Calcio
23 Aprile 2023

La grazia del Presidente

Il caso Lukaku ci porta in un terreno inesplorato.

La decisione del presidente FIGC Gravina di concedere “in via del tutto eccezionale e straordinaria” la grazia a Lukaku, e così cancellare la squalifica dell’attaccante nerazzurro rendendolo arruolabile per il ritorno di Coppa Italia con la Juventus, sta ottenendo molte approvazioni ma anche sollevando parecchie perplessità. Da un lato i giornali sportivi, che parlano di “svolta storica”, e lo stesso Ministro per lo Sport, che ha plaudito alla “decisione simbolica”.

Dall’altro chi imputa invece a Gravina di aver creato un precedente, smentendo e delegittimando non solo il direttore di gara ma soprattutto la Corte Sportiva d’Appello, che aveva respinto il ricorso dell’Inter e confermato la squalifica di Lukaku. Lo ha scritto ad esempio Giancarlo Padovan in questo editoriale su Calciomercato.com: «per me, l’interista non andava espulso. E se lo è stato (causa reazione scomposta) si è trattato di una decisione ingiusta, calvinista, eccesiva almeno quanto la reazione». 

«Tuttavia, una volta che la decisione è presa, e la si ritiene conforme alle norme, tanto da non essere stata modificata dal giudice di primo e secondo grado, intervenire significa entrare in un ginepraio»

Per non parlare dei tanti tifosi, della Juventus ma anche ad esempio del Napoli, i quali già hanno ricordato l’applauso di Koulibaly a Milano (oggetto di cori razzisti) che gli costò il secondo giallo e la squalifica poi scontata. E così sono molti quelli che si stanno appellando a svariati altri casi. Il rischio è che si finisca in un gorgo senza fine, e che per situazioni del genere si inizi ad invocare sistematicamente la grazia del presidente, essendo ormai stata parzialmente superata la giustizia sportiva. Ma soprattutto che la stessa giustizia sportiva (già di per sé lacunosa) diventi definitivamente il terreno dell’emotività, della morale anziché della legge.

Perché tanti, quasi tutti, sono d’accordo nella sostanza: Lukaku non andava espulso per doppia ammonizione. Il problema è la forma, giustificata in teoria dall’articolo 43 del codice di Giustizia Sportiva. Questo prevede l’esercizio della grazia se il soggetto ha scontato almeno metà della pena. Nel caso specifico, la prima metà sarebbe la prima ammonizione comminata all’attaccante belga, che rimarrà sulle spalle di Lukaku senza il secondo giallo. Una motivazione però, fano notare in molti, piuttosto debole per un articolo mai applicato in casi simili.


ll Presidente Federale, visto il C.U. n. 182 del Giudice Sportivo della Lega di Serie A del 6 aprile 2023 con cui è stata inflitta la squalifica di una giornata effettiva di gara al calciatore LUKAKU BOLINGOLI ROMELU (Internazionale FC) in seguito alla espulsione per doppia ammonizione occorsa nell’incontro Juventus – Inter di Coppa Italia;

visto il dispositivo della Corte Sportiva di Appello di cui alla C.U. n. 211/CSA del 21.04.2023 con cui è stata confermata la sanzione inflitta dal Giudice Sportivo in seguito al provvedimento di espulsione; considerato che è emerso in maniera inequivocabile dalla relazione della Procura Federale che il suddetto calciatore è stato fatto oggetto, in più occasioni, di gravi, ripetute e deprecabili manifestazioni di odio e discriminazione razziale tali da poter giustificare comportamenti formalmente non regolamentari e come tali valutati dal direttore di gara;

ritenuto che il principio della lotta ad ogni forma di razzismo costituisce uno dei principi fondanti dell’ordinamento sportivo, nella sua dimensione internazionale e nazionale; ritenuto pertanto, alla stregua della applicabilità in via generale a tutte le fattispecie sanzionatorie dell’art. 43 del Codice di Giustizia Sportiva, che sussistono gravi ragioni per concedere in via eccezionale e straordinaria la grazia in relazione alla squalifica inflitta per il provvedimento di espulsione conseguente alla seconda ammonizione.


Così recita la nota ufficiale della FIGC, che lo stesso Lukaku – tra gli altri – ha accolto con grande soddisfazione: «Sono davvero felice per questa decisione del presidente della Figc, che ha dimostrato una grande sensibilità. Credo che grazie al suo intervento sia stata fatta giustizia e sia stato dato una grande segnale a tutto il modo dello sport e non solo. È stato dimostrato che c’è la volontà di combattere il razzismo». Di sicuro, comunque la si pensi, la decisione storica c’è stata. Poi a ognuno le proprie conclusioni, formali e/o sostanziali.

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