Papelitos
18 Gennaio 2022

Gli arbitri non contano più nulla

Dopo il VAR, ora addirittura le scuse dell'AIA.

Non è mai successo in tutta la storia della Serie A che l’Associazione Italiana Arbitri si sia scusata per un suo arbitraggio con i dirigenti della squadra lesa. Eppure, è quanto accaduto in seguito all’arbitraggio di Serra in Milan-Spezia. Arrivata la notizia, immaginiamo quindi qualche esitazione in redazione prima della sparata in prima pagina, che come ci si poteva aspettare fomenta la solita “rabbia social”:

“E allora Orsato in Inter-Juve del 2018? Lì l’AIA non chiese scusa”, “E il diluvio di Perugia?” “E il mani di D’Ambrosio?” “E il gol di Turone?”.

Robe da tifosi, per carità, del tutto lecite e anche simpatiche se limitate allo sfottò. Meno divertenti se in campo l’arbitro Serra è poi scoppiato in lacrime, avendo capito l’errore commesso e notato i riccioli da capro espiatorio che man mano gli crescevano sul dorso. Senza incappare in facili sentimentalismi – chi sbaglia sbaglia ed è giusto che ne paghi le conseguenze (sportive) -, è difficile non notare l’evidente stortura di un’istituzione che non protegge un suo associato, ma anzi decide di esporlo al pubblico ludibrio per salvare, toh, l’onore della categoria, come se questo non fosse minacciato proprio dalla stessa gogna mediatica che le scuse hanno contribuito ad amplificare!

Servendo un delizioso assist a giornali e tv, nonché alle recriminazioni campanilistiche di cui sopra, si è infatti ottenuto l’esatto opposto di quanto ricercato: la classe arbitrale ha mostrato di non possedere più alcun briciolo di autorevolezza, mentre crollano uno dopo l’altro i tabù che la rendevano così antipatica ma anche così fondamentale per un sano svolgimento del gioco.

E così non pare nemmeno troppo sorprendente la richiesta del Codacons divenuta virale successivamente alle scuse: se errore fu e tutti lo ammettono, che si rigiochi la partita! D’altronde se si è scelto di garantire l’oggettività dell’arbitraggio tramite mezzo tecnologico, è del tutto normale che di fronte a errori oggettivi si avanzino ricorsi. Anzi, avanziamo pure noi una richiesta ancora più radicale: che si rigiochino proprio tutti i campionati disputati prima del VAR! Che a questo punto non possono essere considerati regolari.

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Valerio Santori

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