Calcio
25 Agosto 2023

Zitti tutti, parla Toni Kroos

Per non morire di ipocrisia e frasi fatte.

Ammettiamolo: ci fa godere ogni volta. Toni Kroos è il nostro Don Chisciotte. Dall’alto della sua carriera mirabolante e del talento sconfinato, il centrocampista del Real Madrid ci ha deliziato con un’altra perla delle sue, con la quale ha riassunto il trasferimento di Gabri Veiga nella Saudi Pro League a soli 21 anni – e con un contratto bell’e pronto offerto dalla squadra campione d’Italia. Il commento alla notizia è stato un eloquente e lapidario: “Imbarazzante”.

Ma non è la prima volta che Kroos ci delizia con le sue stoccate così brutalmente fuori dal coro. A corollario del “malessere” di Hazard con le merengues, poi maturato nella separazione tra club e calciatore, il “Principe” aveva rimproverato il compagno di squadra, ritenendo che non potesse lamentare di stare vivendo “un periodo brutto”, poiché «Puoi dispiacerti per le persone che stanno chiaramente passando un momento brutto, ma al di fuori dei soldi del calcio. Ognuno è, in una certa misura, responsabile della propria situazione. Eden non è una di quelle persone che soffrono in maniera seria», ammettendo senza indorare alcuna pillola di

«non provare alcuna compassione per la situazione».

Inoltre, con riferimento stavolta all’acquisto di Bellingham da parte del Madrid alla modica cifra di 103 milioni di euro, Kroos aveva fatto chiaramente intendere una cosa che tutti pensano e nessuno dice mai, ossia che il valore del cartellino non è indice del valore del calciatore corrispondente: «Qui abbiamo giocatori che sono venuti per un sacco di soldi e lui, Eden Hazard (ndr costato quanto Belingham), ha praticamente lasciato morire la sua carriera».

Un altro bersaglio degli strali di Kroos era stata la divisa del Real dell’anno appena trascorso, rea di aver proposto inutili e scomodi – a dire del “Principe” – colletto e bottoncini, motivi per i quali il tedesco l’aveva apostrofata senza troppi complimenti: «è una polo non una maglietta da calcio: è una gran merda». Persino sulla Superlega Kroos si era espresso fuori dal coro, almeno sulla seconda versione che riguardava la proposta del torneo (quella senza membri permanenti, per intenderci).



Anche in quel caso, il buon vecchio Toni riteneva che la nuova proposta meritasse almeno di essere valutata, specie se (e di nuovo la stilettata) l’UEFA si sentiva padrona di introdurre tornei come la Nations League «di cui nessuno ha bisogno. Nessuno glielo ha chiesto». Proprio come le supercoppe in Arabia– e stavolta messaggio indirizzato anche alle federazioni nazionali –, competizioni che «servono solo a raccogliere soldi». D’altronde, spiega senza troppe ambasce il tedesco,

«noi siamo burattini della Fifa e della Uefa, e loro pensano solo al denaro».

Ebbene, non è proprio più possibile ignorare lo spirito contrastiano di Kroos. Anche quando va sopra le righe, come in occasione della finale di Champions League di due anni fa – vinta 1-0 contro il Liverpool – quando un giornalista tedesco gli aveva chiesto prima se, visto l’andamento della partita, questa fosse andata come lui si aspettava, e poi se fosse “stata una sorpresa per te che il Real Madrid abbia sofferto così tanto?“.

Lì Kroos non ci aveva più visto, rispondendo senza mezzi termini: «Hai avuto 90 minuti per pensare a domande sensate. E ora mi fai queste due domande di merda. Pazzesco! È ovvio che a volte puoi soffrire contro squadre come il Liverpool. Che razza di domanda è questa? Non era la fase a gironi, era la finale di Champions League». Quindi aveva lasciato l’intervista, celando un sorriso con le mani sul volto.

Insomma, in un mondo in cui continuano a regnare un’ipocrisia sempre più sfacciata e frasi mai così di circostanza, in un mondo in cui si parla di ‘progetti’ tecnici che giustificano la scelta di andare in Arabia Saudita e nel quale i calciatori ripetono solo concetti preconfezionati a favore di social e telecamere, ancora si staglia un baluardo per noi comuni mortali, over 30, nostalgici ed arrabbiati per la fine che hanno fatto fare al nostro gioco preferito: è Toni Kroos, l’eroe di cui non avremmo bisogno… ma che ci meritiamo.

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