Fuori dai canali di comunicazione mainstream si gioca la battaglia pre-olimpica negli sport invernali
Se si guardano i maggiori canali d’informazione in Italia, Sport = Calcio. È incredibile ma di discipline che portano lustro alla Nazione non si condivide che qualche trafiletto o qualche rapido servizio, talmente brevi e veloci da essere troppo superficiali per l’appassionato e repellenti per l’eventuale neofita. Non si deve biasimare il circo del pallone tout court: nell’era del digitale e del virtuale c’è concretamente spazio per tutti. Anche perché sembra che in anni recenti non si facciano più imprese sportive, quando invece viviamo un’epoca di risultati che sono già Storia. Il problema della poca esposizione è grave perché nella settimana dell’Europeo di nuoto (in vasca corta a Copenhagen) il più importante giornale di sport italiano non tratta la notizia se non in pagine marginali, forse forse con tre parole in prima pagina, dedicando invece come sempre enorme spazio a una partita relativamente importante del campionato di calcio. Il nuoto è un esempio eclatante, essendo la disciplina – insieme alla scherma – a cui ogni quattro anni una Nazione intera si aggrappa per non veder languire il medagliere a cinque cerchi. Quasi del tutto passate inosservate, riportiamo le medaglie azzurre. Tra le donne, bronzi di Quadrella, Panzieri e Cusinato e argento di Bianchi; tra gli uomini oro per Scozzoli, Rivolta, Sabbioni, Dotto, Orsi, argento per Paltrinieri, Sabbioni, Scozzoli e Codìa e staffette 4x50m sl/misti, bronzo per Dotto e per la 4x50m sl mista.
Lo spirito olimpico è anche questo: dare uguale dignità a ogni sport, a prescindere da tutto, e non lo si rispolvera solo in occasione dei Giochi ma lo si coltiva e lo si insegna in ogni momento dell’anno, con onestà intellettuale. Nel frattempo, infatti, la rassegna degli sport invernali porta risultati di altissimo livello nel quasi totale disinteresse, pur nell’anno olimpico! La situazione degli sport olimpici invernali ad oggi è grossomodo questa.
Marcel Hirscher in Alta Badia ieri, domenica 17 dicembre 2017: al cancelletto ha 0″17 di vantaggio su Kristoffersen. Chiuderà distruggendo il cronometro a -1″70.
Nello sci alpino l’austriaco Marcel Hirscher è tornato a vincere – tre volte di fila, dopo essersi rotto un malleolo in preparazione la scorsa estate – ieri sulla Gran Risa, in Alta Badia: su quella pista sono 5 successi consecutivi, togliendo il record ad Alberto Tomba, del quale presto eguaglierà anche le 50 vittorie in Coppa del Mondo. Su poco più di 200 gare, Hirscher ha ottenuto 111 podi di cui 49 vittorie. Siete davanti a uno dei più grandi sciatori di ogni tempo e non ne sentite quasi parlare.
Stessa situazione al femminile, seppur avvantaggiate dal naturale maggior appeal da copertina, dove la questione è sempre aperta con la lotta al vertice tra le americane Lindsey Vonn e Mikaela Shiffrin, e non manca l’Italia con i due podi dell’eterna Manuela Mölgg e l’argento sempre di ieri di Sofia Goggia, che l’anno scorso ha battuto tutti i record della valanga rosa: 13 podi in 4 discipline e 1197 punti in Coppa del Mondo, nessuna sciatrice italiana come lei.
Sofia chi? Una volta si è fermato anche il Festival di Sanremo per mandare in diretta una gara di Tomba…O tempora, o mores
Sofia Goggia festeggia il secondo posto nel Super G in Val-d’Isère, il 16 dicembre 2017. Foto di Michel Cottin/Agence Zoom/Getty Images.
Nello Sci di fondo il ventunenne norvegese Johannes Klæbo sta dominando in qualsiasi format con gli azzurri Pellegrino e Pittin (quest’ultimo ieri da 36esimo a secondo a Ramsau, in combinata nordica) in buona forma, mentre nel Biathlon un altro norvegese, Johannes Bø, sta detronizzando monsieur biathlon Martin Fourcade dopo anni di dominio, dando spettacolo ad ogni tappa. A differenza delle grandi competizioni dove una o due squadre/atleti/piloti monopolizzano l’intera stagione, qui i campioni possono anche fare l’en plein di risultati ma dietro di loro la bagarre è continua: gli azzurri Hofer e Windisch stanno mantenendo un rendimento molto alto e tra le donne i risultati sono ancora migliori. Tre podi in tre tappe di Coppa del Mondo, di cui uno in staffetta mista: con Wierer e la 22enne sappadina Vittozzi (5^ nella generale) in grande forma, la squadra italiana è al treno delle migliori, mentre in cima alla classifica il pettorale giallo è conteso in pochi punti tra Kuzmina, Braïsaz, Mäkäräinen e Herrmann, in attesa del rientro pre-olimpico di Koukalova. La lotta si fa dura e tutt’altro che scontata, con la rapida scalata di Dahlmeier grazie alle sue 19 vittorie nelle prime 90 gare in carriera. Meglio di Forsberg, meglio di tutti, uomini compresi.
I 5 centri in rapida successione nella serie in piedi di Bø, che lascia un attonito Fourcade ai suoi tre errori, a Hochfilzen la scorsa settimana
(breve apologia del Biathlon: chi scrive si chiede come faccia uno sport paramilitare, in cui giovani atleti si rincorrono sugli sci con una carabina sulle spalle per sparare a un bersaglio di pochi centimetri a 50m da loro, a non riscuotere il successo che merita. È sì uno sport minore ma non dà mai noia, è altamente televisivo e si presta tanto alle statistiche quanto alla loro sovversione: gli ingredienti ci sono tutti).
Nella stagione in corso, gli atleti italiani impegnati nelle discipline olimpiche invernali hanno finora conquistato più di trenta podi in gare di Coppa del Mondo: nello snowboard (con Perathoner, Fischnaller e Moioli), nel pattinaggio di velocità (con Arianna Fontana, Valcepina, Lollobrigida, Giovannini), nel pattinaggio di figura (Kostner, Cappellini/La Notte, Della Monica/Guarise), finanche nello slittino (Fischnaller, Rieder/Rastner). Dulcis in fundo, assoluta novità nella storia azzurra è la qualificazione a PyeongChang per la squadra maschile di curling, risultato purtroppo solo sfiorato dalle colleghe, anche loro contro la Danimarca.
Non aspettate le olimpiadi per diventare esperti di sciolina o di aerodinamica da slittino. Sotto traccia, fuori dai radar della grande distribuzione mediatica c’è un mondo intero di battaglie e agonismo sportivo che aspetta solo il vostro tifo.
In copertina Dorothea Wierer nella foto di Stanko Gruden/Agence Zoom/Getty Images
Di fronte a un'ingiustizia che sa di sconfitta, Nibali ci insegna a perseverare nella pazienza. Invece della burrasca, il mare calmo, prima che il sole sorga.