Calcio
08 Aprile 2022

Il Subbuteo in Italia è storia, disciplina e tradizione

Avete mai sognato di diventare i campioni del mondo del calcio da tavolo?

In quanti sanno che mentre la Germania Ovest batteva l’Olanda nella finale dei Mondiali 1974 nel nostro Paese si disputava per la prima volta un campionato nazionale di Subbuteo? Nato in terra d’Albione nel 1947 (e sbarcato in Italia nel 1971), il celebre gioco da tavolo arrivò in sordina nel Belpaese, divenendo ben presto un must per generazioni di appassionati, che attraverso questa pratica sognavano di incarnare le gesta dei propri beniamini e concorrevano a perfezionarne il formato grafico e ludico. Negli anni si succederanno diversi tentativi di organizzare l’attività sotto l’egida di una federazione. Agli albori è la FICMS (1975) ad incarnare questo ruolo, mentre nel 1987 vengono alla luce l’AICIMS e la FICT.

Nel 1995 la svolta: dalle ceneri delle esperienze pregresse e con l’intento di unificare e forgiare il movimento, nasce la Federazione Italiana Sportiva Calcio Tavolo. Attualmente conta oltre cento club affiliati su tutto il territorio e oltre 1.500 tesserati, permettendo il regolare svolgimento di kermesse regionali e nazionali per le discipline di Calcio da Tavolo e Subbuteo Tradizionale. Esistono inoltre anche rassegne internazionali (dal 1974), con veri e propri Commissari Tecnici – incaricati dal Consiglio Direttivo – che provvedono alla convocazione dei migliori giocatori per le rappresentative nazionali: il Campionato del Mondo e l’Europeo, entrambi organizzati dalla Federation of International Sports Table Football (F.I.S.T.F.).

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La FISCT è sponsorizzata dalla più importante e storica rivista sportiva in Italia: il Guerin Sportivo

Ma come funziona lo svolgimento dei campionati? La FISCT organizza i tornei da cui poi redige un ranking, un po’ come si fa nel tennis. I giocatori che partecipano, in base ai risultati, ottengono dei punti che li fanno scendere o salire in questa classifica, determinando quindi il loro piazzamento nazionale. Il ranking dà l’opportunità di qualificazione a rassegne internazionali e spesso i numeri uno vengono scelti per rappresentare l’Italia.

Per quanto riguarda i campionati veri e propri ci sono tornei individuali regionali, che danno vita alla fase finale tra i singoli vincitori (quest’anno si disputerà a fine giugno in quel di Reggio Emilia). Discorso diverso per la competizione a squadre dove gli atleti si sfidano all’interno delle canoniche categorie (A, B e C) e in due gironi (andata e ritorno) per determinare il vincitore dello scudetto e le squadre retrocesse/promosse. A tal merito l’Italia vanta il palmares più importante del globo:

15 mondiali open a squadre
13 mondiali Veteran a squadre
32 mondiali Giovanili e Ladies a squadre
10 mondiali open individuali
10 mondiali Veteran individuali
22 mondiali Giovanili e Ladies individuali.

subbuteo
Il gioco di tutti, per tutti

Un curriculum da schiacciasassi che ha portato gli azzurri sul trono e che legittima ancor più l’assegnazione del Mondiale che si svolgerà questa estate a Roma (16-18 settembre, location ancora da ufficializzare), a distanza di sette anni dall’ultima kermesse svoltasi su suolo italico, a San Benedetto del Tronto. Ma prima di porre l’accento sull’organizzazione della rassegna iridata vale la pena sciogliere il dubbio che attanaglia molti di quelli che si avvicinano per la prima volta a questa disciplina:

esiste una differenza tra Subbuteo e Calcio da Tavolo? Assolutamente sì. Il secondo altro non è che l’evoluzione (a livello di regolamenti e materiale utilizzato) del primo, quello tradizionale che ha avuto maggior sviluppo negli anni ottanta e novanta.

Va detto che soprattutto nel suo ultimo mandato, la FISCT favorisce un percorso che possa foraggiare entrambe le modalità, in maniera da non creare inutili dualismi e mantenere alta la competitività. L’obiettivo è quello di esportare il Subbuteo-Calcio da Tavolo nelle scuole e fra i giovani, per far sì che le sue proprietà ludiche e aggregative possano far breccia anche nel cuore di generazioni forse troppo assuefatte dalla virtualità o dallo sport visto e vissuto solo dietro uno schermo al plasma.

L’organizzazione del Mondiale sarà dunque un momento fondamentale per creare interesse attorno al lavoro della Federazione. Il recente accordo con l’ente di promozione sportiva Opes – seguito dall’instaurazione di un dialogo con il CONI, affinché il Calcio da Tavolo venga riconosciuto sport olimpico – rappresenta un altro tassello per l’ampliamento della portata di questa disciplina, e sicuramente lancia un messaggio molto importante al modus vivendi dei giovani: se rimane fondamentale continuare ad uscire, giocare per le strade, organizzare partite con un pallone e un campo vero, è altrettanto importante aiutare e sostenere lo sviluppo di ogni pratica in grado di implementare la fantasia.

Senza che essa – ovviamente – crei dipendenza o scaraventi in una dimensione aliena chi la pratica. Nella sua accezione popolare il Calcio da Tavolo rimanda alle partite campali in famiglia, ma anche all’arte di creare campi da gioco riproducendo gli stadi più celebri. Oltre all’emozione indiscutibile nell’acquistare e poi predisporre sul “manto verde” le squadre (club o nazionali) con le casacche fedelmente riprodotte.

squadre subbuteo
Le squadre da gioco, il pezzo pregiato del Subbuteo

Parliamo dunque di uno sport che va ben oltre la semplice disputa che può sembrare fredda e asettica. Proprio come succede quando a confrontarsi sono gli uomini e le loro passioni; quello che emerge è il sentimento corroborato da anni di lavoro, perché nulla e nessuno rimanesse indietro. Troppo spesso si incensano figure che hanno fatto grande lo sport italiano riferendosi esclusivamente al calcio (e in rarissime occasioni ad altri sport) mentre difficilmente ci si addentra nel sottobosco di addetti ai lavori che per decenni hanno tenuto in piedi la masnada di discipline in cui il nostro Paese accumula regolarmente vittorie e medaglie.

Dopo due anni di pandemia – con tutte le sue terribili conseguenze – c’è bisogno di far tornare la voglia di sano confronto nella nostra società. C’è necessità di mobilitazione e di esaltazione per ogni disciplina agonistica, oggi più che mai medicina silenziosa di molti mali. Il Covid ha ovviamente bloccato anche il Calcio da Tavolo, che oggi si ritrova all’alba di una nuova primavera.

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Immagine storiche da uno storico Subbuteo

Non solo il Mondiale ma anche l’iniziativa “Di Padre in Figlio” a far da corollario al folto cronoprogramma. Un progetto partito prima della pandemia e presentato al Ministero per le Politiche Giovanili – rimanendo però in cantiere per cause di forza maggiore – con cui la Federazione vuole realizzare un vero e proprio passaggio di consegne tra le “vecchie” generazioni degli anni ’80/‘90 e quelle odierne.

Un lavoro da svolgere a tuttotondo, con il chiaro intento di rinfocolare l’importante bagaglio socio-culturale rappresentato dal Calcio da Tavolo e creare un’alternativa alla stordente attività virtuale dei ragazzi contemporanei. Malgrado per ora il Ministero non abbia ancora dato riscontro ci sono diverse attività in cantiere che lentamente stanno riprendendo, facendo leva anche e soprattutto su spazi sociali e costruttivi come le scuole, dove nelle figure di insegnanti e presidi si cerca un aiuto fondamentale.

Un modo per creare un collante tra passato e presente e sfruttare quel poco di “buono” che le chiusure hanno lasciato: il divertimento casalingo. Momenti ludici dove ovviamente questa disciplina l’ha spesso fatta da padrone. L’appuntamento principe di quest’anno rimane dunque dal 16 al 18 settembre nella Capitale. Malgrado la disfatta della Nazionale calcistica ci sarà uno stuolo di atleti pronti a difendere il nostro gonfalone di fronte al resto del Mondo!

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