Ci mancava solo la polemica contro le Frecce Tricolori.
Dopo un Gran Premio d’Italia finito dietro la safety car – niente di male, può succedere – a togliere l’entusiasmo alle centinaia di migliaia di appassionati ci pensa Sebastian Vettel con un’altra delle sue stucchevoli polemiche politico-ideologiche (stavolta addirittura contro Mattarella). Viviamo in un mondo talmente capovolto che un pilota di Formula 1 non si emoziona più di fronte all’esibizione della migliore pattuglia acrobatica del Mondo – le Frecce Tricolori – ma preferisce fare il moralista a mezzo stampa. Non contento, offende il Presidente della Repubblica italiana con la tipica e dilagante arroganza della cancel culture globale, stavolta in salsa tedesca.
Tralasciando l’ideologia di cui Vettel si fa portavoce, è francamente ridicola se non farsesca la polemica scatenata dopo il GP di Monza. Da una parte ci sarebbe un Sergio Mattarella insistente – già una notizia – per il sorvolo delle Frecce Tricolori e dell’Airbus A350 “Enzo Ferrari” di ITA Airways prima della gara, dall’altra, sempre secondo Vettel, una Formula 1 che non avrebbe “mantenuto la promessa” di eliminare le esibizioni aeree prima della gara. Una farsa da Primo Mondo, aggravata dai modi infantili del pilota tedesco che, purtroppo dobbiamo segnalare hanno molta presa nei nuovi tifosi in F1. Stavolta però pare che il tedesco non abbia convinto nessuno, per fortuna.
“Ci avevano detto che l’esibizione non doveva esserci, ma ho sentito dire che il Presidente ha insistito: ha quasi 100 anni e forse gli è difficile lasciar andare queste cose egocentriche“.
Se dobbiamo ridurre la griglia di partenza a questi battibecchi da asilo, meglio chiuderla qui. I toni a dir poco ineleganti, il tema e la battaglia discutibili non nel merito ma di sicuro nel metodo, l’atteggiamento eco-chic, sembrano la fotografia di una decadenza intellettuale più che della rivoluzione sociale e storica che forse ha in mente il pilota dell’Aston Martin.
Sarebbe interessante conoscere la fonte che ha suggerito a Vettel le parole usate contro il Presidente Mattarella. Sacrosanta – invece – la richiesta di scuse da parte di Geronimo La Russa, ACI Milano: “mi hanno sempre insegnato che il presidente della Repubblica si ascolta e non si commenta. Soprattutto se sei ospite di un Paese straniero. Il sorvolo delle Frecce Tricolori è un orgoglio italiano e anche ieri a Monza si sono confermate una delle attrattive più attese e applaudite. Un gradimento che riguarda anche chi ha seguito il Gran Premio in televisione e certificato dalla marea di like che hanno ottenuto e continuano a ottenere i post pubblicati sui Social con le Frecce Tricolori protagoniste.”
Gli arcobaleni sul casco, la cancel culture, la recente chiusura di ogni rapporto con la Russia e i suoi piloti, ma il contemporaneo andare d’amore e d’accordo con i sauditi e i petrol-dollari, insistono su un fatto: la Formula 1 sta per essere fagocitata dalla propaganda politica e dall’intrattenimento utili alla monetizzazione, mentre le sfugge di mano lo sport, complici i piloti che sfruttano la visibilità di questo palcoscenico per fare gli influencer del moralismo. Ed è soprattutto l’arroganza con cui questi messaggi vengono veicolati ad essere pericolosa. Si pensi solo al movimento dei Tyre Extinguishers, gruppo di attivisti ambientali che negli ultimi mesi hanno sgonfiato gli pneumatici di quasi 10 mila Suv in tutto il mondo sempre inseguendo l’ideale green.
E’ oltremodo triste vedere Vettel che negli ultimi tempi si reca nei circuiti rigorosamente in bici per dare un messaggio (a chi?) ecologista con addosso la giacca verdona del team con il brand ARAMCO, colosso saudita sponsor di Aston Martin, in bella vista. Come dice Ottavio Daviddi su Tuttosport, sarebbe più coerente smettere di correre in F1, come farà a fine stagione. Seb, un pilota che il popolo ferrarista ha amato, un 4 volte campione del mondo, dovrebbe avere più criterio e carisma. L’ideologia ha sopraffatto anche il tedesco.