Il terribile teatrino dei calciatori allenatori.
Peggio dei dirigenti in campo – Paratici docet – ci sono solo i giocatori che, dalla panchina o peggio ancora dall’area tecnica, si prendono il lusso di sovrapporsi – sostituirsi – ai propri allenatori. Parliamo di una terribile tendenza che ha in Cristiano Ronaldo e Zlatan Ibrahimovic il suo acme:
«Sono presidente, allenatore e giocatore, ma mi pagano solo da giocatore», ha detto Zlatan. Viste le presenze in campo negli ultimi tre anni, dovrebbe baciare terra di riceverne anche solo uno, di stipendio.
Viva gli scontri tra i giocatori sostituiti e i propri allenatori, evviva anche gli insulti a distanza tra i due tecnici, le frecciatine pre-partita, e tutto quel contorno folkloristico che fa del calcio uno sport fieramente violento, scorretto, bellico. Risparmiateci però, ve ne preghiamo, questo ridicolo teatrino dei giocatori-allenatori. Roba da far rabbrividire persino l’antica usanza dell’allenatore-giocatore, alla Vialli tanto per intenderci. Soprattutto, risparmiateci – visto che le star del calcio sopracitate difficilmente rimarranno col culo caldo sulla panchina – l’ancor più ridicola esaltazione dei giornalisti a bordocampo, le patetiche risatine e le parole ammiccanti dei telecronisti, pronti a salire sul carro delle banalità quando si tratta di incensare la presunta leadership di questi bulletti.
«Bonucci ha seguito quasi tutta la partita in piedi, guidando il reparto difensivo e l’intera squadra con suggerimenti, indicazioni e consigli, trasferendo la sua personalità ai suoi compagni in campo». Personalità un par di palloni, questa è arroganza bella e buona.
Ma quale leadership, diamine! Ibrahimovic che indica la tattica ai propri compagni – sempre che questi se ne curino, potrebbe tranquillamente parlare da solo per quanto ne sappiamo – magari affiancandosi a Pioli dall’area tecnica, è una scena spiacevole per l’allenatore e vomitevole ai nostri occhi. Poveri noi, poveri scemi che crediamo ancora all’importanza dei ruoli e delle gerarchie, al rispetto del proprio allenatore sopra ogni altra cosa.
Quali illuminanti indicazioni può dare l’uomo-immagine Cristiano Ronaldo a cinque minuti dalla fine, quando a fianco di Santos (Euro 2016, ricordate?) o Solskjaer – come vedete poco cambia, basti rimanere al centro dello show – inizia a sbraitare parole incomprensibili con sguardi allucinati e fintamente penetranti. Penetrano un bel niente, Ronaldo come Ibra, a livello tattico. Penetrano qualcosa, non vi diciamo cosa, lo sapete già. Diciamo basta a questo scempio (tele)visivo, figlio di un tempo succube dello spettacolo. Poco importa quale, purché ve ne sia! Merda, merda, merda!