In grado di fermare il tempo.
Fa freddo. È martedì. Per un’arcana coincidenza tu e i tuoi amici siete tutti presenti e la cosa non accade oramai da un secolo. Vi guardate. Capite. L’inizio di settimana è stato pessimo e urge organizzare un aperitivo dell’ultimo minuto. Sì, ma dove? È tutto chiuso e di prendere la macchina per andare in centro proprio non se ne parla. Pensate, pensate e pensate ancora. Poi l’illuminazione.
Si potrebbe andare da Lello, propone qualcuno. Lello, ripete sommessamente un altro. Siete in cerchio e senza accorgervene ripetete il suo nome a turno, vicendevolmente. I dubbi fuggono, i ricordi riaffiorano. Lello è lì da sempre. Vi ha servito le prime birre della vostra vita. Vi ha visti ubriachi per la prima volta e ci è mancato poco che non vi portasse all’ospedale, un Capodanno di 10 anni fa. Lello è lì da sempre, con la sua polvere sotto al bancone e quel rancido odore di pancetta vecchia e forse mai davvero affumicata.
Entrate chiedendo permesso e per questo vi beccate immediatamente una manciata di insulti da direzioni sparse. Lello sbuffa, asciugandosi le mani sulla sua immancabile polo rosa salmone, la stessa di sempre. Si pettina i baffi, bestemmiando senza neanche troppa convinzione. Vi guarda con flebile indifferenza, una paternale compassione, quella di un uomo che sa che è nato al mondo per servire birre e non per giudicare. Al primo sorso di bionda fermate il tempo e chiedete una tregua alla vostra quotidianità. Gli affanni spariscono, le responsabilità si diradano. Siete liberi, come non accadeva da una vita.
Siete giovani, come forse non accadrà mai più.
Alzate lo sguardo e nel monitor Sony sopra al bancone le vostre pupille dilatate scorgono maglie bianconere che si muovono su un prato verde. E una scritta a sinistra recita chiaramente: JUV-SAS. La telecamera inquadra Allegri, elegante e furioso come un tempo. La Juventus non brilla, eppure è solida e vincente, come un tempo. E voi siete tutti insieme ubriachi e felici, come un tempo. Avete studiato, vi siete laureati e avete girato il mondo. Vi siete persi, inseguendo chimere troppo distanti da voi. E poi vi siete ritrovati in un freddo martedì sera di gennaio, proprio sotto casa. Il bar di Lello come la Juventus Allegri. Perché per guardarsi dentro, a volte, non c’è niente di meglio che ancorarsi gelosamente al proprio passato.