La richiesta ufficiale per Qatar 2022.
Vorrei partire da una considerazione: questa cosa del ripescaggio dell’Italia ai Mondiali (e ora non solo lei) sta toccando vette di comicità – involontaria? volontaria? – veramente inimmaginabili. L’ultimo rigurgito dei social, ma rigurgitino, come quello dei bambini, è arrivato ieri, in seguito alla richiesta ufficiale della Federazione Ucraina (grazie Galles, a buon intenditor…) di escludere la Nazionale dell’Iran da Qatar 2022. Le cause sono presto dette: intanto il supporto logistico-militare dell’Iran alla Russia, sotto forma di droni, contro la resilienza dell’Ucraina. Ma poi Kiev, evidentemente ben istruita da Washington, ha contestato al Paese degli Ayatollah anche il mancato rispetto dei diritti umani (come se poi il governo di Zelensky incarnasse le dottrine politiche di Montesquieu o fosse un “faro di democrazia” – se può esserlo Israele, effettivamente, c’è speranza per tutti).
Insomma la federcalcio gialloblù, con una nota ufficiale, ha chiesto l’intervento del massimo organo calcistico mondiale per squalificare l’Iran a causa del «coinvolgimento di Teheran nell’aggressione militare della Federazione Russa contro l’Ucraina», ma anche a causa della repressione operata dal regime oscurantista iraniano che, sostengono gli Ucraini, violerebbe gli articoli 3 e 4 della FIFA – quelli sui diritti umani, che invece Arabia Saudita e Qatar osservano religiosamente, così come Stati Uniti, Israele e compagnia cantante rispettano le convenzioni, le risoluzioni internazionali e l’integrità di Stati sovrani. Articoli sulla carta sacrosanti, il 3 e il 4, che però parliamoci chiaro: se fossero stati applicati in passato, avrebbero portato letteralmente a centinaia di esclusioni nella storia della FIFA e dei Mondiali.
Così comunque recita la risoluzione della Federcalcio ucraina: «Tenendo conto delle informazioni dei media sulle violazioni sistematiche dei diritti umani in Iran che possono violare i principi e le norme degli Statuti FIFA, tenendo conto della risoluzione 2231 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite relativa all’imposizione di sanzioni all’Iran e al possibile coinvolgimento dell’Iran nella aggressione militare della Russia contro l’Ucraina, facciamo richiesta alla FIFA di considerare l’esclusione della nazionale iraniana dalla Coppa del Mondo FIFA 2022». Quindi l‘«appello alla FIFA e alla UEFA affinché prendano misure urgenti per rispondere alle azioni della RFU e di applicare sanzioni contro la RFU sotto forma di esclusione dall’appartenenza a FIFA e UEFA».
Sembra un crossover episode, direbbe Mr. Peanutbutter in Bojack Horseman: Ucraina, Russia, guerra, Iran, diritti umani, sanzioni, tutto insieme in un unico calderone. Manca solo il fascismo, ma quello è meglio che a Kiev non lo tirino in ballo. Come ciliegina sulla torta il ripescaggio!!! che sale a gran voce dagli scarichi dei nostri social network. Anche se, dobbiamo ammetterlo, la testardaggine di chi chiede e spera in un ripescaggio della Nazionale di Mancini è ammirevole. Lo è dopo le infinite e ripetute spiegazioni sull’automatismo per cui, qualora una federazione venga estromessa, debba essere sostituita da una della stessa Confederazione (e non mi pare che l’Italia, a occhio e croce, sia in quella asiatica). Una regola molto semplice che pare non aver recepito neanche il CEO dello Shakhtar Donetsk Sergei Palkin, che con uno “statement” ufficiale ha attaccato:
«L’Ucraina dovrebbe essere lì – il perché non è dato saperlo, ndr –. L’Iran non merita di esserci».
Forse il perché in realtà Palkin lo spiega: prima tirando in ballo «i bambini ucraini che sognano di vedere la loro Nazionale in Qatar», poi continuando: «il posto vacante – come se fosse cosa già fatta l’esclusione del ‘Team Melli’ – dovrebbe essere preso dalla Nazionale dell’Ucraina, che ha dimostrato di essere degna della partecipazione al mondiale. Con condizioni disuguali rispetto alle altre Nazionali durante i play-off, ha giocato con il cuore». Ok, tutto chiaro. Forse.
In ogni caso non dite che non vi avevamo avvertito, per questi Mondiali bisognava preparare i pop corn: tra gli esperti di geopolitica nel pallone e gli indignati a corrente alternata (fossi un povero yemenita, bombardato da 8 anni dai Sauditi, o un abitante di Gaza, non la prenderei molto bene), tra gli ucraini censori della pubblica morale e i qatarioti che caricano come tori appena vedono il rosso, ma solo quello dell’arcobaleno, il divertimento è assicurato. Senza volerci mettere le fasce da capitano inclusive delle Nazionali europee, le maglie con lo sponsor invisibile per protesta e i vari boicottaggi ma sempre e rigorosamente social (amen). Il circo degli sceicchi insomma è pronto per partire, e l’unica cosa buona di esserne rimasti fuori è che potremo sederci, accendere la televisione e goderci lo spettacolo.