Calcio
04 Dicembre 2017

Talento di cristallo

L'infinito calvario di Marco Reus.

13 luglio 2014, al Maracana di Rio de Janeiro la Germania di Joachim Low si è laureata campione del mondo, grazie al gol di Mario Gotze nel secondo tempo supplementare. Al fischio finale l’intero staff tecnico abbraccia l’allenatore, i giocatori in campo sono uno sopra l’altro, in tribuna Angela Merkel riceve i complimenti. Tutto perfetto sembrerebbe, ma così non è, perché c’è un assente di lusso, uno dei migliori talenti tirati su dal progetto tedesco, che era atteso come il grande protagonista. Il sogno di Marco Reus è andato in frantumi solamente una settimana prima dell’inizio della competizione, e ora il ragazzo sta guardando la festa dei suoi connazionali davanti alla televisione.

Reus dolorante dopo il contrasto con Yedigaryan
Reus dolorante dopo il contrasto con Yedigaryan

La stagione del ragazzo era stata incredibile, 23 gol, 16 assist e una condizione di forma stupenda, che lasciava presagire la possibilità di disputare un torneo di altissimo livello. Il 6 giugno si gioca l’amichevole tra Germania e Armenia, l’ultima prima di imbarcarsi per il Brasile. Marco parte ovviamente titolare, ma a pochi minuti dalla fine del primo tempo succede ciò che nessuno si può aspettare. Il centrocampista va in pressione su Artur Yedigaryan, è più scaltro dell’armeno e riesce a toccargli la palla giusto un secondo prima che questo possa effettuare il passaggio, ciò però porta la gamba di Marco a trovarsi esattamente al posto della palla quando la punta del piede dell’avversario la tocca e la caviglia subisce un colpo che causa un movimento innaturale. Se guardando in diretta l’azione quello può sembrare un semplice contrasto di gioco, il replay è una condanna senza possibilità di appello. Non c’è bisogno del referto medico, le immagini mostrano chiaramente il bruttissimo movimento e ciò che sarà, lo si può tranquillamente immaginare. Mentre i tedeschi alzano ad uno ad uno la meravigliosa coppa di colore oro, dietro di loro il mattatore della serata mostra la maglia dell’amico, la numero 21 di Marco Reus. Nessuno dei due lo sa, ma quel momento segna l’entrata della loro carriera in un abisso infernale.

“Il sogno di una vita mi è stato strappato via nel giro di un secondo”.

Per Marco saranno due i mesi di stop, il contrasto ha causato la rottura parziale dei legamenti della caviglia. Nonostante si ripresenti disponibile ad agosto, la stagione ricomincia da dove era finita, dai problemi alla caviglia. A settembre arriva la rottura parziale del legamento collaterale, sempre della caviglia, che lo obbliga ad un altro mese lontano dal rettangolo di gioco. Al rientro segue un mese di attività prima dell’inizio del novembre nero. All’inizio un edema osseo lo costringe al riposo per una settimana, successivamente arriva l’ennesima rottura del legamento collaterale della caviglia. Un mese e mezzo di fermo e ritorno in campo previsto per l’anno successivo. Nella seconda parte di stagione Marco deve restare fermo in totale per un altro mese, due settimane per un problema agli adduttori e altre due per un fastidio muscolare. Il Borussia Dortmund risente dell’assenza del suo talento, quella è infatti la peggior annata per Jurgen Klopp. Settimo posto in Bundesliga ed eliminazione agli ottavi ad opera della Juventus. I numeri di Reus sintetizzano quella stagione: 29 presenze totali, 11 gol e 6 assist. Una miseria rispetto a quelli dell’annata precedente.

Reus con la fascia di capitano
Reus con la fascia di capitano

Si potrebbe pensare che la sfortuna abbia finito con il ragazzo, che il karma ora possa riservargli una stagione migliore, giusto per l’Europeo che si giocherà in Francia. Purtroppo non è così. Da agosto a maggio Marco deve fare i conti con 8 infortuni che lo fanno stare fuori dal campo più di quaranta giorni, ma la batosta arriva – ancora una volta – ad un passo dall’inizio della competizione. È il 31 maggio, Reus compie ventisette anni e il commissario tecnico della nazionale tedesca annuncia il suo nome in conferenza stampa, tra gli esclusi della compagine che partirà per la Francia. “I medici erano molto scettici sul suo impiego durante il torneo. Ho dovuto prendere questa decisione per le sue condizioni fisiche. Avere Reus a disposizione ci avrebbe arricchito molto”, le parole di Low. Questa volta il problema è un’infiammazione all’osso pubico, che lo costringerà a stare fuori dal campo per 175 giorni, fino a novembre. La stagione 2015/16 si conclude nel peggiore dei modi, nonostante la sua presenza in campo si era fatta sentire: 43 presenze, 23 gol e 8 assist. Ciò che colpisce è la forza di volontà del ragazzo, che riesce a tornare in campo e mettere in mostra prestazioni di alto livello, accompagnate da numeri che parlano da soli. Ancora una volta però, il gioco si è rotto sul più bello.

 

Lo stop a causa dell’infiammazione dura fino al 22 novembre, quando Reus fa il suo rientro nella gara di Champions League contro il Legia Varsavia, segnando una doppietta. Ancora una volta si dimostra più forte della sfortuna e del dolore. È la stagione del ritorno del suo amico Gotze a casa, con Aubameyang e i giovani Pulisic e Dembélé, i gialloneri possono puntare in alto. Fino all’arrivo della primavera il numero undici vive un periodo piuttosto tranquillo sotto la voce infortuni, ma a marzo la rottura di una fibra muscolare lo obbliga a 40 giorni di fermo, permettendogli comunque di arrivare pronto all’appuntamento che potrebbe consacrare la stagione, la finale della Coppa di Germania contro Eintracht Francoforte. Gli uomini di Tuchel hanno la meglio in finale, conquistando la coppa grazie alle reti di Dembélé e il rigore di Aubameyang, ma ancora una volta è Marco il grande assente.

Reus seduto in panchina dopo l'infortunio in finale di coppa
Reus seduto in panchina dopo l’infortunio in finale di coppa

Alla vigilia dichiara che giocherebbe anche con una gamba, se fosse necessario. Finalmente parte titolare al grande evento, nessun problema lo disturba questa volta. La sua finale però dura soltanto 45 minuti. Al triplice fischio lo si vede festeggiare, ma zoppicante. La felicità del momento lo porta a non prendere in considerazione l’entità dell’infortunio: “Forse è il legamento crociato anteriore. Dovrete chiedere al medico, ma oggi non importa”. Troppo felice per il traguardo conquistato, il ragazzo vuole semplicemente godersi la festa. Il giorno dopo però bisogna fare i conti con l’ennesimo drammatico referto medico. Rottura parziale del legamento crociato. Se inizialmente l’infortunio non sembrava dei più gravi e si parlava di un ritorno dopo soli 3 mesi, la data del rientro non ha fatto altro che essere posticipata da quel momento. Si è passati ai sei mesi ed ora addirittura dieci, con la ripresa dell’attività prevista solo per il mese di marzo. Tre anni di puro inferno per la stella del Dortmund.

 

Anche prima dell’ultimo infortunio Marco aveva dimostrato la sua pazzesca capacità di rientrare subito a livelli altissimi. Solo 24 presenze, ma ben 15 gol. Con le parole di Tuchel prima della semifinale di coppa contro il Bayern che sottolineavano come Reus fosse indispensabile per i suoi compagni: “Marco ha già segnato due volte in campionato da quando è rientrato, oltre a essere andato a segno anche contro il Monaco. Sta realizzando gol importanti e sta mostrando quanto ci manchi nei momenti in cui è indisponibile. È cresciuto caratterialmente durante il recupero dall’infortunio di inizio stagione e sono convinto che sia pronto per realizzare grandi cose“. Se si prendono in considerazione tutti gli infortuni del piccolo mago a partire dalla stagione 2009/10, quando militava nel Borussia Monchengladbach, i numeri fanno venire i brividi. Un totale di 40 problemi fisici, che ha costretto il ragazzo a stare fuori per 832 giorni e saltare 104 partite con le squadre di club.

“Darei tutti i miei soldi per essere sano e per fare il mio lavoro, per fare quello che amo giocare a calcio”.

A queste dichiarazioni ne sono seguite altre, che in pochi si sarebbero aspettati. Marco ha annunciato che nel 2019 non rinnoverà il contratto che lo lega al Borussia Dortmund. Proprio lui, che del tridente formato con Lewandowski e Gotze, era stato l’unico a non cedere alle sirene del Bayern Monaco e altri top club europei. Una decisione difficile e decisiva, la volontà del fantasista è quella di provare un’altra esperienza, visto che tra due anni saranno 30 le candeline. Un ultimo treno potrebbe già essere il mondiale russo, al quale sicuramente Reus farà di tutto per salirci e cercare di riprendersi quello che gli è stato tolto in questi anni. Stagioni che avrebbero dovuto significare l’esplosione del suo immenso talento, ma che invece sono stati un abisso dal quale pure il ragazzo ha cercato di uscire, dimostrando ogni volta che ritornava sul campo quanto fossero brillanti e preziose le sue capacità. Se Beckenbauer lo descriveva come un giocatore straordinario già nel 2014, quando il ragazzo aveva solo 25 anni, John Brewin per ESPN ha scritto che se Reus Reus fosse stato in piena forma durante le ultime stagioni, il calcio tedesco avrebbe avuto un giocatore ai livelli di Messi o Cristiano Ronaldo.

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