Una notizia di cui si sta parlando troppo poco.
Prima di scrivere questo articolo, abbiamo aspettato qualche giorno in attesa di una presa di posizione da parte di ODG (Ordine dei Giornalisti) e USSI (Unione Stampa Sportiva Italiana), che però non è mai arrivata. La notizia in realtà non ha avuto molto risalto mediatico, eppure è abbastanza importante: la Lega Serie A ha deciso di negare – a partire dal prossimo turno di campionato – ai giornalisti (esclusi Sky e DAZN) la possibilità di lavorare nella mixed zone, dove si svolgono interviste a calciatori, allenatori e addetti ai lavori.
Una libertà sotto contratto
Al termine della riunione svoltasi lo scorso mercoledì, con tutti e venti gli uffici stampa del campionato, la Lega di Serie A ha diffuso un comunicato, parlando di un “aggiornamento sulle strategie e sulle trattative in corso per la cessione dei diritti audiovisivi internazionali e dei Pacchetti Dati e Betting Streaming”. Detto cosi, non sembra nulla d’interessante. Eppure, tra i tanti temi toccati c’è anche – ancora una volta – la lotta alla pirateria.
Attenzione però: non stiamo parlando dello streaming illegale, ma dei blog e siti web, che svolgono un servizio d’informazione per i tanti appassionati (e tifosi) sparsi sulla penisola. Ci saranno più controlli nelle tribune stampa, perché i giornalisti non possono scattare foto o registrare video all’interno dello stadio, e questo ci sembra più che giusto. Anzi, ci meravigliamo che la Lega se ne sia ricordata soltanto adesso, rilasciando nei vari anni soltanto dei semplici comunicati, che di certo non scoraggiano nessuno se poi i controlli sono nulli.
Quello che ci lascia basiti però è l’aver tolto ai giornalisti locali la possibilità di accedere alla mixed zone, area della sala stampa in cui a fine partita vengono intervistati uno o più calciatori delle due squadre. Stando a quanto deciso dai vertici della Serie A infatti, l’accesso (e quindi le relative interviste) saranno appannaggio esclusivo dei possessori dei vari pacchetti televisivi. È vero che alcuni club di Serie A avevano già vietato l’accesso ai giornalisti locali alla mixed zone – come l’Udinese – ma perché regalare un’altra esclusiva a Sky e DAZN, togliendo materiale importante – e quindi del lavoro – ai giornalisti di giornali e siti web?
Ma soprattutto: come si può giustificare questo cambiamento con la scusa della pirateria? A noi sembra che l’unica giustificazione dietro l’ultimo regalo alle emittenti televisive (e di streaming) sia legata a motivi economici. La cosa non ci stupisce, sia chiaro, ma ci rattrista una volta di più. Com’è che diceva Carmelo Bene? No alla libertà di stampa sì alla libertà dalla stampa. Tutta però: non una parte.
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