Come un ragazzo italiano si sta facendo strada tra i grandi del surf mondiale.
L’inizio del Championship Tour 2017 targato World Surf League (WSL) ha destato dal torpore milioni di appassionati.I titani delle onde, eternamente flagellati dagli oceani insonni, sono tornati a darsi battaglia, spinti dalla loro feroce bramosia di vittoria. L’èlite dei 34 partecipanti di quest’anno presenta una quantità di talento mai vista prima d’ora. Ci sono tutti i più forti: l’hawaiiano John John Florence, campione del mondo in carica dallo sguardo gelido e dalla tecnica sopraffina; Kelly Slater, il Dio della tavola, Silver Surfer, fate voi, i suoi undici titoli mondiali “nel borsone” parlano per lui; Mick Fanning, tre volte re delle line up, reduce da un anno sabbatico passato a surfare in solitaria negli spot più sperduti sulla faccia della terra; gli agguerriti brasiliani Toledo e Medina, che little by little stanno incidendo il loro nome sulla stele dei sacri custodi di questa meravigliosa religione laica; Julian Wilson, il principe delle onde, un surfer dallo stile inconfondibile chiamato a lottare fino in fondo per conquistare il primo titolo mondiale; Poi ancora Matt Wilkinson e Owen Wright, finalisti nel recentissimo Quiksilver Pro Gold Coast; la carovana di rookies dalle bellissime speranze e molti altri.
E’ proprio nella categoria degli allievi al primo anno che si inserisce il nostro Leonardo Fioravanti. Questo ragazzone dal sorriso smagliante, originario di Roma ma cresciuto tra i due emisferi, è il primo italiano a far parte della cerchia dei pezzi grossi delle tavole. Già campione mondiale Under 18 nel 2015, Leo è acclamato come il nuovo Giulio Cesare dai suoi estimatori. Fioravanti di fatto ogni volta che indossa una lycra, e con la shortboard sotto braccio si lancia nella mischia, è consapevole di rappresentare un intero movimento. Lo spirito dei migliaia di dannati che si affannano a cavalcare le piccole onde del Bel Paese lo accompagna nelle sue gesta.
“In Surf veritas” questa la scritta che campeggiava sul bandierone tricolore sventolato due settimane fa sulle rocce di Snapper Rocks, a Gold Coast in Australia. Il debutto del giovane imperatore non è stato dei più facili. Nel primo round se l’è dovuta sudare contro un maestro come Julian Wilson e un solido performer come Caio Ibelli. Wilson non ne ha sbagliata una, mettendo in mostra il suo repertorio di rail carves e cut back; una heat surfata con estrema naturalezza che gli è valsa il primo posto con un punteggio di 16.80. Fioravanti, con il numero 46 sulle spalle in onore a Valentino Rossi, non ha fatto i fuochi d’artificio; ciò nonostante è riuscito a guadagnarsi i suoi punti sulla scia di Wilson. Il figlio dell’Urbe si è posizionato secondo con un totale di 12.07. Fanalino di coda per Ibelli che non è riuscito a trovare il giusto flow sulle onde.
Nel secondo round Fioravanti ha incontrato sulla sua strada, o meglio sulle sue correnti, un avversario tosto come Italo Ferreira. Il surf dinamico del brasiliano, associandosi alla perfezione alla veloce destra di Snapper Rocks, è stato davvero indomito. Leo si è battuto come un leone ma nulla ha potuto contro la serie di eccelse manovre messe in atto dal suo avversario. La prova solidissima del verdeoro è stata poi suggellata da una rotazione in aria a 360 gradi di rara bellezza, “spalettata” dai giudici presenti in spiaggia con il cosiddetto perfect ten. Quest’ultima poesia in movimento ha fatto schizzare il punteggio di Ferreira a 17.83, permettendogli di guardare dall’alto verso il basso la stella nascente del surf italiano.
Il primo grande appuntamento della stagione di surf si è rivelato a dir poco probante per Fioravanti. La scorza di questo ragazzo però è a prova di batoste. E comunque non c’è tempo per rimuginare. La tappa successiva è Margaret River Pro, Western Australia. Per la prima volta i migliori surfisti del mondo si contendono le potenti onde di North Point, una baia selvaggia 20 kilometri più a nord dal solito spot. La fortuna aiuta gli audaci si dice, ma con il giovane rappresentante dell’Impero questo continua a non verificarsi.
Leo al primo round finisce infatti nella batteria degli squali bianchi Kelly Slater e Mick Fanning, pronti ad azzanarlo alla prima buona occasione. Va detto che finora Fioravanti è ancora imbattuto contro Slater: nelle passate contese one on one come wildcard ha un record di 2-0. Ma quella di quest’anno è tutta un altra storia: la pressione che grava sulle spalle del romano è di spessore diverso. Lo si nota anche stavolta. Forse la gestione delle onde sarebbe dovuta essere migliore. Alla fine di una heat complessivamente poco spettacolare, Leo ha chiuso terzo dietro ai due mostri sacri.
Nel secondo round Fioravanti viene accoppiato con Joel Parkinson. L’australiano, un veterano che si è fregiato della vittoria di 11 contest nel corso degli anni, è un osso duro. La sfida ai punti è stata un testa a testa fino all’ultimo; è Parko però ad aver avuto la meglio con un totale di 15.86 a discapito dello score di 14.83 dell’italiano. Dejà vu: la musica si ferma al secondo valzer.
Il torneo proseguirà senza l’italian stallion che avrà tempo per ricaricare le batterie e rivedere le proprie strategie. Il battesimo di fuoco tra i grandi lo ha messo di fronte a delle sfide da cui saprà trarre la giusta lezione; il suo cammino è appena iniziato. E noi non vediamo l’ora di sapere come continuerà.