Viaggio nella storia degli Spurs, tra realtà e leggenda.
Nord di Londra, 1882. Mentre si sta esaurendo l’epopea della rivoluzione industriale, e in un periodo in cui la capitale dell’impero britannico è in rapidissima espansione (dal milione di abitanti del 1800 si passerà ai 6.7 milioni di inizio ‘900), viene fondato l’Hotspur Football Club, in seguito Tottenham Hostpur FC dal nome del sobborgo in cui nasce. Sono anni in cui a Londra, insieme alla popolazione, proliferano i club di calcio. Ed è soprattutto a cavallo tra i due secoli che tanti borghi e sobborghi iniziano a fondare le proprie squadre in cui riconoscersi.
Così fa Tottenham Hale, zona in cui dal 1880 si stabilisce una nutrita comunità ebraica: qui convergono molti ebrei dell’Europa orientale, complice la fuga dai pogrom antisemiti in Russia (si stima che nel solo 1905, soprattutto tra Odessa e Rostov, ne furono uccisi circa 800), che sbarcano in Inghilterra e si trasferiscono soprattutto nell’East End. In tanti poi spostano poi a nord, appunto dalle parti di Tottenham Hale, approfittando di grandi aziende ebraiche e siti industriali in rapida espansione che cercano lavoro non qualificato. È da questo contesto che nascono le leggende, più e meno veritiere, sull’identità ebraica degli Spurs.
Stando a quanto ricostruiscono Martin Cloake e Alan Fisher nel loro “A People’s History of Tottenham Hotspur Football Club”, un testo assai accurato sulla storia del club, inizialmente il Tottenham, pur avendo i primi tre presidenti ebrei, non si presenta né si autorappresenta come squadra della comunità ebraica; eppure successivamente, a inizio ‘900 e complice il consolidamento massiccio della comunità, il legame tende a stringersi. Il Jewish Cronichle, giornale ebraico di Londra, scrive che negli anni ‘20 pressoché tutti gli appassionati di football ebrei tifano Spurs, un numero destinato a crescere negli anni ‘30.