli in cui il rapporto spettacolarità della squadra/costo per vederla dal vivo risulta bilanciato.
Se da una parte Inghilterra e Germania mettono a disposizione strutture all’avanguardia, ciò non può dirsi per la Serie A. Le ultime buone notizie che riguardano il nostro campionato sono state la vendita di più di 12mila biglietti in soli trenta minuti per Pescara-Juventus e il record assoluto di incassi in Serie A registrato per l’ultimo derby di Milano. Una cifra che ha superato i 4 milioni. Dati che vanno in controtendenza rispetto alla situazione delle strutture italiane, e in generale rispetto all’affluenza negli stadi – l’Italia è, dei cinque principali campionati europei, al quarto posto per numero di presenti durante una partita. Gli unici stadi che potrebbero ospitare un evento internazionale sono l’Olimpico di Roma, San Siro (dove si è svolta la finale di Champions la passata stagione) e lo Juventus Stadium. Proprio quest’ultimo, insieme al Friuli e al Mapei Stadium, è l’unico caso di stadio di proprietà in Italia. Lo stadio di Reggio non è stato acquistato dal Sassuolo, ma dalla Mapei; tecnicamente l’impianto non è di proprietà del club.
In questo ambito, negli ultimi tempi sono arrivate notizie confortanti, con la segnalazione della data d’inaugurazione del nuovo Filadelfia (Torino) prevista per il 25 maggio, e l’ok al via dei lavori per lo stadio del Cagliari. Nel frattempo però le big italiane si dimostrano incapaci di accelerare la propria marcia. Il progetto della Roma c’è, ma i tempi sembrano allungarsi in eterno, mentre a Milano l’arrivo del denaro cinese potrebbe portare alla costruzione di una nuova casa per le milanesi. Al momento però sono solo voci, il progetto di due anni fa dei rossoneri è naufragato, e l’unica cosa certa ad oggi è l’accordo che entrambi i club hanno con il comune per l’utilizzo del Meazza, per il quale nel 2016 rossoneri e nerazzuri hanno sborsato un totale di undici milioni, più di cinque a testa, come riportato da Calcio e Finanza.
È evidente che un’esperienza unica come quella della partita dal vivo stia rischiando di perdere la sua magia, diventando man mano che si va avanti un lusso per pochi (in questo senso, l’ironia dei tifosi reds nella foto di apertura dell’articolo è emblematica). Di certo la situazione non migliorerà finché i tifosi continueranno a dare voce alle proprie proteste utilizzando striscioni o entrando con qualche minuto di ritardo. Magari lasciare lo stadio completamente vuoto e far si che l’incasso di quella giornata sia pari a zero, potrebbe realmente essere un campanello d’allarme in grado di cambiare questa situazione.