Papelitos
15 Novembre 2023

Il non-tempo della pausa nazionali

Ne usciremo vivi?

Ci sono certi momenti catartici, altri rivelatori, altri ancora tempestosi ma niente dà più di tutti la dimensione della sospensione del tempo come la pausa delle nazionali. Sarebbe quasi una cosa ironica, una sorte di sineddoche fantozziana in cui “la corazzata Potemkin” significava l’assoggettamento del tempo libero del lavoratore alla “finta” cultura proletaria, se non fosse estremamente vera. La pausa delle nazionali è un buco cosmico che noi bulimici del calcio non sappiamo né riempire né gestire. E allora ecco, proprio nella precedente pausa, che si insinua il Vate Corona pronto a far emergere scandali proprio nel momento in cui siamo più vulnerabili.



Il momento in cui siamo in attesa. Talmente era grande il senso di vuoto che ci siamo aggrappati ad un personaggio senza morale per discettare di Minima Moralia neanche fossimo Adorno costretto all’esilio o Battiato di fronte al tempo che passa: “Quante stupide galline che si azzuffano per niente. Minima immoralia Minima immoralia. E sommersi soprattutto da immondizie musicali. Sul ponte sventola bandiera bianca”.

Agli inizi degli anni 90 l’antropologo francese Marc Auge aveva teorizzato i non-luoghi, spazi senza funzione regalati dalla società iper trofica capitalista in cui, o per meglio dire, ai quali era impossibile appartenere. I non-luoghi per Auge erano gli aeroporti, le stazioni, le fermate della metro, luoghi, per l’appunto, e non spazi in cui era impossibile stabilire relazioni umani. Adesso siamo nel non-tempo della pausa delle nazionali dove ci affrettiamo a scrivere qualcosa, come questa, per non sentire un’assenza. Pur di non stabilire una relazione. In questo non-tempo sicuramente Giuntoli farà qualcosa di inutile a cui daremo un peso eccessivo, Mourinho dirà qualcosa di polemico e Mazzarri controllerà l’orologio cercando di capire quanto tempo manca alla chiamata di De Laurentiis (pochissimo).



In questo non-tempo si consumerà molto probabilmente l’esonero del povero Rudi il cui errore principale è stato perdere un minuto prima della fine di tutto e l’inizio della famigerata pausa. Molti si affetteranno a scrivere, ma con calma, c’è ancora una settima per descrivere per filo e per segno come sarà il nuovo di Napoli di Mazzarri. La pausa delle nazionali è uno stillicidio contato dove il non-tempo va gestito prima di ripartire per il vortice. Quindi largo alle ricette grazie alle quali Bremer ha un six pack da paura, spazio alle lezioni di tedesco di Harry Kane e largo alla playlist motivazionale di Spotify con i brani di Rafa Leao.

Soprattutto fateci vedere Candela, Di Biagio e De Rossi al torneo di padel di Villa Pamphili. Dateci quel brivido tipico delle super car che colleziona Cristiano Ronaldo o dei costumi di Emily Ratajkowski che in ogni testata giornalistica che si rispetti occupano sempre almeno una gallery. Senza dimenticarci, ovviamente, della passione dei nostri beniamini per i loro amici a quattro zampe. In tutto questo io mi sento come Fantozzi e prima di essere messo in punizione in ginocchio sui ceci, vorrei solo gridare una cosa: “la pausa delle nazionali è una cagata pazzesca”.

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