La verità sul turpe passato delle realtà giovanili del calcio scozzese è venuta a galla.
Gli scheletri nell’armadio di alcune società calcistiche scozzesi chiedono giustizia. La pubblicazione del documento parziale sull’indagine indipendente condotta dalla Scottish Football Association relativa alla pedofilia nel sistema calcio oltre il vallo di Adriano ha finalmente gettato luce lì dove regnava l’ombra più nera. Un’indagine articolata e meticolosa, i cui risultati verranno interamente rivelati ad inizio 2020. Nel documento ufficiale rilasciato il 15 giugno 2019 vengono riconosciuti numerosi casi di violenze sessuali avvenute all’interno di importanti realtà quali Celtic, Rangers, Hibernian e Motherwell.
Il club dalle iconiche bande biancoverdi, ad esempio, secondo il “The Times”, verrà travolto da una class action, per la quale sarà costretto a rendere conto delle proprie responsabilità riconducibili a una serie di abusi a sfondo sessuale perpetrati a partire dagli anni ’80 da alcuni allenatori del vivaio a danno di venti giovani calciatori. Gli avvocati che rappresentano le vittime, prima di scoperchiare il vaso di Pandora, hanno atteso il report della Sfa, nel quale viene implicitamente rimarcata quella che viene definita una «chiara e stretta connessione» tra Celtic Boys Club e Celtic Football Club. I vertici di Parkhead nel corso degli ultimi anni, di fronte alle mostruosità venute a galla, si sono sempre professati all’oscuro di tutto e, pur riconoscendo amaramente la gravità di quanto accaduto, hanno insistito nel sottolineare la distinzione tra l’assetto organizzativo delle squadre giovanili e quello della prima squadra in termini di gestione e responsabilità legali.
Questo smarcamento, criticato dalla federazione e anche dall’opinione pubblica scozzese, non regge. Le critiche giunte dai vari fronti hanno spinto Peter Lawell, Chief Executive del club dell’East End di Glasgow, ad avviare un’indagine interna lo scorso maggio, a un mese dall’uscita del dossier della Sfa. Finora quattro uomini appartenenti al settore giovanile degli Hoops sono stati incriminati in singoli casi giudiziari per abusi sessuali sistematici. La lista vede i nomi di Frank Cairney, il quale si ritiene abbia commesso decine e decine di abusi fin dagli anni ’60, condannato a quattro anni di galera per aver violato otto giocatori dell’under 16, Jim McCafferty, condannato a sei anni e nove mesi di galera per violenze fisiche e psicologiche su dieci dei suoi allievi, Jim Torbett, condannato anch’egli a sei anni di reclusione per abusi sessuali plurimi e, infine, Gerald King, ex capo struttura delle giovanili, il quale purtroppo è riuscito a scampare la galera. Ma al centro delle accuse non c’è solo il Celtic.
Gordon Neely, ex coach delle giovanili dei Rangers morto di cancro nel 2014, venne cacciato da Ibrox nel 1991 per decisione dell’allora manager Graeme Souness in seguito alla coraggiosa segnalazione di un ragazzo, la cui identità è riservata, il quale venne costretto dall’orco a spogliarsi nel suo ufficio. I vertici dei Rangers al tempo dissero alla vittima e ai suoi familiari che quanto commesso da Neely era stato reso noto alla polizia. A distanza di molti anni, l’ex allievo dei lightblues ha smentito tutto ciò. La BBC infatti ha recentemente pubblicato un pezzo nel quale riporta le sue dichiarazioni in merito. Stando a quanto racconta, all’epoca nessun poliziotto venne a raccogliere la sua testimonianza e negli archivi della Strathclyde police, da lui consultati nel 2016, non è stato possibile riscontrare alcuna denuncia da parte del club di Govan.
Nel pezzo si fa riferimento anche a una nota controversa pubblicata sull’house organ dei Rangers nella quale il club, salutando Neely, gli augurava il meglio per il suo prosieguo lavorativo. Un futuro che nei fatti non ha visto l’alba, come riporta “The Courier”. I Rangers tramite il loro portavoce hanno rispedito al mittente le accuse di mancata denuncia. Anche la squadra della metà blu di Glasgow dovrà dimostrare la propria non colpevolezza in un’aula di tribunale. Ciò che emerge dalle indagini, ad ogni modo, è inquietante. Neely, con un passato di abusi taciuti all’Hibernian, cui vertici si sono detti disponibili a collaborare con le autorità per mettere a fuoco la responsabilità delle violenze commesse, quando era sotto contratto con i Rangers ideò assieme a Frank Cairney, suo collega nelle fila del Celtic, una rete congiunta di abusi sessuali.
Anche il Motherwell ha avuto i suoi mostri come dimostra l’incarcerazione di Bob Allan, ex allenatore delle giovanili. Il passato marcio e abietto di alcune tra le più importanti realtà giovanili del calcio scozzese sta venendo prepotentemente a galla. L’auspicio è che l’avvenuto intervento della federazione e quindi una maggiore consapevolezza di questa enorme questione da parte di tutte le squadre possa porre un argine a nuove potenziali sevizie.
“When football was football and footballers were men“. Come i calciatori del Regno Unito nel primo conflitto mondiale abbandonarono i campi da gioco per arruolarsi nell'esercito di Sua Maestà.