Umar Sadiq, Abdullahi Nura e David Okerke sono i tre nomi dell'Abuja Football Academy, arrivati in Italia tramite una squadra di Serie D.
Anche in Italia si inizia ad indagare sulfenomeno del Football Trafficking, meglio conosciuto come tratta di esseri umani attraverso il calcio. In questi giorni, sotto la lente d’ingrandimento degli investigatori del Tribunale di La Spezia sono finiti i dirigenti della squadra di calcio della città ligure, Luigi Micheli (A.D.) e il presidente Stefano Chisoli, interdetti per un anno dalle loro attività sportive. Nella vicenda sono coinvolte, oltre ai dirigenti dello Spezia Calcio, altre 15 persone, tra cui il presidente del Valdivara Cinque Terre, squadra di eccellenza ligure, tutti accusati di violazione delle disposizioni in materia di immigrazione clandestina. Il tribunale ha focalizzato la propria attenzione sull’Abuja Football Academy, accademia calcistica fondata in Nigeria nel 2012 dallo stesso patron dello Spezia Gabriele Volpi, che proprio nello stato africano gestisce la sua azienda petrolifera.
L’attività investigativa sembra aver messo in luce una macchina finalizzata a portare in Italia i minorenni nigeriani provenienti dalla suddetta scuola calcio.
Un sistema complesso ed intrecciato che vede i dirigenti della società ligure far entrare i giovani calciatori, normalmente accompagnati da un dirigente dell’accademy africana, con un visto temporaneo d’ingresso comprensivo solo del periodo in cui la società partecipava al torneo giovanile di Viareggio, in cui Volpi risulta essere un personaggio molto influente. In quell’occasione i dirigenti avrebbero selezionato i ragazzi meritevoli e li avrebbero trattenuti sul territorio italiano, modificando lo status in “minorenni non accompagnati”, con il successivo affidamento a persone legate indirettamente allo Spezia Calcio. Per far sì che tutto ciò si realizzasse, venivano presentate deleghe sottoscritte dai genitori degli stessi calciatori, con l’omissione di aver già affidato i ragazzi ad un tutore legale per il visto temporaneo. A tutto ciò si aggiunge l’obbligo di legge di iscrivere il minore in un istituto scolastico che, come emerso dalle attività d’indagine, i calciatori coinvolti non hanno mai frequentato.
Il passo successivo consiste quindi nel tesserare il calciatore. L’art 19 della Fifa, già citato in un precedente articolo, prevede il divieto di tesseramento di extracomunitari minorenni, ma la norma si riesce facilmente ad aggirare tramite l’utilizzo e la complicità di una società dilettantistica. L’A.s.d. verrebbe utilizzata per tesserare i calciatori minorenni che, una volta compiuta la maggiore età, sarebbero acquistati dalla società professionistica di riferimento, in questo caso dallo Spezia calcio; l’obiettivo finale è anche quello di generare importati plusvalenze tra i due club.
Ovviamente si parla ancora di indagini in fase preliminare, con la società ligure che ha ribadito la “fiducia nell’operato della magistratura” e di essere «sicura che i propri tesserati potranno chiarire ogni addebito nelle opportune sedi. La società è assolutamente certa che nessuna irregolarità sia stata posta in essere ed attende serenamente il corso degli accertamenti del casoı.
Indagando sulla natura dell’ Abuja Football Academy si può scoprire come nel 2014 fu coinvolta giàin uno scandalo riguardante il traffico di esseri umani: fu necessario l’intervento della Federcalcio Nigeriana per liberare i giovani calciatori da uno stato di semi-schiavitù. Arrivati nell’academy ai calciatori veniva sequestrato il passaporto dal proprio coordinatore, Clement Kumbi Titiloye, il quale effettuava delle vere e proprie pressioni per far sì che questi calciatori non abbandonassero il campo. All’epoca i giovani calciatori parteciparono a dei provini in Croazia presso la HNK Rijeka, società presieduta da Damir Miskovic, socio in affari di Volpi, che anche qui detiene circa il 70% del pacchetto azionario.
I genitori nel frattempo pagavano ingenti somme per il sostentamento dei ragazzi, ma quei soldi non venivano destinati ai minorenni, i quali si ritrovavano a vivere in condizioni indecorose. Lo schema per farli entrare in Croazia sarebbe lo stesso che secondo l’accusa avrebbe utilizzato lo Spezia calcio, con l’affidamento a tutori legali e l’iscrizione presso istituti scolastici mai frequentati.
Tra i giocatori formatosi nell’Abuja Football Academy c’è una conoscenza del calcio italiano, il classe 1997Umar Sadiq, attuale attaccante del Perugia di proprietà della Roma. Il calciatore nigeriano si è formato nelle giovanili dell’Abuja Football Academy (dal 2010 al 2013), per poi accasarsi presso l’Unione Sportiva Dilettantesca Lavagnese 1919, – militante nel campionato di Serie D dal 2002 –, nella stagione 2013-14. Con appena una presenza nel campionato di Serie D nella stagione 2014-15,si aprono le porte della Serie B e dello Spezia Calcio, dove però non colleziona nessuna presenza, rimanendo nel settore giovanile della squadra ligure. L’anno successivo Sadiq arriva alla Roma e collezionerà ben sei presenze e due goal. Da questa stagione in poi il calciatore verrà rimbalzato fra Bologna, Torino, NAC Breda, Rangers di Glasgow e Perugia.
Insieme a Sadiq troviamo il compagno di avventura Abdullahi Nura, classe 1997, considerato tra i terzini più promettenti d’Africa, ma fermato poi da un problema cardiaco. Nura cresce nell’Abuja Football Academy per poi trasferirsi nel 2013-14 insieme a Sadiqalla Lavagnese, all’età di 16 anni: anche lui non collezionerà nemmeno una presenza nel campionato di Serie D. Sul suo conto esiste un vuoto sul portale Transfermarkt intorno alla stagione 2014-15, per poi comparire nuovamentenella stagione 2015-16 con il passaggio dallo Spezia alla Roma, per poi veder il calciatore fra una società ed un’altra fino al prestito al Perugia nella stagione 2017-18. Da chiarire infine l’arrivo di David Okereke in Italia, anche lui classe 1997: dal noto portale non si evince quando la Lavagnese avrebbe acquisito il calciatore dall’Abuja Football Academy, mail primo movimento di mercato tracciabile è con lo Spezia nella stagione 2015-16.
Questa non è tuttavia l’unica indagine della magistratura riguardante il Football Trafficking: in Italia negli ultimi anni si sono sviluppate numerose inchieste che hanno coinvolto Prato e Stestese, col deferimento dei vertici societari, accusati di aver falsificato le generalità di alcuni calciatori tra cui Christian Kouame, attuale attaccante del Genoa. Meccanismo simile è stato usato per il tesseramento di Gnoukuri, (meteora di Inter ed Udinese, accostato all’Avellino Calcio in estate) che ha portato all’arresto di Giovanni Drago, procuratore sportivo che stando all’inchiesta della procura di Parma avrebbe cambiato l’identitàal calciatore: questi non sarebbe nato nel 1996 ma nel 1994, e si chiamerebbe Alassane Traorè.
Una prassi che purtroppo si sta allargando a macchia d’olio in tutta Europa, con indagini che hanno coinvolto molte federazioni del Vecchio Continente.
Real Madrid, Barcellona e Chelsea sono finite sotto la lente d’ingrandimento della FIFA per la documentazione irregolare di decine di calciatori africani. La FIFA sta cercando di porre rimedio a questo business introducendo il Transfer Matching System, un sistema di informazioni e dati su Internet che ha come obiettivo principale la semplificazione dei trasferimenti internazionali dei calciatori, puntando su una maggiore trasparenza e sull’ottimizzazione del flusso di informazioni. Una procedura necessaria per rintracciare l’irregolarità nel tesseramento dei minori: la domanda viene così sottoposta al vaglio della Commissione per lo Status dei Calciatori, organismo della FIFA, che solo in caso positivo inoltrerà la richiesta alla federazione nazionale competente per completare il trasferimento. Inoltre la piattaforma funge da controllo fiscale, soprattutto per quei casi di trasferimenti fittizi al solo scopo di riciclaggio.
La caccia all’atleta del domani, in Africa, ha causato la proliferazione di centinaia di finte accademie calcistiche volte allo sfruttamento dei giovani calciatori per creare profitto. Una corsa all’oro seguita incessantemente anche dai club più importanti d’Europa, che in giro per il continente creano nuove scuole calcio, spesso dietro la maschera del “fine umanitario”. Probabilmente a questo punto l’unico modo per estirpare il fenomeno del Football Trafficking consiste nel vietare del tutto i trasferimenti per i minori di diciotto anni proveniente da altri continenti, senza nessun comma che preveda eccezioni alla regola generale, soprattutto mantenendo rigore nell’applicazione della legge, punendo e radiando chiunque possa lucrare sulla pelle di giovani ragazzi provenienti dalle zone più povere del mondo.